Il Commercialista Veneto n.239 (SET/OTT 2017) - page 8

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NUMERO 239 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2017
IL COMMERCIALISTA VENETO
TEMI
PAOLO FABRIS
Ordine di Pordenone
La formazione professionale
ultronea, distonica
L
a sensazione che avverto nel soffermarmi ad analizza-
re le recenti modalità con cui viene imposta la forma-
zione ai commercialisti è che questi siano divenuti im-
provvisamente ignoranti ed incapaci di assolvere alle
funzioni loro affidate. E dire che per poter assurgere
allo svolgimento delle attività definite dall’ordinamento professio-
nale hanno conseguito una specifica laurea, hanno adempiuto ad un
tirocinio obbligatorio e continuano in modo costante e generalizza-
to ad approfondire le problematiche che professionalmente incon-
trano nello svolgimento della professione.
Voglio subito precisare che nella formazione ho sempre creduto,
ma con le modalità originarie dei primi anni duemila, prima che la
formazione diventasse una questione di “appalti a terzi” evidenzianti
nel contempo l’incapacità della categoria di gestirla in proprio e
quindi in modo endogeno, più efficace e funzionale.
La formazione, nella fase di avvio, avrebbe dovuto essere sommi-
nistrata senza ricorrere ad Enti formatori esterni, ma purtroppo
così non è stato. E’ pur vero che i plurimi Enti formatori venutisi
nel tempo a creare hanno acquisito competenze, ma mi pare che
stiamo assistendo più al proliferare di organismi il cui fine è il pro-
fitto anziché un reale concorso alla crescita professionale della ca-
tegoria.
E così procedendo, in un contesto di una visione distorta della realtà
delle conoscenze dei professionisti, si lascia che si determinino situa-
zioni paradossali in cui per poter assolvere ad alcune funzioni di per
sé proprie della professione, è divenuto necessario acquisire crediti
formativi obbligatori, ultronei rispetto a quelli già imposti (leggasi
revisione legale e revisione Enti Locali), ed è pertanto in atto una
tendenziale istituzione di un’obbligatorietà formativa perversa.
Non vorrei che questo fosse il preludio che, per fare un bilancio,
un’operazione societaria straordinaria, accettare un incarico giudi-
ziario, valutare un’azienda piuttosto che una quota di partecipazio-
ne, divenga necessario dimostrare e provare di aver seguito apposi-
to corso preparatorio e assolto ad ulteriori obblighi formativi
professionalizzanti, verosimilmente a pagamento! Mi viene, tra l’al-
tro, da pensare male quando alla previsione dell’acquisizione di ul-
teriori crediti obbligatori fa seguito un diffondersi di offerte formative
a pagamento propinate da soggetti che non sempre offrono garan-
zia di affidabilità formativa!!
Anche la formazione di fascia alta affidata alle saf mi pare più rivol-
ta all’approntamento di “rendite economiche” che ad una concreta
ed effettiva ricerca della crescita professionale della categoria. D’al-
tronde anche con quest’ultima offerta specializzante vengono pro-
posti eventi formativi su aspetti che dovrebbero essere già stati
acquisiti nell’ambito del percorso formativo di ogni serio commer-
cialista.
Insomma, pur rimanendo convinto che la professione non possa
che essere sorretta da una continua attività formativa, mi pare che
assistiamo ad un “avvitamento della formazione su se stessa”, nel
(i Commercialisti si scoprono ignoranti)
senso che questa non solo non assolva agli obiettivi formativi origi-
nari, ma rappresenti il preludio alla creazione e all’imposizione di
inutili ulteriori obblighi formativi che confliggono con quella che è
la preparazione del commercialista al quale deve essere consentito
di assolvere alle funzioni che gli sono riconosciute dall’ordinamen-
to senza creare situazioni fuorvianti preclusive ed impeditive; in-
somma senza istituire obblighi formativi aggiuntivi, ultronei e artefatti
che sostanzialmente potrebbero provocare nei potenziali utilizzatori
delle prestazioni professionali commercialistiche la sensazione di
ritrovarsi di fronte ad una categoria improvvisamente divenuta in-
competente, incapace, disorientata e bisognevole di urgenti
somministrazioni formative integrative.
Concludendo, al commercialista cui è già prescritta una dose di
formazione obbligatoria – che ci sta tutta! – non può essere ag-
giunta altra formazione obbligatoria in assenza della quale gli viene
precluso di esprimersi professionalmente su ambiti che gli sono già
propri. Il commercialista è figura che si è affacciata e che si affac-
cia sul mercato con una preparazione che lo rende idoneo
all’assolvimento delle funzioni contemplate dall’ordinamento pro-
fessionale e, quando è rispettoso della deontologia e dell’etica, deve
essere libero di porsi e confrontarsi nel contesto di un mercato
libero e competitivo; ed assolta la formazione obbligatoria di base,
deve poter essere libero di scegliere i propri ambiti di operatività e
di approfondimento formativo che lo rendano maggiormente
competitivo sul mercato, senza imposizioni e preclusioni.
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