Il Commercialista Veneto n.232 (LUG/AGO 2016) - page 25

NUMERO 232 - LUGLIO / AGOSTO 2016
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IL COMMERCIALISTA VENETO
Alessandro Solidoro
inoltre completamente riscritto per quanto riguarda le modalità di analisi
delle
controlled transaction
, enfatizzando l’importanza della corretta iden-
tificazione dei cinque fattori di comparabilità, che costituiscono le caratte-
ristiche economicamente rilevanti della transazione. È sottolineato come le
imprese, nel valutare i termini di una possibile transazione, terranno in
considerazione le varie opzioni realisticamente disponibili, e effettueranno
tale transazione soltanto se non individuano nessuna alternativa che risul-
ti nettamente più vantaggiosa.
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È inoltre evidenziato come, nel verificare la
comparabilità tra due transazioni e l’eventuale aggiustamento di prezzo,
l’importanza di ciascuno dei cinque fattori sarà più o meno significativa in
relazione alla natura della transazione e del metodo di determinazione dei
prezzi adottato.
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È però importante comprendere come non sia necessario
che le transazioni osservate tra due parti indipendenti siano
tout-court
uguali per essere considerate comparabili. Piuttosto, ciò che conta è che la
logica economica sottostante sia la medesima che sarebbe stata concorda-
ta tra due parti indipendenti in condizioni economiche comparabili.
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In
questo contesto, particolare importanza riveste il concetto di rischio, per il
quale la teoria economica riconosce una relazione funzionale con il rendi-
mento atteso di un investimento. L’OCSE ha quindi fornito un
framework
con il quale è possibile analizzare ed allocare i rischi sottesi alla transazio-
ne, in maniera tale da ricreare le logiche che governano, sul libero mercato,
le transazioni che avvengono tra parti indipendenti. In assenza di logica
economica, è prevista la possibilità di ignorare o addirittura di
ricaratterizzare
la transazione.
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Per la parte “operativa” di allocazione del profitto, enfasi particolare è stata
posta nel metodo del
profit
split, le cui modalità di applicazione saranno
oggetto di approfondimento da parte del OCSE nel corso del 2016, e per
una descrizione del quale si rimanda al paragrafo apposito.
6.
L’importanza della reportistica nel Transfer Pricing
Le varie configurazioni dei cinque fattori di comparabilità sono riflessi in
parte in accadimenti che sfociano in scritture di contabilità. È di conse-
guenza necessario avere in mente la struttura di conto economico che
viene normalmente utilizzata dalle imprese dato che, come si vedrà, a se-
conda del metodo di
transfer pricing
adottato, le “zone” del conto econo-
mico avranno maggiore o minore rilevanza ai fini dell’analisi.
+ Ricavi di vendita (TP)
- Costi di produzione (COGS)
= Margine lordo
(ML)
- Costi operativi
= Utile operativo/EBIT
+/ - Ricavi/costi non operativi
- imposte
= Utile dopo le imposte
7.
Il Metodo del confronto di prezzo sul libero Mercato (CUP)
Il metodo CUP confronta il prezzo di beni o servizi trasferiti nel corso di una
operazione tra imprese associate (
controlled transaction
) con il prezzo
applicato a beni o servizi trasferiti nel corso di una transazione comparabile
sul libero mercato, quindi tra due imprese indipendenti, in circostanze
comparabili (
comparable uncontrolled transaction
).
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La transazione
uncontrolled
ha quindi due caratteristiche: avviene tra due attori indipen-
denti ed è comparabile alla transazione da controllata da confrontare. Il
confronto si può basare innanzi tutto sul prezzo applicato dall’impresa in
transazioni comparabili con controparti indipendenti (transazione
comparabile interna o
internal comparable
). È il caso in cui l’azienda ven-
da lo stesso prodotto,
ceteris paribus,
sia a imprese associate che a terze
imprese indipendenti, ed il prezzo applicato a queste ultime è per definizio-
ne un prezzo ottenuto sul libero mercato. La seconda tipologia di confron-
to si ha sulla base del prezzo che due aziende indipendenti applicano in
transazioni comparabili a quella in esame (transazione comparabile esterna
o
external comparable
). Idealmente non vi è alcuna differenza tra un
comparable
esterno ed uno interno, ma la presenza di asimmetrie informa-
tive rende questi ultimi più affidabili. Altra conseguenza delle carenze in-
formative, oltre che degli stringenti requisiti di comparabilità, è la difficoltà
nel reperire transazioni comparabili. Ciò limita notevolmente l’applicabilità
di questo metodo, limitandolo solitamente a casi in cui si sia in possesso di
internal comparables
, di prodotti standardizzati quali le
commodities
o
per i finanziamenti.
Il confronto tra la transazione
controlled
e la
uncontrolled
permette di
verificare l’
an
secondo l’articolo 9 della MC. Per cui se le condizioni alla
base delle relazioni commerciali e finanziarie delle transazioni
controlled
e
uncontrolled
sono comparabili, e i prezzi sono uguali, allora i prezzi appli-
cati nella transazione tra imprese associate sono concorrenziali, e nessuna
riallocazione degli utili è dovuta. Al contrario, se i prezzi applicati differi-
scono, e ciò non deriva da differenze in uno o più dei fattori di comparabilità,
sarà necessario calcolare il
quantum
ex art.9 MC, che sarà pari alla differen-
za tra il prezzo della transazione controllata e quello ad
arm’s length
della
uncontrolled
.
