Il Commercialista Veneto n.235 (GEN/FEB 2017) - page 24

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NUMERO 235 - GENNAIO / FEBBRAIO 2017
IL COMMERCIALISTA VENETO
FUORI CAMPO IVA
SOLO DUECENTOTTANTA PRETI
Paolo Lenarda
Ordine di Venezia
E
RO STATO ATTIRATO da quel Giacomo Miani, che un elegante e severo
proclama della Repubblica di Venezia aveva incaricato, nel 1787, di incassa-
re le decime dovute dal clero. Miani, un vecchio nonno del nostro Massimo?
Un illustre antenato del nostro nuovo Presidente nazionale?
Non mi sono lasciato sfuggire la coincidenza, ho preparato un articolo sul non facile
rapporto fra la Serenissima Repubblica e lo Stato Pontificio e l’ho mandato a Luca
per il nostro giornale. Poi sono andato in Friuli e, a Cividale, la domenica successi-
va, mi sono imbattuto in un documento bellissimo.
Non è colpa mia se in “Conseglio di dieci” anche la delibera del 26 maggio 1755 ha
riguardato i preti. Vedi anche tu: è qui allegata.
È solo un foglio, uscito dalla tipografia degli eredi Pinelli, “stampatori ducali”, con
un bel leone con il libro aperto: Venezia è in pace, ma è un periodo di grave
difficoltà, soprattutto nei rapporti con lo Stato della Chiesa.
Nel 1751 Maria Teresa d’Austria aveva convinto Papa Benedetto XIV a sopprime-
re il patriarcato di Aquileia, territorio della Serenissima, per portare, di fatto, la sede
del Patriarcato a Gorizia, territorio austriaco.
È uno smacco, una grave perdita per la Repubblica, che cerca di reagire, anche
riducendo la presenza dei preti: contro il “pregiudizio gravissimo” e nel “vero
interesse del Principato che derivavano dal numero troppo eccedente de’ Chierici
della Dominante” Venezia limita “il loro numero in duecento ottanta”.
Solo duecento ottanta, ribadisce, con scarso successo, anche la delibera del 6 marzo
1752. I preti cercano di aggirare la norma e il “Conseglio di dieci” il 26 maggio 1755
perde la pazienza e rincara la dose:
Ma rilevandosi adesso che in delusione di questa Statutaria Legge siasi osato da
alcuno dei Parochi d’introdurre nelle Chiese con Abito Chiericale alcuni col prete-
sto di tenerli in aspettativa
” il Consiglio dei Dieci, “
tollerar non dovendosi una
delusione offensiva della Legge” , dichiara che “in avvenire non vi sia alcuno dei
Parochi che ardisca né nel predetto, nè in alcun altro escogitabile modo violare la
predetta legge
” e ribadisce, inoltre, l’obbligo di rispettare il “
Libro dei Chierici
esistente al Tribunal de’ Capi
”.
Niente trucchi, niente preti in aspettativa, solo 280, e iscritti all’Albo.
Il proclama deve essere “
affisso nelle Sacrestie di cadauna Parochia
” e “
i Parochi
devono “
comparire nel termine di giorni otto al Tribunale de Capi con Fede giurata
di averlo intieramente eseguito
”. La delibera del 26 maggio 1755 è appesa alla
parete del mio studio e, se vuoi, puoi venire a trovarmi: ti accoglierò con gioia.
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