Il Commercialista Veneto n.235 (GEN/FEB 2017) - page 23

NUMERO 235 - GENNAIO / FEBBRAIO 2017
23
IL COMMERCIALISTA VENETO
L
A
B
OCHA
DE
L
EON
Domande, riflessioni , dialoghi
Avete revocato lo sciopero?
Vuol dire che non avete voce...
Ospitiamo in questo numero de
La Bocha del Leon
due lettere, una di una collaboratrice
di studio, l’altra di un collega, profondamente diverse tra loro ma, allo stesso tempo,
profondamente simili nel senso di evidenziare il disagio di una categoria, quasi la rabbia
di chi ogni giorno si trova a confrontarsi contro un sistema che ti ingabbia,
ti riduce gli spazi e ti comprime.
E le colpe non sono sempre da dare agli altri, le colpe sono anche nostre.
Egr. Sig. Direttore,
dopo la proclamazione dello scio-
pero della vostra categoria, ho pen-
sato che veramente questa volta i
commercialisti cominciassero a fare
sul serio per far sentire la loro voce,
anche se probabilmente nemmeno
chi lo aveva proclamato questo scio-
pero era convinto di ottenere qual-
che risultato.
In effetti sono bastati due contentini
per ritornare a come si era prima,
curvi sulle scrivanie e pedalare per
rispettare le scadenze che comun-
que arrivano a tamburo battente.
Sono dipendente di uno studio pro-
fessionale in Regione Lombardia e
leggo sistematicamente da internet
il vostro giornale. Non le nascondo
che sono molto ma molto preoccu-
pata della situazione, anche perché
il mio titolare, al quale non mancano
tanti anni per andare in pensione pur
essendo ancora abbastanza giova-
ne e con ancora qualche anno da-
vanti di possibile attività, sta seria-
mente meditando di chiudere botte-
ga e mandare tutto al diavolo.
Oltre alla sottoscritta, anche tutte le
mie colleghe sono molto preoccu-
pate, e siamo una decina, in quanto
alcune di loro hanno il marito disoc-
cupato o con un’occupazione sal-
tuaria. Rischiamo di trovarci tutte a
casa da un giorno all’altro.
In quanto a voi, avete accettato
supinamente la scadenza di fine feb-
braio per l’invio della dichiarazione
IVA; avete accettato supinamente
l’invio dei dati IVA alla fine di
ogni trimestre; avete accettato
supinamente di essere responsa-
bili anche delle imposte, oltre che
delle sanzioni, in caso di errore
nella compilazione dei modd.
730; avete accettato supinamente
l’invio dello spesometro dappri-
ma trimestrale, ora semestrale e poi,
boh, vedremo; in questi giorni ave-
te accettato supinamente il ripristi-
no dell’invio dei modelli intra dopo
che gli stessi erano stati soppressi
poco prima; non state facendo nul-
la relativamente agli adempimenti
antiriciclaggio che in quanto ad at-
tività stanno massacrando, anche
sotto il profilo dei costi, gli studi
professionali; c’è la concreta possi-
bilità che la normativa antiriciclaggio
venga estesa anche alla consulenza
del lavoro e alla gestione delle di-
chiarazioni fiscali; è stata introdotta
la beffa della rottamazione dei ruoli
esattoriali con pagamento del 70%
del debito nominale in pochi mesi (è
di tutta evidenza che chi ha scritto il
provvedimento vive in un’altra di-
mensione e, forte del fatto che crisi
o non crisi a lui/lei comunque lo sti-
pendio mensilmente arriva, si dimo-
stra completamente all’oscuro della
realtà di tutti i giorni ignorando, o
peggio ancora facendo finta di igno-
rare che un tale adempimento in così
poco tempo è del tutto improponi-
bile) e questo senza che la vostra
voce si facesse sentire in maniera
autorevole, nonostante ci trovere-
mo obbligati ad un lavoro supple-
mentare inutile e probabilmente svol-
to gratis; ogni adempimento che si
espleta per conto del cliente deve es-
serepreventivamente autorizzato;me-
glio non parlare dell’introduzione del
regime contabile per cassa.
Debbo continuare? E tutto ciò in
cambio della soppressione di due o
tre formalità che in confronto a quan-
to detto sopra sono quisquilie. Par-
lo anche con altri vostri colleghi e
tutti sostengono che la burocrazia
è uno tra i maggiori costi per uno
studio, oltre che la maggior causa
di sanzioni, sempre e comunque a
vostro/nostro carico. Una collega
mi disse alcuni giorni fa che in alcu-
ni paesi europei esiste l’invio della
dichiarazione IVA trimestrale, e non
solamente delle liquidazioni, e cita-
va l’esempio della Germania.
