Il Commercialista Veneto n.224 (MAR/APR 2015) - page 7

NUMERO 224 - MARZO / APRILE 2015
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IL COMMERCIALISTA VENETO
SEGUE A PAGINA 8
MARIOALBERTOGALEOTTI FIORI
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Ordine di Firenze
La professione del commercialista
nell'erompere dell'era digitale:
scienza, etica, estetica
PROFESSIONE
1.
L’eromperedell’era digitale nella particolarità dei territori italiani.
1.1.
L’era digitale. Effetti.
Stiamo vivendo una nuova era: l’era digitale che, come è accaduto con
l’era della pietra, con l’era del ferro, con l’era industriale, ecc., sta cambiando
intensamente e rapidamente la nostra vita. Nell’era digitale sono abolite le
distanze e dematerializzate le strutture. Nell’era digitale è possibile, senza
spostamenti, comunicare con persone lontane in via telematica, conoscere
cose o fatti di qualunque altra parte del mondo attraverso internet, ecc.: è la
globalizzazione.
In questo quadro la gente si è resa conto della
grande cultura storico-artistica che esiste in alcune
parti del mondo e ne ha sete perché l’uomo è per
sua tendenza curioso e vuole conoscere. È una
sete che la gente tende a soddisfare recandosi nei
territori dove esiste quella cultura.
1.2.
I valori storico-artistici
dei territori italiani.
L’Italia, per soddisfare la sete di cultura che ha la
gente, è un “abbeveratoio” che non teme confronti
anche e soprattutto perché, oltre la bellezza del
suo paesaggio
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, possiede un patrimonio artistico i
cui valori, seppur di origini lontane nel tempo, sono
ancora ben palpabili. Sono ancora ben palpabili
perché i territori dove si trovano quei valori hanno
una loro propria storia che è la storia politica dei
piccoli stati che in quei territori sono rimasti
indipendenti fino a tempi recenti. Nel 1815, ossia
non tanto prima della unificazione del Regno
d’Italia del 1861, esistevano ancora nella nostra
penisola 9 stati
3
. In precedenza erano assai di più.
Al tempo di DanteAlighieri e del Rinascimento gli
stati della penisola erano addirittura una ventina
4
.
Quegli stati erano portatori e fucina di enormi valori
storico-artistici e, seppur piccoli, erano ammirati e
rispettati da tutti i grandi stati sovrani europei che
se li contendevano e addirittura li temevano per la
loro potenza. Si pensi all’espansione della
repubblica di Venezia nel Mediterraneo con la
conquista di Costantinopoli nel 1204 da parte della quarta crociata condotta
dal doge Enrico Dandolo
5
.
La storia politica recente ha poi accentuato la palpabilità di quei valori con
il sorgere dell’Unione Europea che, indebolendo i poteri centrali degli stati
che la compongono, ha reso possibile il rafforzamento dei poteri periferici
delle singole entità territoriali di quegli stati (
lander
tedeschi,
departments
francesi, regioni italiane, ecc.) che, per quanto concerne l’Italia, non vi è
stato il tempo di “nazionalizzare”.
In conclusione:
(i)
motivi politici del passato e recenti portano a confermare
che i nostri territori sono ineguagliabili “abbeveratoi” della sete di cultura
storico-artistica che è nel mondo;
(ii)
i tempi che stiamo vivendo, influenzati
dall’era digitale in cui l’elettronica permea tutta la nostra vita, hanno abolito
le distanze e dematerializzato le strutture. In questo quadro, non solo le
imprese, ma anche i commercialisti devono organizzarsi e competere
soprattutto tramite reti. Sono argomenti da sviluppare in questa relazione
precisando:
(i)
la nozione di rete;
(ii)
l’importanza della rete fra commercialisti
e della rete fra imprese;
(iii)
l’importanza del
Made in Italy
nell’era digitale;
(iv)
cosa deve fare il commercialista per aiutare le imprese nell’era digitale.
2.
Nozione di rete.
2.1.
Nozione letterale di rete.
