Il Commercialista Veneto n.236 (MAR/APR 2017) - page 12

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NUMERO 236 - MARZO / APRILE 2017
IL COMMERCIALISTA VENETO
l’AG ponga costantemente una particolare attenzione
nell’adozione di scelte che possono riverberare effetti
negativi sul patrimonio aziendale, non dimenticando
che l’incarico conferito dall’Autorità giudiziaria non è
nell’esclusivo interesse dello Stato, ma anche dello
stesso proposto.
Dopo aver rasserenato il proposto, l’AG è chiamato
ad assumere una cruciale decisione sulla opportunità
di avvalersi, durante l’amministrazione giudiziaria, della
collaborazione del proposto e/o dei suoi famigliari. È
bene sottolineare che la gestione ed amministrazione
dell’impresa in sequestro rimarrà sempre compito
esclusivo dell’AG, il quale sarà (eventualmente)
coadiuvato dal precedente amministratore.
Non sono pochi gli elementi che influenzano
l’individuazione della scelta migliore. Già si è riferito
sulla provvisorietà del sequestro e sulla conseguente
necessità di evitare interventi che possano pregiudica-
re, anche temporaneamente, la struttura organizzativa
e gestionale dell’impresa, perlomeno nelle fasi iniziali.
Spunti importanti si possono trarre non solo dall’at-
teggiamento manifestato dal proposto (più o meno
collaborativo) durante l’esecuzione del sequestro. As-
sai utile è la lettura delle motivazioni a supporto del
provvedimento cautelare, laddove sono inquadrati i
fatti e le circostanze che possono chiarire la maggiore
o minore contiguità del soggetto rispetto al fenomeno
mafioso. Il confronto con la municipalità, nella perso-
na del Sindaco, permette talvolta di acquisire elementi
di contorno per un più chiaro profilo del proposto.
L’AG non potrà comunque prescindere da un preven-
tivo esame dell’oggetto del sequestro, perché il peri-
metro dei beni sequestrati determinerà anche i limiti ed
i confini operativi dell’amministratore/custode giudi-
ziario. A tal proposito l’AG verificherà se sono state
sequestrate solo le quote societarie, ovvero solo il pa-
trimonio aziendale (inteso come le attività patrimoniali
che lo compongono), ovvero entrambi (situazione più
frequente).
Da questo accertamento dipende funzionalmente la
decisione di revocare il legale rappresentante. Provve-
dimento ineludibile laddove il proposto sia ammini-
stratore unico ovvero presidente del Consiglio di am-
ministrazione della società sotto sequestro (identica
conclusione nel caso del titolare di impresa individua-
le). Laddove, al contrario, il proposto (ovverosia l’in-
dagato del procedimento penale per reati di natura
mafiosa) non rivesta un ruolo apicale, si potrà ipotiz-
zare di mantenere l’originale assetto manageriale, fer-
mo restando che l’AG dovrà nello specifico valutare il
grado di indipendenza ed autonomia gestionale del le-
gale rappresentante. Ed invero, qualora l’amministra-
tore unico fosse il figlio ovvero coniuge del proposto,
particolare attenzione deve essere riservata alla valu-
tazione dell’indipendenza, intesa come assenza di sog-
gezione alle direttive del proposto.
Il VI comma dell’art. 41 del D.Lgs 159/2011 disciplina
il potere dell’AG di convocare l’assemblea per la so-
stituzione degli amministratori, richiamando la pre-
ventiva autorizzazione del giudice delegato. Si ritiene
che l’adozione di un provvedimento di urgenza,
congruamente motivato, possa essere oggetto di suc-
cessiva ratifica da parte del giudice interessato. Così
che si dovrà, se del caso, procedere in seduta stante
con assemblea ordinaria finalizzata alla
formalizzazione delle decisioni adottate dall’AG.
La questione della sostituzione degli amministratori è
indissolubilmente legata all’esigenza di evitare il bloc-
co dell’attività aziendale, conseguente all’allontana-
mento del “
key man
”, ovverosia dell’effettivo ammi-
nistratore dell’azienda. L’AG, tratte le debite conside-
razioni sugli elementi individuati ed operate le oppor-
tune valutazioni (in particolare sul grado di inquina-
mento malavitoso che spesso traspare dalla lettura
dell’ordinanza di sequestro) dovrà adottare senza in-
dugio le fondamentali decisioni necessarie per scon-
giurare il blocco dell’operatività aziendale.
