Il Commercialista Veneto n.222 (NOV/DEC 2014) - page 4

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NUMERO 222 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2014
IL COMMERCIALISTA VENETO
La riforma del terzo settore... finalmente!
È
TORNATO DI ATTUALITÀ parlare in questi mesi degli enti no profit,
per l’avvio dell’iter legislativo, messo in campo da questo Governo, con
l’approvazione il 10 luglio 2014 del disegno di legge delega sul Terzo
Settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile univer-
sale. Il testo del disegno di legge attribuisce al Governo la delega ad adottare,
entro
12 mesi
dalla data della sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi, allo
scopo di definire e rendere chiare le moltissime (e inevitabili) distinzioni fra le
diverse
attività
che promuovono e realizzano finalità solidaristiche e di interesse
generale per perseguire il bene comune e fra i vari
soggetti
che animano questo
“universo del non profit”.
Si ricorda che ne fanno parte il volontariato, insieme all’associazionismo, la pro-
mozione sociale, le imprese sociali, le cooperative sociali, il Terzo Settore tutto.
Tra gli obiettivi della riforma ci sono anche quelli di
elevare i livelli di cittadinanza attiva, creare coesione e
protezione civile, favorire la partecipazione, l’inclusio-
ne e il pieno sviluppo della persona.
Un altro obiettivo è
valorizzare lo straordinario po-
tenziale di crescita e occupazione insito nell’eco-
nomia sociale
e nelle attività svolte dal terzo settore e
premiare in modo sistematico con adeguati incen-
tivi e strumenti di sostegno tutti i comportamenti
donativi
o comunque prosociali dei cittadini e delle
imprese, finalizzati a generare coesione e responsabili-
tà sociale.
Nella riforma è stata posta particolare attenzione alle
attività economiche svolte da enti non profit per rego-
lamentare in modo preciso questo mondo che talvolta
sfugge al controllo e alla legalità, alla possibilità di ren-
dere stabile il 5 per mille, all’applicazione di una san-
zione/tassa che impedirà la ripartizione interna di utili
negli enti, ai canoni di deducibilità e ad una più chiara
detrazione delle donazioni.
Altri argomenti dibattuti saranno il servizio civile per i
giovani, da svolgersi anche in un Paese della comunità Europea, la revisione della
figura dell’Impresa sociale, individuata dal D. Lgs. 155/06 e non totalmente decol-
lata, pur costituendo una grande opportunità, in quanto non è da ritenersi un
soggetto giuridico a sé, ma una nuova qualificazione che può essere assunta da
soggetti costituiti con qualsiasi forma giuridica, in presenza di determinate condi-
zioni.
Verrà poi istituito un Registro unico di settore, che darà la possibilità di tenere un
archivio di tutti gli enti che svolgono attività inerenti il mondo del Terzo Settore,
distinguendoli per fini sociali e per presenza di attività economica.
Tra gli obiettivi importanti della riforma vi è quello di costruire un
nuovo
welfare
partecipativo
, e per realizzarlo il Governo ha chiamato in causa, nel processo
decisionale e attuativo delle politiche sociali i cittadini, i corpi intermedi e il terzo
settore, al fine di ammodernare le modalità di organizzazione ed erogazione dei
servizi.
L
A GRANDE NOVITÀ ha acceso un dibattito
telematico
intorno a questa
riforma nelle sedi politiche, nel mondo del volontariato e nella società
civile, mettendo a tutti una grande frenesia e riaccendendo l’attenzione ai
problemi da risolvere e alle soluzioni da proporre. Tale discussione ha
portato e porterà un importante e prezioso contributo al testo che verrà nei pros-
simi giorni proposto alle Camere. Per stringere i tempi e fare sintesi del tour di
consultazioni durato mesi, il 10 novembre scorso, per 10 ore continuative, la com-
missione Affari sociali ha aperto le porte a oltre 30 organizzazioni del non profit
italiano per trattare il tema della riforma del Terzo settore.
Esse sono state ascoltate una dopo l’altra e ne saranno raccolte idee, critiche,
proposte, suggerimenti. Il sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali Luigi Bobba ha più volte ribadito il suo obiettivo, cioè quello di
portare il
testo rivisto all’approvazione di almeno una delle due Camere entro la fine dell’an-
no.
L’Anffas Onlus, Associazione Nazionale di Famiglie di Persone con Disabilità
Intellettiva e/o Relazionale, si è espressa favorevolmente sulla riforma, chiedendo
che la discussione verta sull’idea di
Paese che vorremmo
arrivando a costruire il
Terzo settore che vorremmo.
Ritiene poi indispensabile realizzare una riforma del
welfare
, ma avendo come
obiettivo primario la definizione di un nuovo modello di sviluppo socio-economico
in chiave nazionale, europea ed internazionale. Interessante il tema generale “ Dal
Dualismo alla Co-Produzione. Il ruolo dell’Economia civile” affrontato nella XIV
edizione delle “Giornate di Bertinoro”, tenute il 10 e l’11 ottobre 2014, evento
promosso da AICCON, Associazione Italiana per la Promozione della Cultura
LUISA ANGELAVALLESE
Ordine di Rovigo
della Cooperazione e del Non Profit, ente da sempre impegnato nella promozione
della cultura della solidarietà.
