Il Commercialista Veneto n.236 (MAR/APR 2017) - page 3

NUMERO 236 - MARZO / APRILE 2017
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Di SILVIA DECARLI e FILIPPO CARLIN
IL COMMERCIALISTA VENETO
L'INTERVISTA / Massimo Miani
Buon lavoro, Massimo
Dieci domande (più una) a Massimo Miani, il “nostro” nuovo Presiden-
te del Consiglio Nazionale, per saperne di più, per conoscere le sue idee,
le sue priorità, per capire dove stiamo andando, cosa ci aspetta.
Cinque priorità del Tuomandato, per i primi 100 giorni di attività.
Una, non cinque: far intendere da subito al nostro interno come all’esterno
che la categoria ha voltato pagina, che è entrata in una nuova stagione,
fatta di consapevolezza delle difficoltà e di voglia di mettere finalmente in
campo progetti concreti per darle nuovo slancio. Per questo ci siamo but-
tati a capofitto in questa avventura, mettendo mano ad una serie di dossier,
tutti importanti. Daranno frutti nei primi cento giorni? Difficile. Anzi, direi
che i nostri colleghi devono avere la consapevolezza della complessità dei
problemi che la professione affronta e del tempo non breve che ci vorrà per
provare a risolverli. Ma siamo in campo per costruire rapporti impostati
finalmente sul reciproco rispetto e ascolto con i nostri interlocutori istitu-
zionali, per metter mano in tempi ragionevoli al nostro Ordinamento profes-
sionale, per la riorganizzazione della struttura del Consiglio nazionale; per
il miglioramento dei servizi agli Ordini e agli iscritti; per lo sviluppo e la
tutela della professione, per la costruzione di un rapporto più stretto tra le
professioni economico giuridiche.
Nel Tuo Consiglio ci sono poche (pochissime) donne, nonostante le tante
colleghe. Perché questa scelta?
E’ vero, sul fronte della rappresentanza femminile si poteva fare di più,
anche se mi piace sottolineare come le due Consigliere nazionali Marcella
Galvani e Valeria Giancola siano entrambe estremamente preparate e moti-
vate. Però il problema c’è ed è più generale. Afronte di 42mila colleghe che
rappresentano il 32% degli iscritti alla categoria, abbiamo solo due donne
in Consiglio nazionale e solo 14 donne presidenti di Ordini territoriali su un
totale di 131, meno dell’11%. Situazioni “bloccate” come queste sono figlie
anche dalle maggiori difficoltà che le donne incontrano nel conciliare la
vita professionale con gli impegni familiari, in assenza di un welfare che le
sostenga pienamente. Ma se sul fronte del welfare il Consiglio nazionale
può poco, è indubbio che vanno comunque costruite le condizioni affin-
ché le nostre colleghe possano accedere con più facilità a ruoli di vertice.
Per questo, nella prospettiva di una riforma del nostro sistema elettorale,
stiamo avviando una riflessione sulla possibilità di inserire le “quote rosa”,
a livello nazionale come a livello locale. Sarebbe un enorme passo avanti
per la nostra comunità.
“Ridare dignità allanostra categoriaprofessionale”. Cosa significaperTe?
Tutte le professioni italiane hanno patito nel corso degli ultimi decenni una
tendenza alla perdita di ruolo. Il sistema ordinistico nel suo complesso
fatica a mantenere la centralità che lo ha contraddistinto per lungo tempo
nell’organizzazione sociale e del lavoro del nostro Paese. C’è poi uno spe-
cifico dei commercialisti, dovuto alla mancanza di esclusive, ad un conse-
guente restringimento del mercato e ad un rapporto purtroppo mal impo-
stato con l’amministrazione finanziaria, da cui discende troppo spesso un
mancato riconoscimento della nostra funzione a supporto sostanziale della
macchina dello Stato. Non si tratta però di vagheggiare un impossibile
ritorno al passato, ma di tornare ad essere interpreti dei cambiamenti della
società che investono prepotentemente anche la nostra professione, ge-
stendoli, non subendoli. Ecco, direi che ridare dignità alla nostra professio-
ne significa non mettersi di traverso all’innovazione, neppure quando essa
mette in discussione le nostre certezze professionali, ma chiedere di veder-
ci riconosciuto il nostro ruolo in questi processi. Significa tornare ad esse-
re protagonisti nei rapporti con i nostri interlocutori istituzionali; essere
ascoltati nel momento in cui le norme vengono concepite e non dopo,
quando le subiamo. E riconquistare dignità significa anche che la nostra
disponibilità a collaborare con l’amministrazione finanziaria, nell’ottica di
un complessivo avanzamento del Paese che ci sta ovviamente molto a
cuore, deve finalmente tradursi in riconoscimenti concreti. Messi nero su
bianco.
I commercialisti: utili, necessari o indispensabili alla società? Perché?
Sicuramente utili, molto spesso indispensabili. Non credo esista altra pro-
fessione così saldamente al centro dei rapporti tra imprese, cittadini - con-
tribuenti e istituzioni e così determinante per la tenuta del tessuto delle
piccole e medie imprese del nostro Paese. Sembrano frasi fatte, eppure
sono decisamente rispondenti al vero, tanto più in una realtà quale quella del
Nord est, nella quale siamo stati al fianco delle aziende quando le nostre terre
erano assurte a modello economico nazionale ed europeo, quando hanno
patito duramente i colpi della crisi economica e lo siamo ora che, pur tra mille
contraddizioni, si intravedono comunque timidi segnali di ripresa.
SAF: strumentali alla specializzazione della professione o obiettivo in sé?
Innanzitutto è stato importante metterle in campo, avviare questo percorso
su tutto il territorio nazionale, per il quale mi sono molto impegnato negli
Massimo Miani
è il nuovo presidente del Consiglio nazionale dei Dottori
commercialisti e degli esperti contabili. Miani, 55 anni, già presidente dell'Ordi-
ne dei commercialisti di Venezia e consigliere nazionale, succede a Gerardo
Longobardi e guiderà la categoria (che conta attualmente 117.352 professionisti)
fino al 2020.
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