Il Commercialista Veneto n.230 (MAR/APR 2016) - page 1

Anno LI - N. 229 - GENNAIO / FEBBRAIO 2016
Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza
PERIODICO DEI DOTTORI COMMERCIALISTI
E DEGLI ESPERTI CONTABILI DELLE TRE VENEZIE
CV
. org
di GERMANO ROSSI
In questo numero
2/3 L'INTERVISTA: SANDRO TREVISANATO
3 PER UN "NUOVO" MONISTICO
4 IMU E AREE VERDI PUBBLICHE ATTREZZATE
5/7 LA
RETTIFICA DELL'AVVIAMENTO (D.P.R. 460/96)
8 NOVITÀ INMATERIADI DIVIDENDI PARADISIACI
9/11 CESSIONE TOTALITARIADI QUOTE SOCIALI
12/13 I REGIMI DI PATENT BOX IN EUROPA
14/15 NUOVA RIFORMA DEL BILANCIO EX D. LGS. 139/15
16/17 LA CORREZIONE DEGLI ERRORI DI BILANCIO
18/19 REPUBBLICA DEL SUDAFRICA: SISTEMA PAESE
19/20 INVESTIRE INCINA
21/22 PRINCIPI ITALIANI DI VALUTAZIONE
23/24 LACONTABILITA' IN EPOCA ROMANA
25/26 SPECIALE ANTIRICICLAGGIO 1
27/30 SPECIALE ANTIRICICLAGGIO 2
31 La Bocha de Leon
32 UNA CAMPAGNA CONTRO L'ABUSIVISMO NELLA
PROFESSIONE DEL DOTTORE COMMERCIALISTA
35 GIORNATE SULLA NEVE 2016
36 Fuori campo IVA - SCRIVERE
L'inserto / LA DISCIPLINA DELLO SPLIT PAYMENT
CV Forum 2016
LET'S GO GREEN
!
Una recente indagine svolta dalla
Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile
(
)
ha messo in luce alcuni dati molto
interessanti, e per certi versi addirittura
sorprendenti, sullo stato della
Green
Economy
in Italia.
Sommando le imprese “
Core Green
(ovvero quelle che producono beni
o servizi green di elevata valenza
ambientale) e le imprese “
GoGreen
(ovvero quelle che – pur non
appartenendo alla categoria
precedente - hanno adottato sistemi
di gestione caratterizzati da elevati
standard ambientali, rispettosi di una
serie di parametri predefiniti), risulta
che oltre il 42%delle imprese italiane
ha un indirizzo
green
. Tale
orientamento risulta in particolare
prevalente nei settori dell’agricoltura
(56,1%) e dell’edilizia (51,4%), ed
addirittura
assolutamente
maggioritario nell’industria (61,2%),
ove appare chiara una dinamica che
dimostra come la crisi abbia
provocato non solo una forte
selezione quantitativa, ma anche una
evoluzione qualitativa delle imprese.
Le imprese
green
esportano di più: la
qualità ambientale risulta essere infatti uno
dei
driver
principali della qualità di molti
prodotti, ovvero del fattore distintivo che
consente alle imprese nazionali di
competere con quelle dei Paesi di nuova
industrializzazione sui mercati esteri.
I fatturati e le aspettative delle imprese
green
sonomigliori rispetto a quelli delle
altre imprese: quasi il 44% delle stesse,
infatti, ha registrato fatturati in crescita,
contro il 10% delle altre imprese.
Ciò nondimeno, il contesto complessivo
in cui si trovano ad operare le imprese
italiane continua ad essere tutt’altro che
favorevole allo sviluppo della
Green
Economy
.
