Il Commercialista Veneto n.232 (LUG/AGO 2016) - page 14

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NUMERO 232 - LUGLIO / AGOSTO 2016
IL COMMERCIALISTA VENETO
30.000/65%=46.154 Euro. Il bonus fiscale, pari ad
Euro 30.000, sarà da scontare in tre rate annue (10.000)
direttamente dall’Irpef a partire dalla dichiarazione
dell’anno di effettuazione delle erogazioni liberali.
Limiti di utilizzo
Normativamente
il credito in questione non incon-
tra limiti di sorta
. Infatti, non soggiace:
- ai limiti previsti dall’art. 1, comma 53, della legge 24
dicembre 2007, n. 244, e quindi può essere fruito an-
che per importi superiori al limite di 250.000 euro
(fermo restando l’obbligo di indicazione in dichiara-
zione);
- al limite generale di compensabilità di crediti di imposta
e contributi di cui all’art. 34 della legge n. 388 del 2000,
pari a 700.000 euro a decorrere dal 1° gennaio 2014.
Precisa l’Amministrazione Finanziaria
che non trova
applicazione neanche la limitazione
di cui all’art.
31 del D.L. n. 78 del 2010,
che prevede un divieto di
compensazione
ai sensi dell’art. 17, comma 1, del
decreto legislativo n. 241 del 1997
dei crediti relativi
alle imposte erariali in presenza di debiti iscritti
a ruolo, per imposte erariali ed accessori, di am-
montare superiore a 1.500 euro.
Documentazione da presentare
per beneficiare del credito d’imposta
Per fruire della agevolazione è sufficiente conservare
copia del documento che certifica l’erogazione in de-
naro con la causale di versamento che identifica ogget-
to/ente beneficiario. Attraverso il sito
è possibile, per i mecenati, tra-
smettere i dati dell’erogazione liberale effettuata e sca-
ricare dal portale una autodichiarazione contenente
tutti i dati della liberalità, se l’ente al quale ha effettua-
to il versamento ha trasmesso al portale l’erogazione
ai sensi del comma 5 dell’art.1 della legge suArt bonus.
Tale autodichiarazione, integrata con le autorizzazioni
ai fini della privacy, potrà essere utilizzata per la pub-
blicazione sul sito Art bonus dei nominativi dei
mecenati, che con le loro erogazioni hanno contribuito
al sostegno del Patrimonio culturale pubblico.
Adempimenti richiesti
ai beneficiari delle erogazioni
I soggetti beneficiari delle erogazioni liberali, inclusi i
suddetti soggetti concessionari o affidatari di beni cul-
turali pubblici:
-
sono tenuti a comunicare mensilmente
al
Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turi-
smo (portale
)
l’ammontare
delle erogazioni liberali ricevute nel mese di ri-
ferimento;
-
devono provvedere
altresì
a dare pubblica
comunicazione
, tramite il proprio sito web istitu-
zionale,
nell’ambito di una pagina dedicata e fa-
cilmente individuabile
,
e in un apposito portale
gestito dal medesimo Ministero
,
dell’ammontare
delle erogazioni ricevute
e
della destinazione e
dell’utilizzo delle erogazioni stesse.
4
Regime fiscale
Infine si osserva che il credito d’imposta in esame:
-
non concorre a formare la base imponibile ai
fini delle imposte sui redditi, comprese le addizionali
regionali e comunali;
-
non concorre a determinare il valore della pro-
duzione netta ai fini IRAP;
-
non rileva ai fini della determinazione della
quota di interessi passivi deducibile dal reddito d’im-
presa, ai sensi dell’art. 61 del TUIR.
4
Nel portale
, ai soggetti destinatari
delle erogazioni liberali sono associati:
-
tutte le informazioni relative allo stato di con-
servazione del bene;
-
gli
interventi
di
ristrutturazione
o
riqualificazione eventualmente in atto;
-
i fondi pubblici assegnati per l’anno in corso;
-
l’ente responsabile del bene;
-
le informazioni relative alla fruizione del bene.
V
icenza, 15 marzo 2016. Si tiene un incontro organizzato dal locale Sindacato dei Ra-
gionieri per parlare di previdenza. Si tratta di simposio originale e, per certi versi, un
po’ anomalo. I relatori, infatti, sono due consiglieri della Cassa di Previdenza dei
Ragionieri, invitati in quanto si era appreso, dalle solite fonti bene informate, che
avevano (assieme ad un terzo consigliere) votato contro l’approvazione del bilancio
in occasione dell’assemblea dei delegati. Bilancio, peraltro, poi largamente approvato dall’assem-
blea stessa. Il Sindacato vicentino, preoccupato per il futuro previdenziale dei suoi iscritti, aveva
pensato bene di invitare proprio loro perché voleva capire le ragioni di quel dissenso e, soprattut-
to, perché voleva comprendere se ci fossero altri argomenti di cui preoccuparsi.
Si trattava di un “incontro – dibattito” ed il Sindacato aveva schierato in prima fila 5 – 6 colleghe
che si erano preparate delle domande un po’ pepate. Ad esempio: situazione degli investimenti
alla luce delle note vicende che hanno coinvolto in prima persona l’ex Presidente Paolo Saltarelli;
situazione dei crediti nei confronti degli iscritti; situazione degli immobili e del loro conferimento
ad un fondo che non riesce a venderli, ecc.
Devo dire che, a mio parere, i relatori hanno risposto con competenza, serietà ed onestà ed è così
che è emersa una situazione che, alla fine, ha lasciato i convenuti con una certa dose di preoccu-
pazione. Facce serie, molta attenzione, niente battimani, salvo uno (non molto caloroso) quando
un relatore ha accennato ai... “diritti acquisiti”!
