Il Commercialista Veneto n.224 (MAR/APR 2015) - page 36

36
NUMERO 224 - MARZO / APRILE 2015
IL COMMERCIALISTA VENETO
FUORI CAMPO IVA
ROMEI E GIUBILEI
Questo periodico è associato
all'Unione Stampa Periodica Italiana
PERIODICO BIMESTRALE DELL'ASSOCIAZIONE
DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI
CONTABILI DELLE TRE VENEZIE
Direttore Responsabile: GERMANOROSSI (Treviso)
Vice Direttore: EZIOBUSATO (Padova)
Comitato di Redazione: MICHELE SONDA (Bassano) - ALESSANDROBAMPO
(BL)- LUCIANOSANTORO (BZ)- ALFREDOPASCOLIN (GO)-EZIO BUSATO
(PD) - ERIDANIA MORI, EMANUELA DE MARCHI (PN) - FILIPPO CARLIN
(RO) - SILVIA DECARLI (TN) - LAURAILARIANERI (TS) -GERMANO ROSSI
(TV) - GUIDO M. GIACCAJA (UD) - LUCA CORRÒ (VE) - ADRIANO
CANCELLARI (VI) - CLAUDIO GIRARDI, GIORDANOFRANCHINI(VR)
Hanno collaborato a questo numero:
L
ERRY
BASSO (VI) - E
LISA
BISCONTI (BL) -
P
IETRO
CAENAZZO(TS)-A
NDREA
CECCHETTO(VI)-P
AOLO
DALLECARBONARE
(TV)-V
ALENTINA
DALMASO(VI)-S
ABRINA
FERRAZZI(VE)-L
UCA
FORESTAN(VI)-
M
ARIO
A
LBERTO
GALEOTTIFIORI(FI)- P
AOLO
LENARDA(VE) - M
ATTIA
MAISTRI
(TN)- A
DRIANO
MESAROLI(TN)-S
ABRINA
NICOLETTI(VI)-M
ARCO
ORLANDI(TV)
- S
ARAH
PANI (TS) - C
LAUDIO
POLVERINO (GO) - L
UCA
PONTI (UD) - G
IUSEPPE
RODIGHIERO(VI)-G
IANCARLO
TOMASIN(VE)-C
RISTIAN
ZIVELONGHI(VR)
I
NSERTO
A
CURA
DI
F
ABIO
P
ELLEGATTI
(TV).
WebManager:
MARIA LUDOVICA PAGLIARI, viaParuta33A,35126 Padova
Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 380 del 23 marzo 1965
Editore:
AssociazionedeiDottoriCommercialistiedegliEspertiContabilidelleTreVenezie
Fondatore:
DINO SESANI
(Venezia)
Ideazione, laying out, impaginazione
: Dedalus (Creazzo-VI)
Stampa
: CHINCHIO, Industria Grafica srl, via Pacinotti, 10/12, 35030 Rubano (PD)
SITO INTERNET
:
IL COMMERCIALISTA VENETO
CV
Seguici anche su Facebook:
Articoli (carta e dischetto), lettere, libri per recensioni, vanno inviati a Maria Ludovica Pagliari, via
Paruta 33A, 35126 Padova,
tel. 049 757931
. La redazione si riserva di modificare e/o abbreviare. I colleghi
possono prendere contatto con il redattore del proprio Ordine per proposte e suggerimenti. Gli interventi
pubblicati riflettono esclusivamente il pensiero degli autori e non impegnano Direzione e Redazione.
Numero chiuso il 3 giugno 2015 - Tiratura 12.000 copie.
L
E NOTIZIE DI QUESTI GIORNI costringono questa rubrica non solo
ad andare “Fuori campo Iva”ma anche ad inoltrarsi in un campo scivoloso,
sconosciuto e pieno di pericoli: il Papa ha proclamato il nuovo Anno
Santo! E allora mi è venuta voglia di raccontare il come e il perché del
primoGiubileo in quel 1300, periodo difficile e affascinante.
Stiamo uscendo dal Medioevo, in Europa si stanno
identificando, con grande fatica, gli Stati nazionali, siamo in
piene lotte con “gli infedeli”, le crociate sono costate uomini,
fatica e soldi, le lotte sono costanti e feroci, la peste, la
carestia, l’ignoranza, la povertà, il senso di peccato e
l’arroganza dei potenti rendono complicata la vita del
popolo.
La Chiesa è in grandi difficoltà; si è appena dimesso quel
Celestino V che “fece per viltade il gran rifiuto”.
È un periodo che mi ha sempre affascinato.
Eccezionale è stata la mostra a Roma, nel 2000, in Palazzo
Venezia, in occasione dell’ultimo Giubileo.
Ricordo ancora con quale efficacia i curatori hanno espresso
il clima e l’atmosfera del periodo.
