Il Commercialista Veneto n.222 (NOV/DEC 2014) - page 9

NUMERO 222 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2014
9
IL COMMERCIALISTA VENETO
SEGUE A PAGINA 10
Riflessioni in libertà sull'attività bancaria
GIUSEPPE GRAFFI BRUNORO
Ordine di Udine
Attualità
I
RISULTATIDELL’ATTIVITÀDELLABCE
sui principali operatori bancari europei e le
innumerevoli considerazioni, positive e ne-
gative, che ne sono seguite mi inducono a
qualche riflessione sulle banche.
Ben consapevole che, oggi, provare a parlare di
“banca” in termini che non siano critici, è certa-
mente controcorrente. E farlo con dei colleghi
commercialisti lo è ancora di più. Ma proprio per
questo la cosa merita di essere fatta.
Infatti, è vero che in questi ultimi sei anni gli
scandali bancari hanno riempito le pagine dei gior-
nali, ma limitarsi a considerare la rabbia sociale
ed il disprezzo che stanno montando sul ruolo
degli intermediari finanziari, significa accettare,
supinamente, mistificazioni che rischiano di but-
tare il bambino con l’acqua sporca. Significa di-
menticare che per le imprese nostre clienti un
corretto rapporto con la propria banca di riferi-
mento passa anche attraverso la conoscenza, non
superficiale, dei rispettivi ambiti di attività, delle
norme che li regolano e delle dinamiche che li
caratterizzano..
Dopo anni di acritica esaltazione del “mercato”
come risolutore di qualsiasi problema economi-
co, assistiamo a sempre più frequenti dibattiti
che demonizzano il capitalismo, il mercato e la
globalizzazione come causa di ogni male.
A mio modesto avviso, però, questa crisi epocale
non è tanto figlia di una visione liberista del-
l’economia, quanto di un “anarco-capitalismo”
alimentato da un insano individualismo (anzi,
meglio, Egoismo!), dall’imprudenza e dalla dimen-
ticanza delle regole basilari di etica pubblica e di
educazione civica.
E tutto trae origine da un peccato umano che
risale alla notte dei tempi:
la cupidigia verso il
lucro!
Quando ci si affida alla “mano invisibile del mer-
cato”, si fa un errore: si dimentica che il mercato
non è fatto solo di beni privati (dove, forse, i
privati ne fanno una gestione oculata e la
contrapposizione di interessi consente di trova-
re un equilibrio, più o meno precario), ma si ali-
menta di una grande quantità di “beni pubblici”
o “beni comuni” (acqua, ambiente, internet, stra-
de, infrastrutture, salute, informazione ecc.. ecc.).
Beni che tutti dovremmo avere a cuore e, invece,
proprio perché “collettivi, nessuno, purtroppo,
ne prende cura.
E il “Risparmio”, che nella sua individuazione
singola è, forse, il bene privato per eccellenza,
inteso nella sua consistenza globale, è certamen-
te un bene comune.
Di questa duplice natura è consapevole il nostro
legislatore costituente che, all’art. 47, con un’af-
fermazione giuridica, ma soprattutto sociale,
(“La
Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in
tutte le sue forme” )
gli attribuisce un valore di
interesse sociale e collettivo. Interesse colletti-
vo che merita di essere tutelato, al punto che
subito dopo, sempre la Costituzione, recita
“(la
Repubblica) ..disciplina, coordina e controlla
l’esercizio del credito
”.
Ed è in questo collegamento fra “Risparmio” e
“credito” che troviamo l’essenza dell’attività ban-
caria. Come, infatti, leggiamo all’art.10 del TUB,
la banca è quel soggetto che esercita il credito
mediante il pubblico risparmio (
La raccolta di
risparmio tra il pubblico e l’esercizio del credi-
to costituiscono l’attività bancaria. Essa ha
carattere d’impresa).
Questa è l’attività bancaria, nel senso di attività
riservata alle banche, che va nettamente distinta
dall’attività finanziaria (che possono svolgere
anche
le banche, ma
non solo le banche
). E mi
riferisco a quelle attività speculative che sono
un po’ come il “campo dei miracoli”. Ci sono sem-
pre un “gatto e una volpe” che fanno intendere
ad un “pinocchio” che i quattrini crescono in
modo miracoloso (e, purtroppo, c’è sempre qual-
cuno che ci crede!).