In verità il relatore non ha messo in discussione i “diritti”, ma -come accade spesso in questi ultimi
tempi- per quelli “acquisiti” non si è detto del tutto d’accordo.
Breve applauso dicevo, ma qui salta fuori la questione delle questioni.
Voi sapete che la nostra Cassa è un’associazione alla quale – come professionisti appartenenti ad
un determinato Ordine – l’iscrizione è obbligatoria. Siamo divenuti cioè membri di una associazio-
ne non per nostra libera, convinta, sincera volontà di adesione, ma perché una norma di legge
l’impone. Non solo, ma siamo obbligati anche a versare i contributi che – per statuto (e per legge)
– serviranno ad avere la pensione. Nobile intento questo che fa superare d’un balzo la questione
dell’obbligatorietà dell’iscrizione alla Cassa.
Mi sembra chiaro, a questo punto, che ciascuno di noi iscritti ad una associazione di sì nobili
intenti, debba versare con puntualità ed onestà i contributi richiesti perché – in primis – andranno
a nostro stesso beneficio. Mi sembra altrettanto chiaro che ciascuno di noi possa ritenere di avere
diritto ad ottenere – a tempo debito – la pensione. C’è del male, in questo caso, a parlare di
“diritto”? E se dico che quel diritto è un diritto che ho “acquisito” nel tempo e che mi spetta in un
determinato momento della mia vita, dico forse una stupidaggine?
Secondo i giudici che hanno giudicato in oltre 400 cause (tra cui la mia) intentate da colleghi
contro la CNPR è normale, doveroso, legittimo, giusto, far valere la “garanzia costituzionale dei
diritti quesiti”... tenendo conto del pro-rata.
E allora? Siamo proprio tutti certi di voler seppellire i diritti acquisiti?
O dovranno aggrapparsi a loro anche tutti coloro che la pensione non l’hanno oggi ancora
maturata, ma che presenteranno domani la domanda per ottenerla?
La questione potrebbe finire qui ed ognuno rimanere libero di pensare come meglio crede, ma c’è
stato chi, invece, forse riuscendo ad intuire che i “diritti acquisiti” sono solo un “brutto” concet-
to, è nulla più, l’ha voluto sostituire con un altro ed ha inventato quello, indubbiamente più bello,
dei “diritti sostenibili”. Da contrapporre, ovviamente, a quello dei diritti acquisiti.
Qui, signori miei, cadiamo dalla padella alla brace!
Ho pensato parecchio a questi “diritti sostenibili” e mi son detto che non possono essere intesi
come “sostenibili”, ad esempio, dagli iscritti o, che so io, dallo Stato. Chi ha inventato la parolina
intendeva senz’altro riferirsi ad una sostenibilità della Cassa.
Correggetemi se sbaglio!
L’assunto dovrebbe essere questo: i diritti che gli iscritti si possono veder riconosciuti dipendo-
no, (sono collegati, sono proporzionali) a quanto i bilanci della Cassa possono elargire.
Permettetemi allora di approfondire l’argomento con degli esempi.
Poniamo che la Cassa abbia dieci pensionati e ciascuno di essi abbia maturato una pensione
mensile di mille euro. Quest’anno il bilancio della Cassa non può sostenere una spesa di dodici
mila euro, ma solo di novemila. Domanda: ad ognuno darà
(9.000:12)
750 euro?
Se, al contrario, la Cassa può sostenere una spesa di 15.000 euro, darà 1.250 mensili ai suoi 10
pensionati? Oppure si fermerà a mille visto che è quello l’importo maturato da ciascuno di loro? La
sostenibilità, cioè, andrà in una sola direzione, o anche nell’altra? Chi parla di diritti sostenibili
non mi risulta l’abbia specificato. Forse sarà d’uopo avvertire gli iscritti, in questo caso, di ciò che
si intende per sostenibilità. Domanda: la sostenibilità funzionerà come l’acqua nei vasi comuni-
canti? Ci saranno cioè anni in cui l’assegno potrà essere minore ed anni in cui potrà essere
maggiore compensando così gli anni svantaggiati?
Vediamo un altro esempio:
La Cassa quest’anno, se tutto fosse filato liscio, avrebbe potuto dare ai suoi 10 pensionati
esattamente 1000 euro al mese, ma vai a capire com’è successo, l’avvocato che doveva acquistare
per conto della Cassa un albergo in quel di Milano del valore di 15 milioni, se n’è scappato con
metà del malloppo. Oppure: l’investimento di 600 milioni ad un fondo che doveva gestire quei
soldi al meglio, ne ha persi metà per strada (e magari il Presidente della Cassa è finito in galera
perché ritenuto colluso). O, ancora, un iscritto su due non paga i contributi e la Cassa non riesce
a fare la voce grossa e così, oltre ai mancati introiti di contribuzione si assommano i mancati
introiti dei contributi integrativi (4%). Mi sembra logico pensare che la sostenibilità della Cassa
sia alquanto minata.
Mi domando: si basano su queste ipotesi (non è detto che si verifichino, per carità) i “diritti
sostenibili” sui quali calcolare le pensioni future?
I lettori che mi hanno seguito fino a questo punto avranno capito che i diritti sostenibili sono
“belli” ma che forse è il caso, quando si parla di pensioni, di lasciarli fuori dalla porta perché
potrebbero portare più dolori che gioie, più pene che equità.
Non vorrei che, a lungo andare, riuscissimo a trasformare un diritto in una pena.
Art Bonus,
i benefici fiscali
SEGUE DA PAGINA 13
Dei diritti... e delle pene!
BRUNO PEZZIN
Ordine di Vicenza
1...,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13 15,16,17,18,19,20,21,22,23,24,...36
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