Filippo il Bello, in Francia, cerca di accelerare i tempi nella
creazione di uno Stato unitario, ma trova l’opposizione del
Papa che pretende di avere anche il potere temporale e
compete con gli altri Stati, rivendicando la superioritàmorale
e spirituale.
Filippo il Bello convoca gli stati generali e chiede allaChiesa
il pagamento delle imposte: in pratica mette l’IMU sui beni della Chiesa. La
popolazione sente il peso della religione e il cambio di secolo e già nelle ultime
settimane del 1299, cominciano i pellegrinaggi dei penitenti, a Roma, in cerca di
perdono. Cogliendo il clima e senza preparativi, il 22 febbraio, Bonifacio VIII
indice per il 1300 l’Anno Santo con inizio all’1 gennaio, promettendo indulgenze
a chi passa quindici giorni a Roma.
Molti, in quel periodo, cercano l’indulgenza e la gente andava a fare le crociate per
avere il perdono dei suoi peccati. Il Papa, inoltre, ha gran bisogno di soldi in mezzo
alle guerre, con il clero francese che non è più in grado di versare i tributi.
Il primo giubileo è stato sicuramente un successo con una partecipazione mai vista
seDante, che sicuramente ha partecipato, per rappresentare,
nel diciottesimo canto dell’Inferno, l’affollamento nella
bolgia degli adulatori, ricorda il doppio senso di marcia
instaurato a Roma, sul ponte di Castel Sant’Angelo, per
consentire l’entrata e l’uscita dei pellegrini.
Con l’Anno Santo, per la prima volta, popoli inermi e
impreparati partono dai loro paesi per arrivare tutti nello
stesso posto: a Roma.
Le strade sono insicure, non ci sono alloggi, molti si
ammalano e muoiono lungo il viaggio.
N
ASCE, COSÌ, LA PRIMA IDEA di un
ospedale, non militare, rivolto a pellegrini
poveri e indifesi, e sorgono i primi alloggi per
accogliere la tanta gente di passaggio.
Sta finendo il Medioevo. È l’inizio di un tempo nuovo.
E a questo punto mi rivolgo ai nostri colleghi del Friuli.
Vicino a San Daniele, in località San Tomaso, hanno da
poco restaurato l’ “hospitale” che è sorto nel clima di quegli
anni. È un passaggio obbligato sulla via d’Alemagna, quella
che accoglieva i pellegrini che venivano dal Nord.
È un restauro eccezionale, che merita di essere ammirato.Andate. È una gita breve
e molto interessante. Non è sempre aperto, ma basta telefonare alla maestra Teresa
che sarà felice e orgogliosa di accogliervi.
Bonifacio VIII indice il Giubileo del 1300 (Giotto, affresco, particolare)
TRE VENEZIE DA SCOPRIRE
La Basilica di Sant'Anastasia
a Verona
L
A BASILICA DI SANT’ANASTASIA, magistrale esempio di gotico
italiano, è situata alla fine del
Decumano massimo,
che immetteva al
Ponte Postumio, ora scomparso. Fu eretta a partire dall’anno 1290, col
contributo degli Scaligeri e di altre famiglie veronesi. Prima dell’attuale
edificio qui esistevano due chiese, l’una dedicata a Sant’Anastasia e l’altra a San
Remigio. Quando i Domenicani si insediarono qui per volontà dell’allora Vescovo
Pietro della Scala, decisero di costruire un’unica chiesa dedicata a San Pietro martire,
ma il popolo continuò a chiamarla SantaAnastasia. I lavori di costruzione terminarono
nel 1500; l’unica cosa mai giunta a termine è la facciata, rimasta incompiuta.
Santa Anastasia è la chiesa più grande di Verona; si sviluppa in tre grandi navate
sorrette da 12 imponenti colonne di marmo rosso di Verona. Sul transetto si aprono
5 cappelle; sul lato sinistro si apre l’antico oratorio del convento, Cappella Giusti.
Oltre che dalle numerose inestimabili opere d’arte conservate all’interno della basilica
(dipinti di Pietro Rotari, Girolamo dai Libri, Giovan Francesco Caroto, Altichiero,
Pisanello, nonché sculture di Gabriele Caliari, Paolo Orefice, Orazio Marinali), il
visitatore viene accolto da due singolari figure che custodiscono e benedicono
l’ingresso, si tratta delle due famose acquasantiere sorrette dai cosiddetti
gobbi
, che
rappresentano gli sforzi sostenuti per la costruzione della basilica; il più antico dei
due è quello di sinistra, realizzato nel 1495 da Gabriele Caliari.
Sant’Anastasia è sicuramente una delle chiese più belle di Verona, un appuntamento
imperdibile per il visitatore.
Paolo Lenarda
Ordine di Venezia
1...,26,27,28,29,30,31,32,33,34,35 36
Powered by FlippingBook