Il Commercialista Veneto n.221 (SET/OTT 2014) - page 9

NUMERO 221 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2014
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IL COMMERCIALISTA VENETO
agevolazione degli “investimenti netti”, come
previsto per la “Tremonti” e ripreso dalla
“Tremonti bis”, ma esclusivamente di “investi-
menti”, similmente a quanto già disposto dalla
“Tremonti ter”
4
.
Pertanto, i disinvestimenti effettuati tra il 25 giu-
gno 2014 e il 30 giugno 2015 non dovrebbero
assumere rilevanza nel calcolo degli investimenti
agevolabili.
Per quanto riguarda invece gli
investimenti da
considerare nel calcolo della media
, si dovreb-
be applicare il criterio di omogeneità, come se-
gnalato dall’Agenzia delle Entrate nella circolare
90/E del 2001, par. 2.1, secondo la quale “
i criteri
adottati per l’individuazione e il computo de-
gli investimenti agevolati […] valgono anche
per gli investimenti degli esercizi precedenti da
assumere ai fini della media di confronto
”.
Conseguentemente, nel calcolo della media do-
vrebbero rientrare solo gli investimenti in beni
nuovi (non già utilizzati), al lordo di eventuali
disinvestimenti, appartenenti alla categoria
ATECO 28, di valore unitario non inferiore ai
10.000 euro
5
. Sul punto è comunque opportuno
un chiarimento da parte dell’Agenzia.
Nel caso di beni rivalutati nel 2013, essi andran-
no considerati con il valore pre-rivalutazione,
sulla scorta dell’opinione espressa dall’Agenzia
delle Entrate con la citata circolare 90/E del 2001,
in merito alla “Tremonti bis”.
6.
Il calcolo del credito d’imposta
e lamediamobile
Il calcolo del credito d’imposta riguarda
due pe-
riodi d’imposta
: il 2014 per investimenti effettua-
ti dal 25 giugno al 31 dicembre, il 2015 per gli
investimenti effettuati dal primo gennaio al 30
giugno. La media con cui confrontare gli investi-
menti dovrebbe essere “mobile”, similmente alla
“Tremonti bis”, dato che il disposto normativo
di quest’ultima agevolazione è identico a quella
dell’art.18, comma 1 del D.L. in esame
6
.
Ciò significa che gli investimenti effettuati dal 25
giugno al 31 dicembre 2014 dovranno essere con-
frontati con lamedia degli investimenti 2009-2013,
mentre gli investimenti del primo semestre 2015
con la media del quinquennio 2010-2014.
Tale fatto influenza la convenienza degli investi-
menti, a parità di condizioni, in base alla loro col-
locazione temporale, favorendo un unico inve-
stimento concentrato in un solo esercizio piutto-
sto che due investimenti di importo minore
frazionati tra il 2014 e il 2015.
Gli investimenti effettuati nel primo semestre 2014,
per la precisione entro il 25 giugno di quest’anno,
assumono rilevanza solo parziale ai fini dell’age-
volazione in esame, perché non rientrano nel com-
puto degli investimenti agevolabili. Essi, tuttavia,
faranno parte del quinquennio a cui paragonare
gli investimenti effettuati nel primo semestre 2015.
Paradossalmente, l’agevolazione premia quindi
in misura maggiore le società che hanno effet-
tuato pochi investimenti negli ultimi anni e che
riporteranno perciò una media degli investimenti
precedenti molto bassa.
7.
Revoca dell’agevolazione
Il beneficio decade, in base al sesto comma
dell’art. 18 in parola, se:
a)
i beni agevolati vengono ceduti a terzi,
destinati a finalità estranee all’impresa, conferiti,
donati, destinati ai soci o dismessi prima dell’ini-
zio del secondo periodo d’imposta successivo
all’acquisto;
b)
i beni oggetto d’investimento sono tra-
sferiti al di fuori del territorio dello Stato prima
della fine del quarto anno successivo a quello di
presentazione del modello Unico in cui si
evidenzia il credito d’imposta.
Per quanto riguarda la disposizione di cui al sub
a), si evidenzia che è identica a quella prevista
per la “Tremonti ter”, che presupponeva un vin-
colo temporale minimo di detenzione dei beni
agevolati presso la società, pena la revoca del-
4
Si vedano in tal senso anche la Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 44/e del 2009 e P. Meneghetti,
Disinvestimenti fuori dall’importo agevolabile
,
Il Sole 24 Ore del 11/07/2014.
5
Si veda in merito anche P. Meneghetti,
Bonus Impianti, rivalutazione neutra
, Il Sole 24 Ore del 21/08/2014.
6
Si veda sul punto la Circolare n. 90/E del 2001.
7
Si veda in tal senso anche G. Andreani e A. Tubelli,
Credito d’imposta sugli investimenti tra vecchie e nuove problematiche
, in Il Fisco, n.33/2014.
l’agevolazione. La fattispecie di cui al sub b),
invece, sottintende la permanenza nel territorio
dello Stato del bene oggetto dell’agevolazione
anche nel caso in cui venga ceduto a terzi.
