Il Commercialista Veneto n.233 (SET/OTT 2016) - page 4

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NUMERO 233 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2016
IL COMMERCIALISTA VENETO
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Il dato complessivo relativo al 2012 non comprende l’Ordine di Bassano.
bilità di scelta (doppia lista) ha determinato un consistente esercizio del
diritto di voto da parte degli iscritti
, che hanno sentito di poter far sentire la
loro voce, la loro opinione, esprimendo la loro preferenza e contribuendo così
a determinare l’esito della consultazione. Questo si è manifestato in maniera
chiara
negli Ordini che sono passati da una lista unica (2012) a due liste
(2016)
, dove la
competizione elettorale ha costituito una novità assoluta
rispetto alla precedente tornata e l’
incremento della partecipazione al voto è
stato assai significativo
. Così l’Ordine di Venezia, che ha visto la partecipa-
zione passare dal 46,55% al 62,56% (+34,39%); Treviso da 22,36% al 54,66%
(+144,45%); Pordenone dal 36,13%al 73,43% (+103,24%); Gorizia dal 38%al
78,67% (+107,03%), Trento e Rovereto dal 26,23%al 73,23%(+179,18%).
Dove si è passati da una doppia lista (2012) ad una lista unica (2016)
, invece,
vi è stato un decremento nella partecipazione
al voto
. Padova e Rovigo
registrano, infatti, una diminuzione, rispettivamente, di quasi 5 punti percen-
tuali e oltre 26 punti percentuali.
Anche laddove è stata presentata emantenuta una lista unica in entrambe le
annualità considerate (2012 e 2016), la partecipazione al voto è diminuita.
Il dato di Belluno mostra un calo di poco più di 6 punti percentuali (dal 48,09
al 41,75%), mentre a Bolzano l’affluenza è diminuita di 3 punti percentuali (da
30,07 a 26,99%).
In termini assoluti, tuttavia, la partecipazione al voto è cresciuta. In totale,
infatti, tra il 2012 e il 2016 la partecipazione degli iscritti è aumentata, passan-
do dal 46,48%
3
al 57,94%.
L’analisi dei dati raccolti conferma dunque l’ipotesi di partenza, ovvero che
esiste una relazione diretta tra numero di liste presentate e partecipazione al
voto e che
laddove c’è competizione elettorale, c’è unamaggiore partecipa-
zione al voto
.
Non si può peraltro escludere che, specie in questo momento storico (politi-
co-professionale), gli iscritti abbiano voluto esserci, per tentare di incidere
sulle scelte di
governance
degli Ordini, che poi si riflettono direttamente
sulla gestione della categoria e della professione. Tuttavia, questo desi-
derio non avrebbe potuto trovare realizzazione senza la possibilità di
scelta che la presenza di più liste candidate ai Consigli professionali
territoriali consente.
In conclusione, l’analisi della relazione tra numero di liste presentate e
partecipazione al voto conferma che
dal confronto e dalla competizione
elettorale emerge la partecipazione
. Perché
quando agli iscritti viene
data la possibilità di scegliere, non fannomancare la loro partecipazio-
ne
. E
quando c’è partecipazione, vince tutta la categoria
.
La partecipazione elettorale
SEGUE DA PAGINA 3
LA RUBRICA DI "BANQUO"
Studi di settore e cocottes
M
i è capitato di leggere un articolo di Felice Chilanti degli
anni ’40 in cui si narra che a una certa ora della sera pas
seggiavano per la Galleria aMilano le amanti dei signorotti
e industriali locali, sfoggiando costose pellicce e vistosi
gioielli. Proprio dal valore degli indumenti e dei preziosi si poteva desu-
mere il grado di ricchezza dei rispettivi padroni (o protettori).
Si dice che i direttori di banca ne tenessero conto ai fini della concessio-
ne dei fidi.
Non c’è da stupirsi se, in un paese in cui il livello di attendibilità dei
bilanci aziendali non è mai stata molto elevato, si ricorra ad indici indi-
retti della capacità economica e finanziaria della gente.
Non sono riuscito a sapere se anche gli esattori delle tasse seguissero
criteri analoghi nell’ accertamento delle imposte.
Molto tempo è passato, molta acqua è passata sotto i ponti, le cose sono
cambiate, ora ci sono computer e tante altre novità tecnologiche.
Ma sembra che l’attendibilità dei bilanci e delle dichiarazioni fiscali non
sia granché mutata, se il fisco ha sentito il bisogno di ricorrere agli studi
di settore.
Ma ho l’impressione che tutto questo non abbia dato i risultati sperati, se
si è deciso di lasciare perdere.
Forse è meglio tornare a basarsi sull’abbigliamento delle
escort
(mi dico-
no che si chiamino così oggi le
cocottes
di una volta ).
V
edersi accostati ad un animale psicologicamente non sempre fa
piacere: un’eccezione sicuramente può essere fatta nei confronti
del Panda, morbido e simpatico animale originario della Cina, e in
alcune sue varianti, del Nepal. Consiglio vivamente a chi fa la nostra
Professione di leggere il libro scritto scorrevolmente da Michela Pettinà,
perché c’è l’alto rischio che ritrovi molto del suo vissuto professionale e
affettivo, riproposto in modo ironico e simpatico. Uno specchio quasi
fedele delle esperienze del Commercialista medio, dai giorni di scuola
all’ormai agognata e irraggiungibile pensione. Sono assicurate risate nel
ritrovarsi in molte delle situa-
zioni narrate. Molto sta cam-
biando e molto cambierà nei
prossimi anni, tanto che guar-
dandoci indietro non ricono-
sceremo più la Professione che
facevamo (succede già oggi!)
ma sono convinto che noi Com-
mercialisti saremo in grado di
ben “rigenerarci” per vincere le
sfide del futuro, consapevoli
che in qualche maniera non si
potrà fare a meno di noi!
Massimo Da Re
Ordine di Venezia
LIBRI
Perché il Commercialista va amato
e protetto come i Panda
di
Michela Pettinà
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