Mafia, antimafia e informazione
SEGUE DA PAGINA 11
La sostituzione dell’amministratore potrebbe così ac-
compagnarsi all’assunzione del proposto alle dipen-
denze della società, assegnandoli financo il ruolo di
preposto “formale” alla gestione laddove specifiche
discipline di settore lo richiedessero (tipico il caso del
settore dell’autotrasporto). In questo caso l’efficacia
del contratto di lavoro sarà subordinata all’autorizza-
zione del giudice.
È indispensabile predisporre un “ordine di servizio”
che definisca l’ambito operativo ed i circoscritti poteri
del coadiutore, esplicitando che la contravvenzione
alle istruzioni impartite dall’AG può comportare l’ado-
zione di provvedimenti disciplinari, ivi incluso il li-
cenziamento.
Laddove la situazione dovesse risultare fortemente
inquinata sotto il profilo della contiguità al contesto
mafioso, ed in particolar modo laddove fossero state
adottate misure restrittive in capo al proposto, sarà
necessario procedere con la nomina di un ausiliario di
fiducia, munito di specifiche capacità manageriali. È
questa una complicazione ulteriore che rischia di pre-
giudicare l’operatività aziendale, perché, come facil-
mente immaginabile, non è facile rintracciare un mana-
ger che accetti in tempi alquanto ristretti di gestire
operativamente un’impresa sottoposta a sequestro.
Altro adempimento che caratterizza la fase primor-
diale del sequestro è l’incontro con il personale dipen-
dente. Preliminarmente si consiglia di comprendere,
anche con l’assistenza del consulente del lavoro, del
personale in amministrazione e dei
managers
, come si
struttura e sviluppa il ciclo operativo, individuandone
compiutamente le fasi, i punti di forza e di debolezza,
i fattori critici e le diseconomie in modo da definire
l’organigramma (se non predisposto) e la pianta orga-
nica. Particolare attenzione dovrà essere riservata alla
presenza di situazioni di contiguità dei singoli dipen-
denti, anche in termini di parentela, con il soggetto
proposto così da “
valutare il grado di caratterizza-
zione che la componente mafiosa genera nella
conduzione dell’impresa
2
.
T
erminate questi riscontri preliminari, l’AG
incontrerà la forza lavoro. Da non escludere
a priori l’ipotesi di procedere con appello
nominale dei dipendenti per verificare even-
tuali assenze ed il motivo (non è improbabile che alcu-
ni soggetti in forza all’azienda lo siano solo per que-
stioni di comodo).
L’AG illustrerà, in termini quanto più comprensibili e
possibilmente rassicuranti, non solo la natura, ma anche
le potenziali conseguenze del sequestro dell’impresa,
avendo cura di rimarcare in particolare che il compito
dell’AG è di mantenerne il valore economico e la capa-
cità reddituale, financo di aumentarla. Le finalità che
l’AG deve perseguire nell’amministrazione e gestione
dei beni sequestrati sono chiaramente individuate dal
V° comma dell’art. 35 del D.Lgs 159/2011: “
egli ha il
compito di provvedere alla custodia, alla conservazio-
ne e all’amministrazione dei beni sequestrati nel corso
dell’intero procedimento,
anche al fine di incrementa-
re, se possibile, la reddittività dei beni medesimi”
.
E’ necessario che l’AG partecipi alla forza lavoro gli
obiettivi dell’amministrazione giudiziaria e le iniziati-
ve e strategie finalizzate al loro conseguimento: il man-
tenimento del livello occupazionale e la stabilizzazione
dei lavoratori precari sono due obiettivi primari
dell’AG, così come lo è il ripristino della legalità. Gli
obiettivi si potranno conseguire anche con il concorso
e la collaborazione (determinanti) del personale di-
pendente.
L’esperienza ci insegna come il tasso di abbandono dei
dipendenti, ovvero la numerosità delle dimissioni dei
lavoratori nell’immediatezza del provvedimento, sia
misura attendibile del tasso di inquinamento dell’im-
presa sequestrata. Per altro verso la numerosità delle
“dimissioni della prima ora” viene a configurarsi come
elemento qualificante sul quale l’AG può svolgere le
sue considerazioni in relazione alle prospettive di con-
tinuità del business aziendale.
