Il Commercialista Veneto n.236 (MAR/APR 2017) - page 32

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NUMERO 236 - MARZO / APRILE 2017
IL COMMERCIALISTA VENETO
FUORI CAMPO IVA
MANTELLI ROSSI
Paolo Lenarda
Ordine di Venezia
I
L DOGE ERA SPLENDIDO e
prestigioso, osannato dal popolo e
rispettato dai potenti, ma non veni
va mai persa l’occasione per ricor-
dare che importanti erano Venezia e la
Repubblica e che il Doge era solo il loro
rappresentante.
Dopo la sua elezione, e prima della no-
mina, il Doge doveva limitare la propria
autonomia con la sottoscrizione della
“promissione ducale” diventata sempre
più stringente e severa. La sua attività
era condizionata dai molteplici Istituti
che governavano la Repubblica.
Dal 1501, alla morte del Doge
Barbarigo, viene presa una nuova deli-
bera:
“Alla morte dei dogi, nel giorno
stesso in cui si eleggono i correttori,
vengano nominati tre, con il titolo di
inquisitori sopra le operazioni del doge
defunto, che debbono ascoltare tutte le
querele che si volessero muovere con-
tro le di lui azioni o da chi ripetesse
crediti da lui e che tale provvisione
cominciasse subito”.
Non era un controllo formale: un indebito arricchimento della famiglia o debiti
ancora esistenti, dovevano essere compensati aggredendo l’eredità del doge.
Anche la liturgia del potere sottolineava l’importanza della Repubblica e la caducità
del suo rappresentante.
Alla morte del Doge il consigliere di maggior età, prima di restituire al Collegio “il
regio sigillo e le chiavi dell’erario”, dava questa comunicazione:
“il Doge, il
Serenessimo d’immortal memoria, è passato a miglior vita”
.
Fantastica è la risposta dovuta dal reggente:
“Con molto dispiacer avemo sentio la
morte del serenissimo Principe, tanta pietà e bontà; però ne faremo un altro”
.
Nota
. Se i mantelli rossi hanno risve-
gliato la tua curiosità, vai a fare una visita alla Querini Stampalia: è un palazzo del
cinquecento: era la residenza dei Querini, ricca famiglia del patriziato veneziano, che,
nel tempo, non ha subito significative modifiche. Bello il museo, importante e fre-
quentata la biblioteca, bellissimo ed emozionante quel sapore di nobile abitazione del
settecento: i quadri, i mobili, i lampadari, i pavimenti, le porte. Troverai anche una
stanza con i quadri di Gabriel Bella.
E’ in campo Santa Maria Formosa, dietro la chiesa, dopo un ponticello privato.
Con una passeggiata di pochi minuti puoi arrivare in campo San Giovanni e Paolo,
dove si tenevano i funerali dei Dogi: vicino alla chiesa, di fronte alla Scuola di San
Marco, che oggi ospita l’ospedale civile di Venezia.
Gabriel Bella, pittore vissuto a Vene-
zia nel Settecento non ha lo spessore
di un Canaletto, di un Bellotto o di un
Guardi, ma i suoi quadri rappresenta-
no con semplicità e immediatezza la
vita quotidiana della Repubblica: la
corsa con i tori, il gioco sui ponti, le
processioni, le feste e il funerale del
Doge in campo san Giovanni e Paolo.
Lo riporto assieme a questo mio breve
articolo ma per apprezzarne i colori vi
consiglio di ricorrere al vostroGoogle.
Guardate quella prima fila di impor-
tanti personaggi con il loro stupendo
e chiassoso mantello rosso.
Mantello rosso al funerale del Doge?
Tutti tristi, tutti neri e loro con il man-
tello rosso? Certo!
Il lutto è per la morte di un uomo ma
i mantelli rossi, in prima fila, urlano al
mondo che Venezia continua: il Doge
è morto, ma la Repubblica è ancora
viva. E così per mille anni.
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