Sul tema a sua volta l’economista italiano prof. Stefano Zamagni, presidente della
commissione scientifica dell’Aiccon, ideatore dell’evento sin dal lontano 2001,
precisa:
“L’idea centrale e che è nota ai più è che accanto ad un dualismo economi-
co e sociale, tra nord e sud, negli ultimi 10/15 anni si è accentuato il dualismo civile,
per certi aspetti molto più preoccupante. L’incontro qui a Bertinoro è un appunta-
mento importante per confrontarsi e proporre soluzioni.”
Anche il CNDCEC ha presentato una serie di proposte, affermando
“che serve un
riordino complessivo del sistema normativo, che garantisca più elevati livelli di
omogeneità e armonizzazione, intervenendo anche sui benefici concessi ai soggetti
in un’ottica di certezza normativa ed economica”
.
Nel documento i commercialisti sottolineano, tra l’al-
tro, che il tema dei controlli interni ed esterni è una
questione da affrontare con serietà e regole chiare, per
il rispetto della trasparenza.
L’ODCEC di Milano poi, che da tanto tempo ha isti-
tuito una commissione molto efficiente producendo
lavori molto qualificati in materia non profit, ha con-
segnato, come tanti altri Ordini, le proprie proposte,
invitando ad un attento riesame della terminologia e
comunicando nel contempo al Presidente del Consi-
glio la disponibilità ad approfondire la successiva leg-
ge delega che verrà emessa dopo il giro di consultazio-
ni e suggerendo da un attento riesame della terminolo-
gia, alla riforma civilistica da affrontare insieme alla
fiscale, alla introduzione di un sistema di
forfettizzazione della tassazione, alla riduzione degli
adempimenti, con regole di rendicontazione, di con-
trollo e di revisione degli enti, riforma degli Albi e
Registri, all’Authority con poteri ispettivi e
sanzionatori.
Non è una sorpresa che qualcuno si sia accorto della
necessità di riformare la normativa, perché un intervento era atteso da almeno due
decenni ed ha risvegliato le speranze di chi opera da anni nel mondo non profit,
ritenendo che un riordino della disciplina vigente possa promuovere la crescita,
l’occupazione e lo sviluppo delle attività ad esso connesse ma soprattutto possa
dare il proprio contributo a far uscire il Paese dalla crisi sociale.
I
L SISTEMA NORMATIVO del non profit per molti anni è stato disciplinato
in Italia in maniera poco organica, costituendo a lungo il maggior ostacolo al
corretto sviluppo degli enti non lucrativi. Una serie di leggi così disorganica
non poteva che favorire l’incertezza e la confusione, rendendo possibili facili
elusioni ed evasioni, con attività commerciali mascherate da istituzionali e con
incentivi concessi a enti che talvolta li hanno utilizzati in modo non corretto o non
trasparente. Solo dal 1987 il legislatore ha evidenziato un deciso impegno a riordi-
nare la materia, dapprima in modo settoriale (Legge n. 49/87 - Cooperazione Italia
e Paesi in via di sviluppo, n. 266/1991 Legge sul volontariato, n. 381/1991 Legge
sulle cooperative sociali, D. Lgs. 460/97 Riordino della disciplina tributaria degli
enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, Legge n.
383/2000 Disciplina delle associazioni di promozione sociale, D. Lgs.155/2006
Disciplina dell’impresa sociale) e molto più tardi timidamente in modo generale.
Tuttavia il panorama normativo attualmente in vigore, sia dal punto di vista civilistico
che fiscale, si presenta in molte parti non chiaro e le difficili interpretazioni lascia-
no spesso spazio a contenziosi tra il mondo del Terzo settore e gli Enti controllori.
La scelta quindi di riordinare l’intera materia è sicuramente positiva, in quanto il
mondo del volontariato deve essere valorizzato, consegnandogli una normativa
semplice e chiara, perché ha un ruolo fondamentale, che è quello di aiutare a supe-
rare i limiti posti dalla attuale
società disgregata che continua ad alimentare
disuguaglianze,
dove
l’uomo è rimasto solo
nei rapporti sociali e nelle relazioni
economiche, dove si vive drammaticamente la precarietà, la perdita di potere con-
trattuale dei lavoratori, il peggioramento delle condizioni di vita, l’insofferenza per
le procedure democratiche, i personalismi nella politica, l’insofferenza per il pen-
siero diverso e per il diverso. C’è tanta attesa sul modo in cui il Governo elaborerà
e sintetizzerà gli esiti della consultazione e su quale riforma presenterà e risulterà
dopo la discussione e approvazione nelle Camere. Questo progetto non può e non
deve fallire, in quanto si è assunto il compito
dopo tanti anni di rimettere al
centro della riflessione politica le organizzazioni senza scopo di lucro
, di
riordinare in modo armonico le leggi esistenti e di introdurre nuove regole atte a far
sì che finalmente questo Terzo Settore conviva e si integri con gli altri due Settori,
Stato e Mercato, contribuendo a migliorare il nostro Paese in ogni sua espressione.
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