Il Commercialista Veneto n.229 (GEN/FEB 2016) - page 23

NUMERO 229 - GENNAIO / FEBBRAIO 2016
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IL COMMERCIALISTA VENETO
ISABELTURRILLO
LUIGI DI GIROLAMO
Lettere dalla Spagna
ATTUALITÀ
SEGUE A PAGINA 24
S
PAGNAEITALIADASECOLICONDIVIDONO, indifferenti ambiti,
numerosi fattori di denominazione comune, che in molti casi hanno
segnato l’evolversi e la crescita dei due paesi, e che ancora oggi
marcano il passo nelle traiettorie di sviluppo delle due nazioni. In
un continuo rapporto di cooperazione e confronto i due Stati mediterranei
hanno saputo coltivare e soprattutto costruire una proficua interazione,
basata sugli scambi commerciali, culturali, politici ed istituzionali. La storia
con il suo lungo corso ha riservato molte occasioni di incontro, e talvolta di
scontro, tra le due culture mediterranee. Sono passati più di due secoli da
quando l’esercito spagnolo, dopo un’occupazione iniziata nel 1500
abbandonò il suolo nazionale italiano a seguito dello scatenarsi, nel 1701,
della cosidetta “guerra di successione spagnola”. In questo periodo
l’influenza della dominazione iberica ha segnato non solo l’economia e la
demografia del territorio italiano, bensì la lingua ed il
modus vivendi
di metà
stivale. Il secolo breve ha poi dato vita ad una nuova tappa dei rapporti tra
i due paesi cementando, durante la guerra civile spagnola, l’alleanza tra i
regimi fascisti delle due nazioni e contemporaneamente la solidarietà tra le
rispettive forze di opposizione repubblicane.
Q
uegli eventi storici che oggi appaiono così lontani hanno
assunto una grandissima valenza, contribuendo a segnare un
solco profondo, una sorta di nuovo spartiacque tra ciò che fu
e ciò che non sarebbe più stato.
Italia e Spagna attualmente continuano a dialogare sviluppando però
nuovi linguaggi e nuove forme di interazione, influenzate soprattutto
dall’esistenza di contesti globali post-moderni e dalla nascita di nuove
entità sovrastatali (UE, NATO, FMI, BCE, ecc.). In campo economico, la
comparazione tra questi due sistemi economici, rappresenta un focus
fondamentale, capace di fornire rilevanti spunti di riflessione su cui basare
un dibattito più che mai proficuo e necessario in merito agli strumenti da
mettere in campo per raggiungere nuovi stadi di “crescita”. In tempi di crisi
del capitalismo globale e di profonda ridiscussione delle teorie economiche
classiche
mainstream
, con le formazioni economico-sociali in profondo
mutamento, rileggere la volubile realtà odierna in un ottica di confronto fra
vari macrosistemi, determina un salto qualitativo nella ricerca dei fattori
economici e produttivi su cui agire per intraprendere traiettorie di rinascita
economica. La prospettiva comparata ci permette soprattutto di assumere
una “
mirada
” assai diversa dalle prospettive che sarebbe possibile
assumere ragionando invece su scala esclusivamente nazionale. La crisi
dei sistemi economici-finanziari delle nazioni più ricche del pianeta, iniziata
con l’esplosione della famosa bolla dei
“subprime”
americani, ha contagiato
oltre ogni aspettativa la realtà di molti paesi occidentali, ripercuotendosi in
maniera dilagante sulla stabilità dei debiti sovrani e sulle politiche interne
degli Stati direttamente o indirettamente coinvolti.
D
al biennio nero 2007-2008, i principali economisti, sociologi,
politologi, scrittori e governatori del pianeta si sono cimentati
in una spietata diatriba sulle cause di suddetta crisi, ma ancor
di più sui rimedi da mettere in campo per uscirne. In questo
gioco delle parti, le differenze emerse nelle scelte di posizionamento in
merito al tema delle sfide alla competitività hanno visto confrontarsi
principalmente due scuole di pensiero: una legata al sostegno delle politiche
di austerity e l’altra in netta contrapposizione a quest’ultime. Comprendere
le ragioni di suddette scelte significa dar vita ad un analisi complessiva dei
vari piani di cui si compone le realtà, per comprendere in ultima istanza
come uno Stato ed il suo tessuto socio-produttivo possa rispondere agli
input
forniti. Spagna ed Italia con la loro cronistoria recente si inseriscono
in questo dibattito presentando due posizioni che, usando un espressione
presa in prestito dalla politica italiana, si definirebbero di “
convergenze
parallele”,
per la loro capacità di perseguire un obiettivo comune pur
muovendosi su binari differenti. Di fatto mentre il paese del flamenco ha
conseguito nel 2014 e soprattutto nel 2015 i migliori risultati degli ultimi
sette anni facendo registrare rispettivamente una crescita del +1,4% (fonte
INE) e del 3,1% (fonte FMI), grazie anche alla ripresa dei consumi interni,
dimostrando così di essere l’economia più in forma non solo nel contesto
europeo, bensì a livello di tutti i paesi industrializzati (con Stati Uniti, Regno
Unito e Germania che fanno registrare nel 2015 tassi di crescita
rispettivamente del + 2,5 %; + 2,4%; +1,5%), l’Italia dal canto suo, sembra
rivestire ancora una volta il ruolo della bella addormentata con un’economia
ancora in sofferenza, ancorché capace quest’anno di far registrare per la
prima volta dal 2011 un ritorno alla crescita (+0,8%). Stando ai dati forniti
dal Ministero dell’Economia, la Spagna non solo cresce ma nel mese di
settembre del 2015 fa anche registrare per la prima volta dall’inizio della
crisi una diminuzione del livello di indebitamento rispetto al PIL (pari al
97,7%). Sul fronte delle imprese sia l’OECD che l’FMI evidenziano però la
difficile posizione delle imprese spagnole, dovute soprattutto alla ridotta
dimensione delle strutture produttive ed al corrispondente alto livello di
indebitamento, considerati questi ultimi due come fattori determinanti per
la sostenibilità dello sviluppo delle organizzazioni imprenditoriali a medio
lungo termine, a cui si dovrà far fronte con un aumento delle vendite ed una
conseguente riduzione dell’indebitamento. Gli ottimi risultati economici
hanno però permesso ai settori privati e pubblici di vivere un momento
Turrillo Global Services, Madrid
Gli ottimi risultati economici conseguiti nel 2015 dal governo Rajoy
forniscono un contributo nel confronto tra Italia e Spagna, ponendo
l’accento sulla necessità di comprender come dar vita ad un nuovo
percorso di rinascita economica post-crisi
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