Letteralmente la rete è un insieme di fili e nodi per acchiappare uccelli e
pesci. Questa nozione non concerne la rete fra commercialisti (i nostri clienti
non sono uccelli o pesci da acchiappare!). La
nostra professione, infatti, dà luogo ad un onorario
che per il professionista costituisce un onore.
L’onorario costituisce la forma attraverso la quale
il professionista ha l’onore del compenso con cui
il cliente esteriorizza la sua gratitudine per la
prestazione del professionista e per come si è svolto
il rapporto di fiducia che contraddistingue il
rapporto professionale
6
.
2.2. Le reti nel trattato della C.E.
Si parla di reti nel titoloXII del trattato di Maastricht
della Comunità Europea 7.2.1992. Trattasi di reti
delle comunicazioni anche telefoniche che non
concernono le reti di cui parliamo in questa sede.
Interessante notare che l’uso del termine rete
appare in sede comunitaria quando ancora era poco
usato in Italia
7
.
2.3. Il contratto di rete
nel diritto commerciale italiano.
L’art. 3, comma 4 ter, del D.L. 10.2.2009 n. 5, come
modificato dalla Legge di conversione 9.4.2009, n.
33, nonché dalla Legge 30.7.2010, n. 122, definisce
la rete un contratto fra più imprenditori che
perseguono lo scopo di accrescere … la propria
capacità innovativa e la propria competitività
sul mercato e a tal fine si obbligano, sulla base di
un programma comune di rete, a collaborare … e
a scambiarsi informazioni o prestazioni …. Il
contratto può anche prevedere l’istituzione di un fondo patrimoniale
comune e la nomina di un organo comune incaricato di gestire, in nome
e per conto dei partecipanti, l’esecuzione del contratto ....
”. La nozione di
rete che emerge da questa norma è molto vasta. La rete prevista dalla norma
può limitarsi alla sola collaborazione per scambio di informazioni fra più
imprese, ma può anche allargarsi fino a dare luogo ad un nuovo soggetto nel
mondo del diritto dotato di mezzi economici e di organi amministrativi propri.
Non concerne i commercialisti perché la norma è rivolta agli imprenditori.
[1] Relazione tenuta alla Assemblea del 27 novembre 2014 dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Venezia
[2] La bellezza dei nostri territori è oggetto di una proposta di legge costituzionale, presentato da 112 deputati il 22 maggio 2014, per affermare nell’art. 1 della Costituzione
che “La Repubblica riconosce la bellezza quale elemento costitutivo dell’identità nazionale, la conserva, la tutela e la promuove in tutte le sue forme materiali e immateriali,
storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche e naturali”. Secondo taluni l’iniziativa è superflua perché la Repubblica già “Tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della
nazione” (art. 9, comma 2, della Costituzione).
[3] Il Veneto, all’epoca dominato dall’Austria, fu annesso all’Italia nel 1866 dopo la guerra austro-italo-prussiana.
[4] Fonte: “
L’Italia nell’età di Dante (1300)
”, Ufficio cartografico del territorio italiano. Proprietà artistico letteraria dell’Enciclopedia Italiana, Dizionario Enciclopedico
Italiano, voce Italia.
[5] Enrico Dandolo (Venezia 1107 - Costantinopoli 1205) ebbe il titolo di “signore di una quarta parte e mezza dell’Impero romano” rifiutando la elezione a imperatore.
[6] L’onorario, secondo l’etimologia della parola, dal latino
honorarium
, è un compenso corrisposto come una specie di donazione, come un segno di gratitudine (così scriveva
G. CATTANEO,
La responsabilità del professionista
, Milano 1958,pag. 22).
[7] Il termine rete, prima che nel diritto, appare nelle scienze sociali dove, “impiegato in senso metaforico, diventa oggetto di studio (specie della psicologia sociale, della
sociologia, dell’antropologia a partire dagli anni Sessanta del 20°”, FABIANA DI PORTO,
La disciplina delle reti nel diritto dell’economia
, Padova, CEDAM 2008, pag. 2.
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