Il Commercialista Veneto n.232 (LUG/AGO 2016) - page 26

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NUMERO 232 - LUGLIO / AGOSTO 2016
IL COMMERCIALISTA VENETO
allora si potrà testare l’aderenza del
markup
al principio di libero mercato
comparandolo con quello applicato in transazioni comparabili non control-
late (
internal comparable
), o con quello
applicato da imprese terze indi-
pendenti in transazioni comparabili non controllate (
external comparable
).
Nel primo caso basterà controllare, estrapolando le informazioni dalla con-
tabilità gestionale, che il
markup
applicato a transazioni comparabili effet-
tuate nei confronti di terzi indipendenti sia lo stesso applicato nella transa-
zione controllata in esame.
Diversamente, nel (nella pratica difficile) caso in cui si abbiano i dati conta-
bili, il
markup
applicato da un
comparable
esterno si ricaverà utilizzando il
seguente indice:
ML/COGS
.
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La percentuale risultante andrà confrontata
con quello della transazione controllata, per constatare se le funzioni svol-
te, i beni utilizzati, e i rischi assunti sono remunerati in coerenza con quanto
accadrebbe sul libero mercato. L’idea di base è che, a parità di funzioni, asset
e rischi, la remunerazione tende ad essere la stessa, prescindendo dal tipo di
prodotto/servizio reso. L’analisi funzionale influirà quindi maggiormente sul-
la comparabilità, anche se la presenza di notevoli differenze nei prodotti
normalmente risulta in differenze nelle funzioni. È perciò consigliabile che le
transazioni da comparare riguardino la stessa famiglia di prodotti.
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Sul punto è utile fare alcune precisazioni. Innanzi tutto, è interessante
notare come i costi di produzione siano considerati come variabili indipen-
denti. Questo perché l’assunzione di base è che essi siano costituiti da
transazioni avvenute con terze parti indipendenti dalla discrezionalità del
gruppo. Nel caso non fosse così, sarà necessario provvedere ad un’ulte-
riore indagine per verificare se la transazione di acquisto del bene/servizio
sia avvenuta ad
arm’s length.
Il fatto che si analizzino i margini lordi rende
poi il metodo suscettibile a differenti politiche di redazione del bilancio:
perché l’indice sia effettivamente comparabile è fondamentale che esse
siano uniformemente applicate tra le imprese associate e le imprese indi-
pendenti,
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con tutte le difficoltà che ne conseguono.
9.
Il Metodo del Prezzo di Rivendita (
Resale Price
)
Il metodo del prezzo di rivendita si riferisce al prezzo a cui un prodotto che
è stato acquistato da un’impresa associata viene rivenduto ad un’impresa
indipendente,
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ed è normalmente applicato quando il
tested party
è un
distributore.
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Detto prezzo viene poi ridotto di un adeguato margine lordo,
che rappresenta la cifra con la quale il rivenditore cercherebbe di coprire le
proprie spese di vendita ed altre spese di gestione e, alla luce delle funzioni
svolte (considerando i beni utilizzati ed i rischi assunti), di ricavare un utile
adeguato profitto.
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Così come nel
Cost Plus
la variabile indipendente su
cui basare l’analisi sono i costi di acquisto/produzione, nel
Resale Price
il
valore di partenza è il prezzo di vendita. Questo perché, avvenendo la
vendita con terze parti indipendenti, essa è necessariamente ad
arm’s length.
Ne deriva che si potrà avere
profit shifting
solo a livello di input, ossia nella
transazione di acquisto del servizio o del bene dalla impresa associata. In
assenza di un CUP che dimostri come il prezzo d’acquisto sia adeguato,
non resta che dedurre tale valore in maniera indiretta, verificando che il
margine lordo del prezzo di rivendita, espresso dalla relazione tra margine
lordo e ricavi di vendita (
ML/TP
), sia pari quello che lo stesso rivenditore
guadagna sugli articoli acquistati e venduti nel corso di transazioni
comparabili sul libero mercato (
internal comparable
), o a quello che viene
realizzato da un’impresa indipendente, nel corso di transazioni comparabili
sul libero mercato (
external comparable
).
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Il metodo si può descrivere nel modo seguente:
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Ricavi di vendita a clienti terzi
1.000
Margine del prezzo di rivendita
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400
Costi di produzione (COGS)
64
-600
Altri costi
-300
Utile operativo
100
L’analisi comparativa da svolgere per identificare i
comparables
è la mede-
sima che si ha nel
Cost Plus
, per cui una transazione
uncontrolled
sarà
comparabile a quella oggetto di investigazione se
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a) nessuna delle differenze (nel caso esistano) tra le transazioni comparate
o tra le imprese che avviano dette transazioni potrebbe sostanzialmente
influenzare il margine del prezzo di rivendita (non il prezzo) sul libero merca-
to, oppure,
b) sono possibili correzioni ragionevolmente adeguate per eliminare gli
effetti di dette differenze.
