Il Commercialista Veneto n.239 (SET/OTT 2017) - page 3

NUMERO 239 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2017
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STEFANO DANESIN E PAOLO LENARDA
Ordine di Venezia
IL COMMERCIALISTA VENETO
L'INTERVISTA / Giovanni Rubin
Una felice riconferma
I
l Commercialista Veneto ha incontrato Giovanni Rubin, classe 1981,
iscritto all’Ordine di Venezia riconfermato nella giunta nazionale del-
l’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti e all’interno della
quale si appresta ad iniziare il suo terzo ed ultimo mandato.
Giovanni, ci puoi descrivere brevemente la tua attività professionale?
Ho iniziato a sentire parlare del nostro lavoro fin da quando ero un bambi-
no, perché mio padre è anch’egli un dottore commercialista. L’idea di se-
guire le sue orme si è concretizzata subito dopo l’università (Ca’ Foscari di
Venezia). Il tirocinio, però, ho preferito svolgerlo “fuori casa” per ampliare
le competenze anche in settori diversi. Superato l’esame di Stato nel 2008
ho iniziato la mia attività in forma individuale, continuando a collaborare
sia con lo studio in cui ho effettuato il tirocinio sia con quello di mio padre.
Quali sono le materie di cui ti occupi prevalentemente?
Le mie aree di attività sono piuttosto diverse: mi sono dedicato fin dall’ini-
zio alle procedure concorsuali, materia che ho potuto approfondire inizial-
mente grazie al mio
dominus
, ma ho avuto modo di studiare e cimentarmi
nell’ambito della consulenza societaria ed aziendale, anche internazionale,
materia che ho potuto trattare nello studio di famiglia. Ho poi collaborato
con delle società di formazione professionale ed editoriale, esperienza che
mi ha consentito di non smettere mai di studiare in modo sistematico.
Qual è stato il tuo approccio all’Unione Giovani?
Mi sono iscritto all’Unione Giovani Dottori Commercialisti di Venezia subi-
to dopo aver superato l’esame di abilitazione; all’epoca, come peraltro
accade ora, le agevolazioni che proponeva per la formazione professionale
erano molto appetibili. Solo successivamente ho potuto scoprire con mol-
to piacere quanto fosse preziosa la funzione aggregativa e di confronto tra
giovani colleghi all’inizio del loro percorso.
E poi? Quando hai iniziato ad essere parte attiva dell’associazione?
Nel 2012 ho deciso di presentare una lista per il nuovo direttivo dell’Unio-
ne di Venezia. È stata la mia prima esperienza elettorale e in quell’occasione
ho consolidato dei rapporti di amicizia con i componenti del direttivo (Alice
Paccagnella, Cesare Crety, Luca Spolaore e Matteo Boni) che vanno ben al
di là del lavoro. Il loro supporto è stato sempre prezioso e mi ha consentito
di affrontare con leggerezza e tranquillità il ruolo di presidente, che, posso
assicurare, è tutt’altro che semplice: organizzare eventi formativi di qualità
ed interesse con un budget molto ridotto dà molte soddisfazioni, ma sot-
trae molto tempo alla vita lavorativa ed extra lavorativa.
E la “promozione” alla giunta nazionale?
Innanzi tutto spero di essermela meritata attraverso il lavoro portato avanti
a Venezia. Nel 2013 Enrico Zanetti ha dovuto rassegnare le dimissioni quale
consigliere e la giunta allora presieduta da Eleonora Di Vona, sentito il
parere del Coordinamento del Triveneto, ha deciso di cooptare me. Enrico
di lì a breve avrebbe rivestito un ruolo importante nel nascituro governo,
prendere il suo posto è stato un onore, ma anche un onere non da poco.
L’accoglienza da parte della giunta com’è stata?
Devo dire che il gruppo era molto affiatato e, nonostante fossi molto giova-
ne rispetto agli altri, l’accoglienza è stata meravigliosa. I rapporti di amicizia
che si creano all’interno della giunta sono davvero unici e costituiscono il
vero punto di forza dell’associazione.