Ma in Germania, chiedo io, vi sono
una burocrazia e una legislazione
così nevrotiche e scriteriate come
da noi? Non credo proprio.
E voi, invece di restituire tutti insie-
me (magari anche con i consulenti
del lavoro visto che anche loro fan-
no il vostro lavoro) alle varie Agen-
zie delle Entrate tutte le vostre
password per gli invii telematici e di
rinunciare d’un botto a tutti gli in-
carichi di rappresentanza dei clienti
in qualsiasi sede (commissioni tri-
butarie, verifiche fiscali in corso e
quant’altro), avete revocato lo scio-
pero. Complimenti, non c’è che dire!!
Ad majora.
Impiegata quasi disperata
Lombardia
Caro direttore,
nella mia quotidianità, sento conti-
nue lamentele da parte di colleghi
sfiancati dai sempre maggiori
adempimenti che sovraccaricano
clienti e, di conseguenza, noi pro-
fessionisti. Adempimenti che non
riusciamo a capire noi (si pensi, ad
esempio, alle nuove dichiarazioni
IVAtrimestrali), figuriamoci i nostri
clienti! Adempimenti che è difficile
riuscire a spiegare e a riaddebitare,
e che stanno progressivamente
monopolizzando il lavoro degli stu-
di professionali.
Capisco e condivido le rimostranze,
laddove ci si lamenta che il legisla-
tore sta lentamente trasformando la
nostra categoria in una sorta di sur-
rogato dell’Agenzia delle Entrate, a
tal punto da arrivare a dar credito
anche a buffonate come quella
dell’”escapologo fiscale”… Ma
non credo che sia questo il nostro
vero problema.
Noi stiamo progressivamente per-
dendo la nostra identità, dimentican-
doci quale sia la nostra vera missio-
ne e la nostra reale professionalità!
Noi siamo commercialisti, non con-
tabili! Noi siamo esperti di diritto,
economia e finanza, non meri ragio-
nieri che registrano fatture e liqui-
dano l’IVA! Noi non siamo degli ela-
boratori contabili, ma dobbiamo
porci come consulenti che tutelano
i diritti dei nostri clienti, consiglian-
do loro le corrette strategie fiscali,
nel rispetto delle norme.
Non solo. Noi siamo anche un ordi-
ne a cui, almeno in origine, è stato
demandato il compito di dialogare
con le istituzioni, al fine di guidare il
legislatore stesso nella corretta ap-
plicazione delle norme.
Noi siamo garanti del rispetto delle
leggi, senza per questo essere il ca-
pro espiatorio delle imperfezioni e
delle distorsioni del sistema.
Per questo, auspico che il nuovo
Consiglio sia in grado di offrire nuo-
vamente dignità alla nostra catego-
ria, tutelando al contempo, il nostro
lavoro. Riuscendo cioè:
(i)
a garantire e rafforzare le
esclusive proprie dei dottori com-
mercialisti, che progressivamente ci
vengono tolte; questo, non perché
abbiamo bisogno che sia la norma a
riconoscere la nostra professionali-
tà, ma perché ci venga data la giu-
sta collocazione e riconosciuto un
preciso ruolo nel contesto econo-
mico e sociale;
(ii)
dare il giusto peso alla nostra
attività in termini di responsabilità: si
pensi, ad esempio, come spesso l’at-
tività di organo di controllo determi-
na delle responsabilità civili e penali
inadeguate e decisamente sproporzio-
nate rispetto al ruolo ricoperto;
(iii) far riconoscere una tutela del
professionista anche da un punto di
vista economico; sempre più spesso,
lanormaobbligailprofessionistaafarsi
carico di responsabilità sconfinate,
lasciando al libero mercato la deter-
minazione del prezzo della propria
attività (delirante, in tal senso, quan-
to accade per i revisori legali che, se
da un lato vedono minata la loro in-
dipendenza a fronte di compensi
troppo bassi, dall’altro non posso-
no fare riferimento ad alcuna tariffa
per la determinazione del compen-
so stesso);
(iv) far ascoltare la nostra voce,
che rispecchia e rappresenta in
modo chiaro le volontà dei contri-
buenti che, sempre più spesso, sono
vessati da norme, imposte, burocra-
zia e balzelli di ogni genere e che
sempre più spesso, scelgono l’este-
ro per avviare nuove attività.
Se non capiamo questo, e non fac-
ciamo qualcosa per migliorare la si-
tuazione, alla nostra categoria rima-
ne poco da vivere; perché il futuro,
non può essere l’implementazione
di enormi centri elaborazione dati,
ne può essere lo svilimento della
nostra attività a meri contabili.
Ringrazio e saluto.
Capro
espiatorio
delle
distorsioni
del sistema?
ADL
1...,13,14,15,16,17,18,19,20,21,22 24
Powered by FlippingBook