Il Commercialista Veneto n.236 (MAR/APR 2017) - page 1

Anno LII - N. 237 - MAGGIO / GIUGNO 2017
Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza
PERIODICO DEI DOTTORI COMMERCIALISTI
E DEGLI ESPERTI CONTABILI DELLE TRE VENEZIE
CV
. org
di FILIPPOCARLIN
In questo numero
P. Lenarda
Progetto Torviscosa
/ Perché Torviscosa
2
S. Decarli, F. Carlin
L'intervista
/ Buon lavoro, Presidenti
3
G. Rebecca
– La tassa sui Robot
4
T. Camozzi
– Formazione continua per i Revisori Legali
5
I. Bononi
– Ancora l'annosa storia sull' abusivismo
6
F. Cesaro
– Mediare le crisi fra generazioni
7
A. De Massis, M. Bonacchi
– La successione nelle imprese familiari 9
K. Candotti
– Il contratto di sponsorizzazione
11
G. Milan, I. Bastasin
– Premi e sconti nella valutazione d'azienda 13
D. Matt, E. Rauch
– Industria 4.0 - L'uomo al centro della fabbrica intelligente 16
E. Nadalini
– Investire sull'Italia con i PIR
17
A. Leonardi
– Eventi naturali dannosi in agricoltura
19
M. Orlandi
– Segmentazione di mercato,
posizionamento di prodotti e innovazione
21
Banquo
– Banche venete e dittatori
22
A. Soprani
– La rilevazione dei derivati in bilancio
23
E. Vial, S. Bettiol
– I nuovi confini della C.F.C. black
27
G. Franchini
– Ingiunzione. Parere di congruità degli Ordini
29
CONOSCERE GLI ORDINI:
Vicenza
31
P. Lenarda
– Grand Tour
32
IL SISTEMA TRIVENETO
M
olti di Voi avranno visto la recentissima campagna di sensibilizzazione
promossa dai nostri ordini territoriali. Probabilmente però non sa-
pete che
online
si può trovare anche
, il
sito che completa l’impegno di dare una valenza diversa alla perce-
zione che il cittadino-contribuente e il cittadino-imprenditore hanno della nostra
categoria.
Ed eccomi subito arrivato al punto focale della questione: l’importanza della
sensibilizzazione e le difficoltà della percezione.
Avete capito bene: mi riferisco all’importanza di distinguere, tipizzare e accreditare
i vari operatori del settore senza necessariamente fare la guerra a nessuno.
Anni fa (ma per qualcuno vale ancora oggi), le battaglie dell’Ordine erano rivolte
contro gli “abusivi”, tutti coloro che si spacciavano per commercialisti senza esserlo,
e che “… ci portavano via il lavoro”.
Ho sempre fatto fatica ad usare ed interpretare questo termine nel contesto della
nostra professione, perché se c’è un abuso questo dovrebbe essere punito dalla
legge, ma se una moltitudine di
similcommercialisti
per tanti anni hanno esercitato
– e continueranno a farlo anche per il futuro – ad esercitare le loro attività alla luce
del sole, credo proprio che dobbiamo cambiare termine per identificarli.
Certo che questi
similcommercialisti
ci hanno fatto, ci stanno facendo e ci faranno
una concorrenza spietata, una concorrenza spesso basata unicamente sul prezzo
della tenuta delle scritture contabili e della predisposizione di dichiarativi e bilanci,
dedicata alla consulenza fiscale e contrattuale spicciola, di “prima fascia”… ovvero
il mestiere dell’ottanta percento – me compreso – di tutti noi!!!
Ho detto mestiere, sbagliando, ma l’ho detto apposta.
Loro fanno un mestiere, noi svolgiamo una professione.
Si, è vero, una professione che assomiglia sempre di più ad un mestiere, i nostri
studi appaiono oramai dei centri servizi ad uso della pubblica amministrazione, ma
è la qualità che ci deve distinguere.
E sistema triveneto è "la qualità", anzi, mi correggo, è una parte della qualità.
Perché lo sappiamo tutti che non è soltanto l’aver superato un esame di stato che
garantisce la preparazione, e segna il distinguo tra commercialista e
similcommercialista
. Ma che la differenza basilare consiste nell’obbligo, in capo al
commercialista, di formazione e informazione continua, con pesanti sanzioni in
caso di mancato rispetto dell’impegno.
Perché, per noi commercialisti, la formazione è una vera e propria necessità!
Facile dire che … tutti coloro che vogliono offrire un servizio debbono aggiornarsi,
siano essi commercialisti o
similcommercialisti
.
Specialmente se si pensa che, per “aggiornarsi” basti leggere la rosea (che non è la
Gazzetta dello Sport, ndr) o scaricarsi una delle tante mail di informazione profes-
sionale che ci arrivano ogni giorno, di buon mattino.
Ma la formazione – noi che la facciamo lo sappiamo bene – è un qualcosa di diverso,
di più strutturato ed approfondito, fornita da professionisti di chiara e limpida
competenza, che a volte implica un utilissimo confronto.
E a questo proposito, noi commercialisti, ci siamo inventati anche la SAF, una
scuola di alta formazione, a dire il vero presente in tutta Italia ma che, nelle nostre
terre, non per essere presuntosi, funziona davvero bene… ma avremo modo di
parlarne ampiamente in un altro numero del giornale.
E a tutela e sicurezza dei nostri clienti l’iscrizione all’ordine obbliga ciascuno di noi
alla stipula di una assicurazione professionale.
Si, perché siamo bravi, bravissimi ma l’errore è dietro l’angolo, a tutti può capitare,
subdolo, imprevisto, proprio quando pensavamo di aver fatto il meglio, di essere
come dei Cavalieri senza macchia e dunque senza errore!
È evidente che il cliente, sia esso cittadino-contribuente o cittadino-imprenditore
deve essere tutelato a fronte di un nostro imprevisto ed imprevedibile scivolone:
assicuriamo noi e le nostre attività per dare una sicurezza a loro ed alle loro attività.
Non è mica una questione da poco… quanti altri professionisti lo fanno?
Quante altre professioni ordinistiche ne prevedono l’obbligo?
Probabilmente lo farà anche qualche
similcommercialista
più illuminato, ma…
quanti? L’assicurazione è una spesa: costa di più assicurarsi ogni anno, per decenni,
o perdere qualche cliente ogni tanto? Per noi commercialisti una determinata scelta
è d’obbligo. Il tutto sotto il cappello di un sistema – che si basa sull’ordine territo-
riale – che vigila, informa, controlla, promuove e, se necessario, punisce i compor-
tamenti anomali.
Dare consapevolezza al cittadino-contribuente ed al cittadino-imprenditore su questi
aspetti non significa fare unicamente la guerra a-chi-commercialista-iscritto-all’or-
dine-non-è, significa piuttosto mettere le carte in tavola, dare una opportunità di
valutazione superiore nel momento in cui ci si rivolge ad un professionista.
Siamo commercialisti, non
similcommercialisti.
E il Sistema Triveneto?
Non vogliamo atteggiarci a quelli che sono i più bravi, magari più bravi di tanti
colleghi che vivono e lavorano nelle altre parti del nostro belpaese, desideriamo
piuttosto “fare rete”, scambiarci informazioni ed opportunità, essere, in definitiva,
ben organizzati: più organizzati?
Non sta a me dirlo…
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