In tema di relazioni con il personale, la presenza delle
organizzazioni sindacali è da salutare con favore. La
loro presenza è apprezzabile da parte dell’AG come
“serietà” ovvero distanza dalle logiche mafiose dei di-
pendenti. Al contrario, l’assenza di sindacati in azien-
da non implica necessariamente che il contesto sia
altamente inquinato. Solo la percentuale delle defezio-
ni potrà fornire la misura della contiguità dell’azienda
all’universo mafioso e l’intensità della sua forza at-
trattiva.
Per queste considerazioni è opportuno che l’AG at-
tenda qualche giorno prima di relazionare il magistrato
sulla forza lavoro, riassumendo in una apposita nota
informativa le peculiarità del
business
, il modello
organizzativo, l’organigramma, le procedure decisio-
nali ed operative, la presenza delle organizzazioni sin-
dacali. La raccolta delle informazioni sarà indispensa-
bile all’AG per formulare le considerazioni in ordine al
mantenimento della forza lavoro e conseguentemente
alla conferma dei contratti di lavoro in essere. A tal
proposito è opportuno che l’AG si riservi di procede-
re con licenziamenti del personale ovvero altri prov-
vedimenti (CIG, aspettativa, mobilità) in funzione di
sopravvenute esigenze, ovvero al manifestarsi di ele-
menti specifici che rendano opportuno l’allontana-
mento di uno o più dipendenti.
Se non è presente un dispositivo di rilevazione delle
presenze, si consiglia di procedere con l’installazione,
privilegiando sistemi che garantiscano qualsiasi abuso
da parte del personale.
G
li adempimenti della prima giornata al fron-
te proseguono con il capitolo dedicato ai
rapporti con le banche. Occorre procedere
senza indugio ad informare direttamente
(i.e. telefonicamente) i direttori delle filiali dei vari
Istituti con cui opera l’impresa in ordine all’interve-
nuto sequestro. L’AG deve, a stretto giro, ufficializzare
l’intervenuta custodia/amministrazione giudiziaria,
precisando che da quella data in poi tutte le disposi-
zioni di pagamento saranno eseguite solo se
preventivamente autorizzate dall’AG. Suddetta circo-
stanza implica, necessariamente, il ritiro di tutte le
tessere bancomat e delle carte di credito in circolazio-
ne e la loro riconsegna all’istituto di emissione. I paga-
menti saranno così eseguiti solo con bonifico e riguar-
deranno esclusivamente i debiti sorti in corso di pro-
cedura, con le eccezioni di cui si dirà in prosieguo. La
comunicazione trasmessa alle banche dovrà precisare
che gli assegni pervenuti all’incasso in data successiva
al sequestro non potranno essere pagati.
Particolare attenzione dovrà essere riservata alla veri-
fica degli assegni in circolazione, non solo dei più re-
centi, ma in generale di tutte le matrici che non trovano
corrispondenza negli assegni pagati dagli Istituti.
Usualmente al personale amministrativo viene lascia-
ta la possibilità di accedere
all’home banking
, ma solo
in modalità di visualizzazione. Le varie disposizioni
di pagamento vengono preventivamente esaminate
dall’AG il quale provvede (anche telefonicamente) a
fornire i codici operativi emessi dal “token” e necessa-
ri per completare l’operazione (ivi incluso il
caricamento di ricevute bancarie all’incasso).
Può capitare che a seguito della notifica del sequestro
l’Istituto vincoli le somme presenti sul conto corrente
al FUG, Fondo Unico di Giustizia istituito dall’art.
61, comma III, DL n. 112/2008 (gestito da Equitalia
Giustizia). È bene precisare che dal FUG sono tassa-
tivamente esclusi i beni facenti parte di imprese e/o di
aziende sottoposte a sequestro o confisca. Ne dovrà
essere richiesta la immediata restituzione e ripristino
della disponibilità a favore dell’AG.
L’AG informerà l’Ufficio Postale competente sulla
necessità di trattenere le raccomandate e più in genera-
le la posta indirizzata all’impresa sotto sequestro,
concordando con il direttore dell’Ufficio Postale gli
accessi settimanali per il ritiro della corrispondenza.
Alcune realtà aziendali sono caratterizzate dall’esi-
genza di avere in dotazione un fondo cassa. L’AG
quantificherà suddetta dotazione con il responsabile
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Paolo Fiorio – Gianmichele Bosco,
Manuale dell’amministratore giudiziario
, 2011, 654 ss.
1...,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11 13,14,15,16,17,18,19,20,21,22,...32
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