Il Commercialista Veneto n.239 (SET/OTT 2017) - page 1

Anno LII - N. 239 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2017
Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza
PERIODICO DEI DOTTORI COMMERCIALISTI
E DEGLI ESPERTI CONTABILI DELLE TRE VENEZIE
CV
. org
di FILIPPOCARLIN
In questo numero
E. Nadalini
– Tre Venezie da scoprire - Un gioiello, villa Giusti
2
S. Danesin, P. Lenarda
– L'intervista - Giovanni Rubin
3
M. Rubini
– Bitcoin e altre monete digitali
5
P. Fabris
– La formazione professionale ultronea, distonica
8
L. Santi
– Mediazione, registrazione atti d'accordo
9
A. Albè, G. Rebecca
– Cessione immobili, terreni agricoli e edificabili
di società agricola
11
G. Franchini
– Storia, storie. Un condono irretroattivo
12
A. Incarnato, M. Moser
– L'individuazione dei sintomi di crisi aziendale 14
M. Fiorese
– La componente tributaria della pressione fiscale
15
F. Belli
– Strumenti finanziari del piano Juncker
17
G. Rodighiero
– Accordo di ristrutturazione con intermediari finanziari 19
A. Righini
- Di cosa parliamo quando parliamo di fiducia?
20
S. Rossi
– La riforma del terzo settore
22
In ricordo del dottor Sergio Matuella
23
D. Pederiva
– La fiscalità nella riforma del terzo settore
24
A. Saccardo, A. Sbroiavacca
– La riqualificazione degli atti ai fini
dell'imposta di registro
25
C. Zivelonghi
- La vidimazione dei libri sociali nelle Srl
27
F. Artini
- Gli oneri accessori ai debiti finanziari
29
CONOSCERE GLI ORDINI -
Padova, Trento e Rovereto
31
P. Lenarda
- La macchina a vapore
32
OROLOGI AL QUARZO
F
rancesco Nuti è uno dei miei attori preferiti.
Ricordo, con un filo di nostalgia, la scena iniziale di uno dei suoi
film,
Son contento
.
Francesco rincasa, chiude la porta, e lì trova Paola - una giova-
ne e bella Barbara De Rossi - che sta riordinando i piatti in cuci-
na. E le chiede:
tutto liscio?
E lei, con una sicurezza che è sinonimo di affidabilità:
liscio come l’olio!
Ed inevitabilmente Francesco pensa che, se un giorno avesse ricevuto una
risposta differente, significava che qualcosa si era guastato, rotto e che
nulla sarebbe tornato come prima.
Infatti, una sera alla fatidica domanda:
tutto liscio?
Paola rispose:
“Si, si, tutto bene…”
e di lì a pochi giorni lei lo lasciò per un altro.
Non so perché, mentre mi accingevo a scrivere questa “prima pagina”, mi
sia venuto in mente questo ormai vecchio film e, probabilmente, si tratterà
anche di uno spunto poco calzante ma se quando penso alla professione,
mi chiedo “Tutto liscio?” io mi sentirei di rispondere “Certamente no!!!”.
Ed immagino che questa sia la risposta che mi potrebbe dare la stragrande
maggioranza di chi sta leggendo queste righe.
Probabilmente non cercheremo nemmeno di mentire, come ha fatto Paola…
basta leggere sulla stampa quello che è uscito in queste ultime settimane.
Iniziamo dal Presidente Miani del quale continuo ad essere un grande
estimatore, forse di più, un
ultras da curva sud
.
Cos’ha detto di così grave Massimo?
Nulla che non sapessimo già (nessuno lo può negare), ovvero che tanti
commercialisti (quelli che io da tempo definisco l’
ottantapercento
della
categoria) hanno sbagliato a puntare tutta la propria attività sulla consu-
lenza fiscale (mi si obietterà…e che altro potevamo fare quando, tra l’altro,
la richiesta del mercato era principalmente questa?), i piccoli studi di que-
sto genere sono destinati a sparire, fra un paio d’anni la contabilità per le
piccole e micro aziende non avrà più ragione d’essere (Massimo si sarà
espresso in maniera differente ma ho cercato di mettere assieme il contenu-
to di alcune sue interviste e la mia sintesi, per quanto sommaria, coglie
sicuramente il nocciolo della questione).
Un paio d’anni mi sembrano veramente pochi, ma è quello che vado scri-
vendo e dicendo da mesi sulle colonne di questo giornale, noi (mi ci metto
dentro anch’io) che abbiamo posto a fondamenta dei nostri studi il ciclo
contabilità-bilanci-dichiarazioni
siamo destinati a sparire: due, cinque,
dieci anni, poco cambia.