Effettivamente ci sono dei momenti nella storia
in cui i quattrini si sviluppano in modo efferve-
scente, una sorta di effetto “Alka Seltzer”. Il pro-
blema è che un bel momento, che nessuno - o
meglio, pochi – è in grado di prevedere, tutto si
ferma (suggerisco di leggere “il cigno nero” di
Nassim Nicolas Taleb) . Chi è sceso dal treno in
tempo, si salva e si arricchisce, mentre chi resta
sopra sperando in ulteriore effervescenza (e sono
la maggioranza) deraglia e si fa male, molto male.
Ci si dimentica sempre che la finanza è un gioco
a “somma zero”; per ogni euro che qualcuno
guadagna, da qualche parte nel mondo c’è qual-
cuno che lo ha perso! Ed è questa la principale
differenza fra attività speculativa (a somma zero)
e attività economica (a somma diversa da zero,
auspicabilmente con creazione di valore aggiun-
to quindi con segno positivo).
E’ l’attività speculativa – comunemente nota come
“finanziarizzazione dell’economia” – che va sot-
toposta a maggiore controllo.
In realtà la banca pone in essere un delicato pro-
cesso che mixa “economia” e “fiducia”. Infatti,
pone in essere con i suoi clienti, sia che siano
depositanti (risparmiatori) sia che siano prenditori
(investitori), un rapporto economico ed uno
fiduciario. Il risparmiatore deposita in banca i suoi
risparmi (rapporto economico) convinto che in
qualsiasi momento o alla scadenza prefissata può
rientrare in possesso della somma depositata (rap-
porto fiduciario). Nel contempo il prenditore ri-
ceve un prestito (rapporto economico) sulla base
della convinzione della banca che alla data pat-
tuita le somme verranno restituite (rapporto
fiduciario).
I
NSINTESI, INTERMEDIANDO fra fiducia
ricevuta e fiducia concessa, la banca riesce
a porre in essere un’operazione di indole
economica positiva generando coesione so-
ciale. Il risparmiatore vede dove vanno i suoi soldi
e ne coglie i benefici sociali (oltre che la conse-
guente remunerazione individuale). Viceversa, se
accade che il risparmiatore porti i suoi soldi alla
banca che, anziché prestarli al suo vicino di casa,
li investe sulla borsa di Shangai, allora avremo
fenomeni di discoesione sociale (perché c’è un
maggior rischio di perdere i denari, perché il vici-
no di casa fa più difficoltà a prendere a prestito i
quattrini).
Nel 1929, dopo la grande crisi, negli Stati Uniti
SEMPRE PIÙ DIRETTO IL DIALOGO TRA PROFESSIONISTI e fisco. Va in questa direzione il protocollo d’intesa siglato tra Equitalia Nord e la
Conferenza Permanente fra gli Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto
Adige), che inaugura un canale di accesso ai servizi di assistenza e informazione dell’agente della riscossione dedicato ai circa 11 mila professionisti iscritti
ai 14 Ordini raccolti all’interno della Conferenza. L’accordo avrà una durata di due anni ed è stato sottoscritto dal direttore generale di Equitalia NordAdelfio
Moretti, e dal presidente della Conferenza Permanente fra i 14 Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie, Alberto Mion.
Attraverso uno sportello telematico dedicato, presente sul sito Internet
nell’apposito Form contatti, gli iscritti agli Ordini dei
Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di
Bassano del Grappa, Belluno, Bolzano, Gorizia, Padova, Pordenone, Rovigo, Trento, Treviso,
Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza
possono richiedere informazioni per conto dei propri assistiti e formulare quesiti in ordine a pratiche che non
richiedano la produzione di documentazione in originale. A fronte di argomenti di particolare complessità, Equitalia Nord provvede a fissare un incontro nel
minor tempo possibile.
La convenzione prevede inoltre l’impegno di Equitalia Nord a partecipare agli interventi di formazione eventualmente organizzati dall’Associazione dei
Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie, al fine di approfondire le aree di specifico interesse all’interno del processo della
riscossione, con particolare riguardo alle novità normative. “Questo protocollo - sottolinea il direttore generale di Equitalia Nord, Adelfio Moretti - è per noi
particolarmente importante perché ci permette di dialogare direttamente con una vastissima platea di professionisti e, con la loro mediazione qualificata, con
un’area del Paese che ha subito e sta subendo in misura estremamente significativa il peso della crisi”.
L’intesa con Equitalia Nord – osserva Alberto Mion,
presidente della Conferenza Permanente fra i 14 ODCEC delle Tre Venezie - rappresenta un ulteriore passo nello svolgimento del fondamentale ruolo di
raccordo che i Commercialisti svolgono tra il mondo delle istituzioni, delle imprese ed i contribuenti”.
Siglata l’intesa tra
Equitalia Nord
e i
Commercialisti
del Triveneto
/ Dialogo più diretto tra professionisti e fisco
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