Il Commercialista Veneto n.229 (GEN/FEB 2016) - page 32

32
NUMERO 229 - GENNAIO / FEBBRAIO 2015
IL COMMERCIALISTA VENETO
FUORI CAMPO IVA
LANASCITADEL DENARO
Paolo Lenarda
Ordine di Venezia
Chi sei tu?
Giuseppe.
No. Tu sei una banca.
Il principe gli sferra un pugno sul naso e un calcio sugli stinchi.
Chiama le guardie e lo fa incarcerare senza mangiare per una settimana.
Chi sei tu?
Giuseppe.
No. Tu sei una banca.
Il principe prende la spada, gli
taglia una mano, e lo fa incarcerare
per due settimane, senza mangiare.
Chi sei tu?
Una banca.
E allora, se sei una banca,
mi presti soldi per un miliardo.
E come faccio?
Li stampi.
E che garanzie mi dai?
La promessa che te li
restituirò.
Giuseppe è incerto, guarda l’unica
mano che gli è rimasta:
Accetto.
È nato il denaro. Lo ammetto, è una sintesi un po’ brutale, ma, alla fine, credo che
sia andata proprio così. Mi ricordo quando nel
Milione
, alla fine del 1200, Marco
Polo ci racconta la sorpresa di vedere, in Cina, circolare il denaro di carta, senza un
minimo di valore intrinseco. Cerca di capire e di spiegare al capitolo 95 quando
racconta che il grande sire “
fa prendere scorza di un àlbore ch’à nome gelso e
cogliono la buccia sottile che è tra la buccia grossa e ‘l legno dentro, e di quella
buccia fa fare carte come di bambagia; e sono tutte nere
Marco Polo continua a raccontare che, nella città di Canbalu, dove avvengono
questi fatti, la gente taglia la carta e ne fa tanti pezzetti con diverse dimensioni “
e
tutte queste carte sono suggellate del suggello del Grande Sire
Con questa carta viene comperato ogni oggetto di qualsiasi pregio “
e sì vi dico che
tutte le genti e regioni che sono sotto sua segnoria si pagano di questa moneta
d’ogne mercantia di perle, d’oro, d’ariento, di pietre preziose
”.
Possiamo capire lo sbigottimento di Marco Polo, abituato con le monete di Venezia
di un materiale non sempre prezioso, ma, comunque, con un minimo di valore
intrinseco. Mi piace, anche, ricordare una storia abbastanza conosciuta ma raccontata
benissimo da Felix Martin che, nel suo libro,
Il denaro
, parla di un argomento
difficile come fosse il racconto di una bella storia.
Èquantoavvenuto in Irlandanel 1970quando, il 4maggio, a seguito
di una gravissima vertenza sindacale, le banche rimasero chiuse fino
al 17 novembre, per più di sei mesi. Il contante, ovviamente, era
sparito e si temeva una tragedia con il fermo dell’economia e l’inizio
di una crisi senza sbocco. Non è successo nulla.
Cominciano a girare assegni, cambiali, e ogni altro impegno per
un futuro pagamento: questi documenti non avrebbero dovuto
avere alcuna credibilità. Anche gli assegni, che non potevano
essere portati all’incasso, erano di fatto pure promesse.
Per sei mesi nessuno ha potuto verificare la bontà dei documenti
ricevuti in pagamento.Assegni e altri impegni girano sulla fiducia
dell’emittente.
Dopo più di sei mesi, all’apertura delle banche, passato il primo
breve periodo di sistemazione dei documenti in circolazione,
l’economia ha ripreso il suo corso normale come nulla fosse
avvenuto.
Mi affascina l’episodio di Nixon che nel 1971 annulla la
convertibilità del dollaro: gli esperti si attendevano il diluvio. La moneta viaggia per
la sua strada, forte solo della fiducia della gente: tutto normale, non succede niente.
E il baratto? E il valore intrinseco? Il peso, la libbra, tutti questi riferimenti alla
concretezza e alla materialità del denaro? Forse sono passaggi, episodi lunghi e
continuati, ma non è l’essenziale.
Il denaro è un trucco, un imbroglio, indispensabile per l’economia e per lo sviluppo
della civiltà e dei popoli, e vale fino a quando continueremo a credergli, a dargli
fiducia: è solo la misura della ricchezza, del prezzo, del valore.
È come il metro, come il chilo. È
immateriale: è un’idea. E lasciatemi chiudere con
una domanda: ricordate le vecchie lire? Guardatele bene: “
pagabili a vista al
portatore
”. Pagare cosa? Chiedere a chi? Chiedere dove?
Pare proprio uno scherzo.
1...,22,23,24,25,26,27,28,29,30,31 32
Powered by FlippingBook