Ed a queste si aggiungono le dichiarazioni del super-mega-direttore-gene-
rale (per dirla alla Fantozzi) dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini: fra
cinque anni la dichiarazione dei redditi, così com’è concepita ora, non
esisterà più, i dati verranno aggregati e predisposti direttamente dall’AdE.
D’altronde, lo dice anche Miani, questo è il progresso tecnologico, non si
può arrestare, non si può fermare: in effetti mio nonno faceva l’orologiaio,
mio padre faceva l’orologiaio, poi sono usciti gli orologi al quarzo ed io ho
fatto il commercialista, mica l’orologiaio!!!
Ed di cosa ci occuperemo? Cosa saremo in grado di fare?
E’ un dibattito non da poco, cui da una parte cerca di dare risposte, soluzio-
ni, di indicare strade, il Consiglio nazionale, dall’altra scatena la rabbia (si,
si, proprio la rabbia…) di tanti colleghi sui
social
.
E girando tra i social, tra tanto qualunquismo, tra tanto ululare alla luna, mi
piace riprendere questo post “intelligente” di Luciano, amico, collega, pas-
sato direttore del giornale, che scrive commentando le dichiarazioni di
Ruffini:
“Tanti di noi si chiedono quale sarà la professione di domani. Io
non lo so, ma da tempo intravedo cosa non sarà. Si tratta di cambiare
strategia. E velocemente data l’impossibilità di intervenire su mutamenti
ineluttabili. Nessuno paga ciò che ritiene inutile”
.
“Ineluttabile” un aggettivo che non ha mai fatto parte del mio vocabolario
ma che credo identifichi al meglio il momento di cambiamento che stiamo
vivendo, che è si tecnologico ma che è strettamente correlato al nostro
pensiero, al nostro modo di operare, alle risorse ed alle energie che ognuno
di noi dovrà, ma soprattutto saprà, mettere in campo.
Certo, potremo star qui a discutere, sterilmente, di quello che è stato o che
non è stato, di come siamo stati travolti da un cambiamento che non siamo
stati in grado di governare.
Ma è un discorso vecchio di dieci, quindici anni, e quasi certamente parlar-
ne ancora, cercarne i responsabili, non ha nessun senso pratico: siamo
diventati dei parasubordinati dell’agenzia sottopagati, dei dipendenti a
Partita IVA del Ministero, non ce ne dobbiamo accorgere ora, dovevamo
impedirlo allora, anzi, quei signori a cui avevamo delegato la nostra rappre-
sentanza, dovevano impedirlo a tempo debito, quando ve ne era ancora la
possibilità.
Ora dobbiamo solamente guardare in avanti.
Il nostro Consiglio nazionale sta provando a tracciare nuove strade: una di
queste è quella del riconoscimento legale delle specializzazioni, un campo
dove il Triveneto è, attualmente, un passo avanti rispetto alle altre regioni
d’Italia, mostrandosi, in tal senso, come un’eccellenza.
Questo richiederà un nuovo sforzo da parte nostra, perché la carta dell’alta
formazione sarà quella da giocare in un prossimo futuro per vincere questa
nuova sfida.
D’altronde anche il Ministro Orlando, quasi in una specie di “controtendenza
ideologica” rispetto alla propria parte politica, ha rivalutato le professioni
intellettuali ordinistiche promettendo, a brevissimo, una riforma in tal sen-
so del Decreto 139.
E se non sarà entro la fine della legislatura, comunque un dialogo su questi
aspetti è stato aperto con il Governo e, quali ne saranno i risultati dipendo-
no in principal modo dai nostri rappresentanti.
Ma anche altre strade, almeno da quelle che sono le informazioni che ci
giungono dai palazzi romani, sono battute dai vertici della nostra categoria
al fine di abbandonare i c.d.
servizi di base
che non hanno un futuro per
una attività professionale (mi sia consentito il gioco di parole) “molto più
professionale”.
Un’unica perplessità: siamo in 120mila, ci sarà spazio per tutti?
A questa domanda non so e non voglio rispondere.... mi sottraggo alla
domanda, ben consapevole che la risposta che darei non mi piace.
Mi auguro che voi ne abbiate una vostra, differente dalla mia, molto più
positiva e spero che questa mia provocazione abbia potuto attirare la vo-
stra attenzione: aspetto le vostre lettere, a
La Bocha del Leon
!!!
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