Come avviene nel
Cost Plus
, l’analisi funzionale influisce maggiormente
sulla comparabilità rispetto alle caratteristiche fisiche dei prodotti/servizi
venduti. La redditività di un distributore infatti deriva normalmente da ca-
ratteristiche che non impattano sul prodotto venduto in sé, soprattutto nel
caso in cui non siano utilizzati beni unici (ad esempio beni immateriali) che
aggiungano valore a quanto rivenduto. Per questo motivo, quando le tran-
sazioni controllate e quelle sul libero mercato sono comparabili in tutte le
caratteristiche che non siano la tipologia di prodotto, il metodo del prezzo di
rivendita potrebbe rappresentare un metro di valutazione delle condizioni
concorrenziali più affidabile rispetto al metodo CUP,
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nonostante il suo es-
sere un metodo unilaterale. Nel caso contrario, in cui i beni subiscano ulterio-
ri processi, trasformazioni o modifiche, il
Resale Price
dovrebbe essere ac-
cantonato per un metodo migliore.
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Il metodo risente inoltre, per le stesse
ragioni descritte nel
Cost Plus
, delle differenze nei principi di redazione del
bilancio.
10.
Il Metodo del Margine Netto della Transazione
(
Transactional Net Margin Method
)
Questo metodo è, nella pratica, il più utilizzato. Il motivo è da ricercare nel
fatto che si basa su indicatori facilmente ricavabili dai bilanci d’esercizio,
che per le società sono pubblici e presenti in vari database utilizzabili al-
l’uopo. Il TNMM è un metodo unilaterale, che individua un indicatore
finanziario basato sull’utile
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realizzato dal
tested party
in una transazione
controllata, e lo compara. La scelta del
tested party
nel caso del TNMM
segue la medesima
ratio
applicata nel caso del
Cost Plus
e del
Resale
Price
, ossia in relazione ai risultati della analisi funzionale.
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Nel calcolo dell’indicatore, la scelta della base da rapportare all’utile netto,
ad esempio vendite, costo del venduto, o l’attivo immobilizzato, dipende
dai fatti e dalle circostanze del caso, oltre che dal
tested party
.
70
L’indicato-
re utilizzato è chiamato
Profit Level Indicator,o
PLI, ed è una componente
fondamentale per la buona riuscita del sistema di
transfer price
adottato, e
deve riflettere il valore delle funzioni svolte, i beni utilizzati, e i rischi assun-
ti dal
tested party
,
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come espressione dei driver di valore del business. I
PLI più utilizzati sono i seguenti:
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Return on Assets (ROA)
EBIT / Attività Operative
Operating Margin (OM)
EBIT / Ricavi di vendita
Return on Total Costs (Net Cost Plus) EBIT / (COGS + Costi Operativi)
Return on Cost of Goods Sold ML / COGS
Berry Ratio ML / Costi Operativi
È importante che la base posta al denominatore sia ragionevolmente indi-
pendente dalle transazioni controllate, per poter avere un punto di parten-
za oggettivo,
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come lo sono i costi nel caso del
Cost Plus,
e i prezzi di
vendita nel caso del
Resale Minus.
È quindi d’obbligo “nettare” le even-
tuali distorsioni derivanti da operazioni con parti correlate, per far sì che il
denominatore sia composto da dati conformi al principio di libera concor-
renza. Specularmente, i costi e i ricavi che non sono afferenti alla transazio-
ne controllata oggetto di analisi dovrebbero essere esclusi qualora influi-
scano in maniera significativa sulla comparabilità con le transazioni sul
libero mercato, perché andrebbero ad condizionare l’utile posto al
numeratore e, conseguentemente, il risultato del PLI.
È interessante notare che quando all’utile viene rapportato il costo
devenduto o i ricavi di vendita, il TNMM è simile rispettivamente al
Cost
Plus
e al
Resale Price
, con la differenza che i prezzi di trasferimento si
SEGUE DA PAGINA 25
Metodi
nel
transfer pricing
SEGUE A PAGINA 27
55
Che si ottiene rielaborando la formula del Cost Plus TP = COGS x (1 + Markup) ponendo il margine ad incognita
56
United Nations
Practical Manual on Transfer Pricing
, paragrafo 6.2.17.2.
57
TPGL2010, paragrafo 2.46.
58
TPGL2010, paragrafo 2.21.
59
Segretariato dell’OCSE,
Transfer Pricing Methods
, paragrafo 10.
60
TPGL2010, paragrafo 2.21.
61
TPGL2010, paragrafo 2.22.
62
Esempio tratto da OCSE,
Transfer Pricing Methods
, pagina 4.
63
Oggetto di analisi del resale price method.
64
Prezzo di trasferimento applicato nell’acquisto dalla impresa associata
65
TPGL2010, paragrafo 2.23
66
TPGL2010, paragrafo 2.26.
67
TPGL2010, paragrafo 2.29.
68
Normalmente il reddito operativo, meglio se della gestione caratteristica.
69
TPGL2010, paragrafo 3,18.
70
World Custom Organization,
WCO Guide to Custom Valuation and Transfer Pricing
, pagina 36
71
Segretariato dell’OCSE,
Transfer Pricing Methods
, paragrafo 18.
72
United Nations
Practical Manual on Transfer Pricing
, tabella 6.5, paragrafo 6.3.7.1
73
TPGL2010, paragrafo 2.88
1...,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25 27,28,29,30,31,32,33,34,35,...36
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