Successivamente sei stato confermato anche con laGiunta presieduta da
Fazio Segantini, immaginiamo che vi siano molti episodi che puoi ricor-
dare.
Sono entrato nella giunta in un momento molto delicato per la professione:
il Consiglio Nazionale era commissariato e l’Unione rappresentava la più
numerosa associazione di commercialisti. Proprio in quel momento si è
posto il problema, ad oggi non ancora del tutto risolto, dell’equipollenza
del titolo di revisore legale con quello di dottore commercialista e abbiamo
dovuto intervenire in più occasioni per evitare che altre associazioni otte-
nessero l’ingiustizia del-
la totale separazione dei
due ruoli. Ho capito fin da
subito quanto le lobby
potessero influenzare la
politica.
Immaginiamo non sia
stato l’unicomomento in
cui laGiunta si è rappor-
tata con la politica.
No, anzi, l’Unione ha
svolto e svolge un ruolo
istituzionale molto attivo:
è stato instaurato un ta-
volo di confronto perma-
nente con il Ministero
delle Finanze, abbiamo
contribuito amodificare la
norma sul regime di tas-
sazione forfetario che nel-
la prima versione era dav-
vero penalizzante per i
giovani commercialisti,
abbiamo ottenuto proro-
ghe alle scadenze fiscali
in
presenza
di
adempimenti schizofrenici. Non si può poi non ricordare la prima manife-
stazione di protesta di massa del 14 dicembre 2016 e lo statuto dei lavorato-
ri autonomi. Il rapporto con la politica è comunque molto complesso: il più
delle volte, nonostante le rassicurazioni anche di figure di spicco, le esi-
genze di cassa (e le direttive imposte dall’Agenzia delle Entrate) hanno
prevalso ed al posto delle semplificazioni/agevolazioni richieste, sono arri-
vate le complicazioni che noi tutti ben conosciamo. È davvero ridicolo
come si ostinino a ritenere che adempimenti meramente burocratici possa-
no generare flussi casa positivi per l’erario.
Un ruolo importante di confronto è anche svolto dal Consiglio Nazionale
in questo senso.
Con il Consiglio Nazionale il rapporto è stato piuttosto altalenante, ma la
questione va ricondotta più in generale alla precisa individuazione del
ruolo dei sindacati di categoria rispetto al lavoro del CN. Da tempo esiste
un coordinamento tra tutti i sindacati di categoria, tuttavia il Consiglio
Nazionale ha richiesto esplicitamente di avere un unico interlocutore e che
i sindacati cedano il passo nelle sedi istituzionali. Personalmente non riten-
go sia la strategia giusta, quanto meno con riferimento all’Unione, che è
l’associazione più rappresentativa (oltre 5.000 iscritti) e circostanziata a
livello di iscrizioni (commercialisti con età inferiore a 43 anni). Mi auguro
che in prospettiva Unione e CN siano alleati per il bene della categoria.
Non c’è miglior platea del CV per rivolgersi al CN dato che il nostro
PresidenteMassimoMiani sicuramente ci legge. Sembra che si prospet-
ti un futuro di cambiamenti per la nostra categoria anche a livello istitu-
zionale.
È da tempo che si parla di riforma del D.Lgs. 139/2005, istitutivo dell’Ordine
dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, tuttavia il Consiglio
Nazionale non ha mai diffuso ufficialmente le proposte di revisione che
intende presentare alla politica. Si tratta di una proposta di fondamentale
importanza per tutti noi: si pensi solo che la questione dell’equipollenza
revisori/commercialisti avrebbe potuto essere risolta se l’articolo 46 del
D.Lgs. 139/2005 avesse utilizzato un lessico più moderno ed in linea con le
Direttive europee nel descrivere le materie d’esame, peraltro sostanzial-
mente già in linea con i requisiti richiesti.
Personalmente ritengo che si debba agire sulle incompatibilità, eliminando
inutili vincoli come quello all’esercizio dell’impresa o a rivestire la carica di
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