È quindi chiaro come sia il prezzo dello specifico bene o del servizio l’ele-
mento rilevante ai fini della comparabilità. Ciò lo rende un metodo c.d.
diretto, perché il prezzo di trasferimento non è determinato per “deduzio-
ne” comparando i margini come avviene negli altri metodi. È inoltre un
metodo “bilaterale”, perché il prezzo praticato è il risultato della negoziazione
sul libero mercato tra l’entità acquirente e venditrice, corrispondente al
punto di intersezione tra domanda ed offerta. Il fatto che il prezzo sia il
medesimo sia per chi vende che per chi acquista permette di esulare dalla
individuazione del
tested party,
necessario invece per gli altri metodi. È da
notare che le caratteristiche del bene o del servizio normalmente sono, tra
i 5 fattori, le qualità che più influenzeranno il prezzo di un bene o di un
servizio, e che quindi devono essere analizzate più approfonditamente in
sede di analisi di comparabilità. Altri fattori che da tenere comunque in
considerazione sono le clausole contrattuali e le circostanze economiche
sottostanti.
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8.
Il Metodo del Costo Maggiorato (
Cost Plus
)
L’analisi ha come oggetto il
markup
applicato dal fornitore ai costi soste-
nuti nella transazione controllata per produrre il bene o il servizio. Contra-
riamente al CUP, quindi, si tratta di un metodo unilaterale (
one-sided
), per-
ché il prezzo è analizzato secondo il punto di vista di uno solo dei parteci-
panti alla transazione (
tested party
), senza curarsi di eventuali differenti
risultati della controparte. È evidente dunque l’importanza della corretta
selezione del
tested party
, che sarà l’entità a cui un metodo di determinazio-
ne del prezzo di trasferimento può essere applicato nel modo più affidabile
possibile e per il quale possono essere trovati gli elementi comparabili più
affidabili: il più delle volte sarà la parte per cui l’analisi funzionale è meno
complessa.
50
Un’ulteriore differenza del
Cost Plus
rispetto al CUP sta nel
suo essere un metodo indiretto, poiché il
transfer price
viene ricavato solo
dopo aver determinato il margine lordo (il
markup
) ad
arm’s length
.
Contabilmente la formula è la seguente:
TP = COGS x (1 + Markup)
, e si
può descrivere nel modo seguente:
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Costo di acquisto delle materie prime
-200
Altri costi diretti e indiretti di produzione
-100
Costi di produzione (COGS)
-300
Markup
applicato (es. 20%)
(ML)
52
60
= Prezzo di trasferimento (TP)
53
360
Altri costi
-40
REDDITO OPERATIVO
20
L’identificazione del margine lordo (nell’esempio 60, che corrisponde al
20% dei costi di produzione) non presenta normalmente particolari difficol-
tà, essendo il metodo normalmente utilizzato dal management per fissare i
prezzi di vendita, e si può facilmente reperire dal software di
cost accounting
.
La base di partenza sono comunque i costi di produzione sui quali è appli-
cato il
markup
. Trovato il margine, si procederà a verificare l’esistenza di
comparable
interni o esterni mediante analisi di comparabilità. Se dall’ana-
lisi emerge che:
a) nessuna differenza (nel caso in cui esistano) tra le transazioni comparate
o tra le imprese che avviano dette transazioni influenza sostanzialmente il
cost plus mark up
(non il prezzo) sul libero mercato; o che
b) correzioni ragionevolmente adeguate possono essere apportate allo
scopo di eliminare gli effetti sostanziali di dette differenze,
54
SEGUE DA PAGINA 24
Metodi
nel
transfer pricing
SEGUE A PAGINA 26
44
TPGL2010, paragrafo 1.34, concetto ripreso ed arricchito nel nuovo paragrafo 1.38 delle TPGL post-BEPS.
45
OECD,
Aligning Transfer Pricing Outcomes with Value Creation, Actions 8-10
- 2015 Final Reports, paragrafo 1.39.
46
OECD,
Aligning Transfer Pricing Outcomes with Value Creation, Actions 8-10
- 2015 Final Reports, paragrafo 1.123
47
OECD,
Aligning Transfer Pricing Outcomes with Value Creation, Actions 8-10
- 2015 Final Reports, paragrafo 1.122
48
TPGL2010, paragrafo 3.24
49
United Nations Practical Manual on Transfer Pricing, paragrafo 6.2.2.4.
50
TPGL2010, paragrafo 3.18.
51
Esempio tratto da OCSE, “Transfer Pricing Methods”, pagina 5.
52
Oggetto di analisi del metodo del Cost Plus.
53
Prezzo di vendita a una impresa associata.
54
TPGL2010, paragrafo 2.41.
1...,15,16,17,18,19,20,21,22,23,24 26,27,28,29,30,31,32,33,34,35,...36
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