Nell’ambito della “Tremonti ter”, che vietava il
trasferimento del bene agevolato in strutture pro-
duttive fuori dallo spazio economico europeo,
l’Agenzia delle Entrate aveva affermato la necessi-
tà, in caso di cessione del bene, di ottenere dal
cessionario un’apposita dichiarazione circa l’utiliz-
zazione del bene all’interno di tale spazio, pena la
decadenza dell’agevolazione in capo al cedente.
Si ritiene che tale dichiarazione debba essere ot-
tenuta anche nell’ambito della normativa in esa-
me
7
. Il verificarsi di una delle predette cause di
revoca dell’agevolazione comporta che il conse-
guente minore credito d’imposta dovrà essere
versato, senza sanzioni o interessi, entro il termi-
ne per il versamento del saldo delle imposte sui
redditi relative all’anno in cui è avvenuta la revo-
ca stessa. Se il credito non fosse ancora stato
utilizzato, l’unico effetto sarà quindi sul bilancio,
con lo storno del credito stesso dall’attivo dello
stato patrimoniale.
8.
Esempio di calcolo
Si supponga che un’impresa effettui, tra il 25 giu-
gno e il 31 dicembre 2014, investimenti in beni
strumentali pari a 100.000 euro. Tale ammontare
andrà confrontato con la media degli investimenti
agevolabili sostenuti tra il 2009 e il 2013, che im-
maginiamo siano i seguenti: 50.000 euro nel 2009,
0 nel 2010, 90.000 euro nel 2011, 30.000 euro nel
2012 e 20.000 euro nel 2013.
Si procede quindi escludendo l’anno che pre-
senta gli investimenti di importo maggiore, in
questo caso il 2011. Lamedia sarà pari a (50.000 +
0 + 30.000 + 20.000) / 4 = 25.000 euro.
Il credito d’imposta relativo al 2014 verrà dunque
calcolato ottenendo in primo luogo la differenza:
100.000 – 25.000 = 75.000. A questo dato andrà
applicato il coefficiente: 75.000 * 15% = 11.250
euro, che sarà il credito d’imposta complessivo.
Tale cifra potrà essere utilizzata in compensazio-
ne in tre rate annuali, ciascuna di importo pari a
3.750 euro, la prima delle quali potrà essere sfrut-
tata a partire dal 1° gennaio 2016.
Lo stesso discorso vale per gli investimenti ef-
fettuati nel primo semestre 2015, chiaramente
spostando in avanti di un anno ogni riferimento.
LIBRI
Quando la finanza
parlava italiano
Autore:
Alessandro Marzo Magno
Titolo:
L'invenzione dei soldi. Quando
la finanza parlava italiano
Editore:
Garzanti, Milano
Anno:
2013
(pp.281)
U
n salutare quanto tonificante tuffo nel
la storia, economica s’intende, è quan-
to ci proponeAlessandroMarzoMagno
col suo agile saggio dal titolo
L’inven-
zione dei soldi – Quando la finanza parlava italia-
no
, edito da Garzanti nel 2013.
Da una breve storia della moneta quale mezzo di
pagamento ed intermediario degli scambi, e in par-
ticolare dell’importanza dalla stessa assunta quale
metro di misura del valore dei beni in sostituzione
del sistema del baratto, il saggio passa a trattare in
maniera sufficientemente esaustiva della nascita e svi-
luppo delle banche (i due istituti bancari più longevi al
mondo sono il Monte dei Paschi di Siena fondato nel
1472 e per seconda la banca Carige, fondata nel 1483),
e dei fallimenti delle stesse.
Tratta della nascita e sviluppo delle assicurazioni (il
diritto assicurativo nasce con una norma genovese nel
1369 ma l’assicurazione, sotto il profilo negoziale, si
perfeziona successivamente a Venezia), favorito an-
che dal pensiero di unmercante, tale Benedetto Cotrugli
che nel 1458 scrisse quello che viene ancor oggi consi-
derato il primo trattato commerciale della storia, dal
titolo:
Della mercatura et del mercante perfetto.
Parla di quello che nel medioevo era considerato “un
peccataccio orrendo”, cioè l’usura e di come Enrico
Scrovegni figlio di Rainaldo, accusato quest’ultimo di
essere un usuraio, con un’abile operazione di
marketing, vale a dire la decorazione commissiona-
ta a Giotto di una cappella dedicata alla Vergine
(la famosa cappella degli Scrovegni realizzata tra
il 1303 e il 1305), sarà successivamente ricordato
quale grande benefattore. “In definitiva, quelle
pitture costituiscono
il migliore affare del gran-
de finanziere
”. E’ una lettura piacevole, avulsa
da eccessivi tecnicismi, che porta o riporta alla
mente del lettore il lungo cammino percorso dal-
la storia economica italiana, e nel contempo aiu-
ta i neofiti ad avvicinarsi al mondo talvolta solo
apparentemente misterioso e complicato del-
l’economia. Da consigliare.
Giordano Franchini
(Ordine di Verona)
Il credito d'imposta
sugli investimenti
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