Il Commercialista Veneto n.221 (SET/OTT 2014) - page 32

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NUMERO 221 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2014
IL COMMERCIALISTA VENETO
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SEGUE DA PAGINA 2
M
I SUONAILTELEFONO INTERNO
dello studio e Michela mi avvisa che è arrivata la signora. Vengo
ad accoglierla io. Una bella signora, molto elegante. Un po’ agitata e preoccupata.
Ha un foglietto nella mano sinistra e appoggia la destra sul manico di un trolley vecchio e leggermente
trasandato. Abbandona il trolley per darmi la mano. L’accompagno in studio. Cerco di prendere il trolley per
cortesia, ma lei preferisce trascinarlo da sola. Dopo i soliti convenevoli, particolarmente piacevoli, la signora mette
sul tavolo il foglietto. Guardo un po’ i numeri: un abbozzo di situazione patrimoniale e di conto economico.
“Mi trovo in questa situazione, dottore, e non so come uscirne”.
Esamino con attenzione le voci dell’attivo: avviamento e immobili cedibili.
“Cosa sono questi?” La signora mette il trolley sulla sedia accanto a lei e apre: ci sono molti fascicoli.
Me ne consegna uno: avviamento - parte prima. Guardo, e vedo una serie di nomi. Comincio dall’inizio, Alighieri,
vado avanti, Giotto, poi Mantegna. Poi mi dà il secondo fascicolo: Tiepolo, Verrocchio. Mi dà il terzo fascicolo:
cespiti incedibili - parte prima. Colosseo, Fori romani, Reggia di Caserta. Rimangono nel trolley ancora molti
fascicoli. Uno un po’ più grosso. Spunta il nome: Rinascimento.
“Dottore questa è la mia situazione. Cosa posso fare? E pensare che i miei soci si sono arricchiti: hanno un
patrimonio superiore ai 140 mila Euro”.
“Come vede, di anno in anno c’è un contributo dei soci, ma è insufficiente per mantenere la gestione e non so bene
come uscire da questa difficoltà”. Fino a qua la finzione.
Ma in realtà, se ti trovassi sul tavolo un bilancio che assomiglia a quel foglietto lasciato dalla signora, cosa faresti?
Chiederesti un contributo da parte dei soci? Faresti un aumento di capitale sociale espropriando alcuni soci di
parte della loro proprietà? Ridurresti i costi impoverendo l’azienda e togliendo gran parte di quell’avviamento che
abbiamo costruito in duemila anni? Prova a rispondere. Grazie.
Per chiarire
Il foglietto della signora rappresenta il bilancio dell’azienda Italia. Ho diviso i numeri per 60 milioni per avere la
situazione di ciascun cittadino. Il bilancio che vedi è il tuo. 140.000 Euro è la stima del patrimonio di un italiano
medio: prova e vedrai che è credibile.
lusso, che nel lungo periodo produce
più diseconomie che occasioni di cre-
scita, a fattore di crescita essa stessa. In
tal senso il Consiglio Nazionale dovrà:
-
implementare una serie di stru-
menti e documenti utili ad una gestione
piùmanageriale dei rapporti con la clien-
tela e dei rapporti tra professionisti che,
all’interno di medesime strutture o reti
professionali, condividono medesimi
clienti;
-
individuare linee guida nazionali,
prive ovviamente di qualsivoglia cogenza
applicativa, e quali utili punti di riferi-
mento, finalizzate ad evidenziare, nei di-
versi contesti operativi e per le diverse
tipologie di prestazioni, i criteri di
valorizzazione delle componenti implici-
te di svolgimento della pratica, di gestione
della relazione con il cliente, di gestione
del funzionamento della struttura;
-
favorire la costituzione di una
Rete del Valore che aggreghi i liberi pro-
fessionisti e faccia crescere la dimensio-
ne degli Studi Professionali;
-
fornire una serie di servizi agli
iscritti.
Su queste tematiche una strada da sti-
molare è quella del “
Collante genera-
zionale
”. Guardando le statistiche degli
iscritti all’Ordine, a livello generaziona-
le, si possono individuare: un 20% di
iscritti di età inferiore ai 40 anni, un 60%
tra i 40 ed i 60 anni ed il residuo 20% di
oltre 60 anni. Nelle due fasce più estre-
me di questa segmentazione vi sono
moltissimi colleghi che operano in strut-
ture “monocellulari” e che, proprio per-
ché “soli”, crediamo costituiscano i no-
stri iscritti più deboli. Si tratta, da un
lato, di giovani “nativi” nel mondo digi-
tale ma sprovvisti di clientela stabile e,
dall’altro lato, di colleghi anziani che,
nonostante l’esperienza, difficilmente
quella stessa clientela riescono a “te-
nerla” proprio perché non riescono a
stare al passo con tutti gli adempimenti
informatici oggi necessari per dare pun-
tuale esecuzione ai servizi professiona-
li. Non crediamo sia un utopia pensare
di poter “unire” queste due tipologie di
colleghi per favorire la sopravvivenza
di entrambi. In presenza di una spinta a
livello centrale con l’identificazione di
procedure standardizzate, è ipotizzabile
la generazione di un collante generazio-
nale che rafforzerebbe l’intera catego-
ria. Sotto altra ottica ma con obiettivi
similari si potrebbe ipotizzare l’istitu-
zione in ciascun Ordine di un elenco di
“tutor”, cui confluiscono i colleghi di-
ciamo più maturi, disposti a seguire e
collaborare con i giovani iscritti, effet-
tuando un travaso di conoscenze e com-
petenze (non solo professionali ma an-
che etiche e deontologiche) e favorendo
quindi la crescita del giovane collega.
Anche questo potrebbe costituire ele-
mento per approfondire il concetto di
“collante generazionale”. Per favorire
questo processo si potrebbero preve-
dere delle forme di incentivazione, da
studiare anche in concerto con le Casse
di Previdenza.
Inviateci le Vostre idee: tra il serio ed il faceto (ma non troppo…) cer-
cheremo di pubblicarle tutte!
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