Il Commercialista Veneto n.236 (MAR/APR 2017) - page 4

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NUMERO 237 - MAGGIO / GIUGNO 2017
IL COMMERCIALISTA VENETO
D. Mentre gli obiettivi a breve termine?
R. Li riassumerei in tre punti fondamentali:
Collaborazione
con gli Ordini
territoriali e con i Colleghi Associati per ottenere sinergie e vantaggi com-
petitivi;
Comunicazione
tramite l’ottimizzazione degli strumenti in uso (sito,
portale FPC 2.0 eApp), l’implementazione dell’utilizzo dei social network e
la ricerca di maggiore visibilità nei mass-media;
Formazione
con particola-
re attenzione alla qualità dei contenuti e ad un’equa distribuzione sull’inte-
ro Triveneto.
R. Che l’Associazione fosse conosciuta ed apprezzata dalla maggior parte
dei Colleghi del Triveneto, indipendentemente dalla loro adesione o meno
al sodalizio. Mi piacerebbe riuscire a far percepire l’impegno e la buona
volontà che ho messo finora ed ancor di più metterò fino alla fine del mio
mandato.
D. Cosa ti piacerebbe riuscire a realizzarema che sai già non ci riuscirai?
R. Che tutti i Colleghi del Triveneto fossero associati, realizzando così in
pieno il motto dell’Associazione “la forza è nel gruppo e Tu ne fai parte!”.
D. Fabio…ma chi te lo ha fatto fare?
R. La voglia di mettersi in gioco, di rendere un servizio alla Professione e
soprattutto la possibilità di confrontarmi e relazionarmi con tanti Colleghi
del Triveneto.
D. Un pensierino (magari anche cattivo) di saluto…
R. Nel momento in cui critichiamo qualcosa o qualcuno, vediamo di proporre
sempre un’alternativa praticabile, solo in questo modo saremo più sereni con
noi stessi e potremmo contribuire fattivamente al cambiamento!
Inoltre, a questo proposito, sto cercando di entrare in sintonia con gli altri
Presidenti, alcuni dei quali già esperti di Triveneto; si sta dimostrando un
gruppo coeso e pronto a mettersi a disposizione reciprocamente, è chiaro
che il nostro deve essere un gioco di squadra e su questo ci troviamo tutti
molto vicini.
R. A breve … direi che la Conferenza deve sviluppare la sua significativa
forza contrattuale data dal numero importante di iscritti che rappresenta,
oltre11.000.
R. Vorrei aver fatto conoscere la Conferenza al più alto numero di colleghi
possibile avendone coinvolti il più gran numero possibile perché credo
che solo così, assieme, potremo arrivare agli obiettivi… per la seconda
domanda … decideranno i colleghi cosa ricordare di me … io darò il mas-
simo!
R. Rifammi la domanda a fine mandato…
D. Margherita…ma chi te lo ha fatto fare?
R. Ancora non riesco a darmi una risposta ma… credo la colpa sia la
passione per la nostra professione!
R. Non ho un pensiero cattivo ma uno slogan che è stato quello della mia
campagna elettorale all’elezione di Presidente a Vicenza e che, quindi, mi ha
portatobene:CONFERENZA,CV, SAF,ORDINILOCALI:
più forti insieme!!
L'INTERVISTA / Buon lavoro, Presidenti
SEGUE DA PAGINA 3
O
gni epoca ha le sue tasse, da sempre. Si cambia il modo di
vivere, cambiano i consumi, ma il Principe (e ora il Governo) è
sempre pronto a tassare il comportamento umano. Ai primi
dell’800, quante lotte, in tutta Italia, contro l’odiosa tassa sul macina-
to che dava all’erario oltre l’80% delle entrate totali. Poco importava
se la gente povera moriva di fame, se i mugnai lavoravano murati nei
loro mulini, con la famiglia; le entrate erano assicurate.
La farina era un bene essenziale, non se ne poteva fare a meno, ed
ecco i vari governi di quel tempo pronti a tassarla. Ma tornando ai
nostri giorni, il contatore dei giri della ruota del mulino è stato da
tempo sostituito dall’erogatore della benzina. Stesso principio, stes-
so contatore, stessa tassa. Su ogni litro di benzina, oltre tre quarti del
prezzo pagato va all’erario. Solo che i benzinai non fanno la brutta
vita dei mugnai di una volta, vivere murati. In ogni caso è una esage-
razione bella e buona. Per non parlare poi della tassazione della casa,
bene facilmente rintracciabile e perciò anche aggredibile. Comunque,
tutta roba da buttare. Le tasse del futuro saranno assai diverse, sa-
ranno sulle comunicazioni e su internet. I francesi ci stanno già pen-
sando; internet, tablet e smartphone.
Un’altra sarà sicuramente sui robot.
Questa è la proposta di Bill Gates, il fondatore di Microsoft, l’uomo
più ricco del mondo. “Oggi se un essere umano guadagna 50 mila
dollari all’anno, lavorando in una fabbrica, deve pagare le imposte. Se
un robot svolge gli stessi compiti, dovrebbe essere tassato allo stes-
so livello”. Sembra di capire che ci prospetti una doppia imposizione.
Dovrebbero pagare sia le aziende che costruiscono i robot, sia le
La tassa sui Robot
imprese che li installano per sostituire la manodopera di uomini e don-
ne. “Un prelievo moderato sembra una componente naturale di una
politica tesa ad affrontare le disuguaglianze” (cosi sintetizzava il Pre-
mioNobel dell’economia 2013, Robert J. Shiller, ne Il Sole 24Ore del 31
marzo2017).
Attualmente, in base ad uno studio di McKinsey, solo il 5% dell’attua-
le occupazione può essere sostituita dai robot; ma si può facilmente
ipotizzare che in un prossimo futuro si arriverà a percentuali ben più
elevate del 5%.
Secondo una ricerca dell’Università di Oxford, nei prossimi dieci anni
lo sviluppo dell’intelligenza artificiale potrebbe comportare la sostitu-
zione dei lavoratori in quasi la metà dei settori dell’economia. Secondo
l’OCSE, solo il 9% dei lavori potrebbero però essere automatizzati. Ma
è comunque diffusa l’idea, timore per più d’uno, che i robot sorpasse-
ranno molta manodopera.
Ma i robot stanno entrando anche nel settore dei servizi, non solo in
quello della produzione. A San Francisco (Corriere della Sera del 13
febbraio 2017) c’è un bar tutto automatizzato. Che tristezza!
Negli studi dei dottori commercialisti italiani non si arriverà comunque
mai a tanto, in quanto la frenesia legislativa presumibilmente rimarrà
tale che i robot non faranno in tempo ad imparare i nuovi programmi,
che ce ne saranno sempre di nuovi. Professionisti adattabili come i
dottori commercialisti ce ne sono pochi, figuriamoci i robot!
GiuseppeRebecca
Ordine di Vicenza
Grazie ed in bocca al lupo!!!
D. Quale vorresti fosse il risultato del tuo mandato? Cosa vorresti che i colleghi ricordassero di te?
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