Un esempio tra i tanti della situazione
che stiamo vivendo ci viene fornito dai
dati sugli investimenti nel campo delle
energie rinnovabili, letteralmente crollati
negli ultimi due anni a causa del taglio
(retroattivo) degli incentivi: è vero che
l’Italia ha sostanzialmente raggiunto gli
obiettivi che erano stati fissati per il 2020
in termini di produzione di energia da
fonti rinnovabili, e che era senz’altro
doveroso moderare gli incentivi in
considerazione del calo dei costi degli
impianti, anche al fine di ridurre il loro
impatto sulle bollette; ma una riduzione
come quella cui abbiamo assistito, non
accompagnata da alcuna misura
alternativavolta all’ulteriore sviluppodelle
FORUM
8 Luglio 2016, ore 9.00
Borgo Rocca Sveva
Soave (VR)
LA NUOVA
STAGIONE DELLA
GREEN ECONOMY
TRA ESIGENZE
DI SOSTENIBILITÀ
E PROSPETTIVE
DI BUSINESS
CV
2016
detrazione fiscale per l’utilizzo di questi
nuovi sistemi, magari correlata alla
rottamazione di una autovettura non
seguita da riacquisto? O di una
detrazione per l’acquisto di biciclette o
mezzi simili?
Ovvio che queste misure da sole non
sarebbero sufficienti: ma senz’altro
avrebbero un grande impatto quanto
meno psicologico, e basterebbe poco,
poi, per promuovere un serio
sviluppo delle piste ciclabili, un
adeguato aggiornamento delle
infrastrutture, un miglioramento dei
servizi per i cittadini che intendano
rinunciare all’auto.
Su questi temi la nostra categoria può
e deve proporsi come interlocutore
privilegiatoneiconfrontidellaPolitica
e delle Istituzioni, promuovendo
dibattiti e confronti ed elaborando
proposte
concrete,
nella
consapevolezza dell’importanza che
lo sviluppo della
Green Economy
riveste non solo per l’andamento
dell’economia, ma anche e
soprattutto per l’ambiente in cui
viviamo.
E’ quello che, nel nostro piccolo,
cercheremo di fare anche noi, in
occasione del prossimo
CV Forum
, che
si terrà l’8 luglio prossimo a Soave, ove
avremo il piacere di dialogare con alcuni
importanti esponenti italiani ed esteri del
mondo della Crescita Sostenibile.
Vi aspettiamo numerosi.
rinnovabili, rischia di fatto non solo di
vanificare uno dei maggiori successi della
Green Economy
italiana, ma anche di
generare, nel tempo, una inaccettabile
regressione nei risultati fin qui raggiunti.
Ma quello delle rinnovabili non è certo
l’unico campo in cui sarebbero
necessarie misure specifiche, la cui
impellenzarisultainverodeltuttoevidente.
Sotto questo profilo, potrebbero
risultare invero molto utili interventi
finalizzati alla concessione di benefici di
carattere fiscale a fronte di
comportamenti ed investimenti di
significativa valenza ambientale.
Abbiamo già avuto importanti esempi,
a riguardo, nel settore dell’edilizia, dove
– tra l’altro - le agevolazioni per gli
interventi orientati al risparmio energetico
garantiscono tuttora un impulso di
fondamentale importanza per le imprese
del settore; e, di certo, i margini per un
ulteriore miglioramento dell’efficienza
energetica degli edifici pubblici e privati
sono enormi.
Si tratterebbe di prendere atto del grande
appeal
(nonché della relativa semplicità,
e dei limitati effetti sul bilancio dello
Stato…. ) che, soprattutto nel nostro
Paese, assume la leva fiscale.
Penso ad esempio al settore della
mobilità, ed in particolare alla mobilità
urbana, nel quale il nostro Paese risulta
veramentemoltoarretrato rispettoagli altri
Paesi europei: i dati sull’uso delle auto,
rispetto ai mezzi pubblici o alle biciclette
(ad esempio), risultano imbarazzanti,
anche se negli ultimi tempi abbiamo
assistito ad uno sviluppo significativo di
forme di
smart mobility
(
car sharing,
bike sharing, car pooling
, etc.).
In questo contesto, ci rendiamo conto
di quale impatto potrebbe avere, ad
esempio, l’introduzione di una
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