Il Commercialista Veneto n.223 (GEN/FEB 2015) - page 8

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NUMERO 223 - GENNAIO / FEBBRAIO 2015
IL COMMERCIALISTA VENETO
I DIRETTORI
Luciano Berzè
(
Ordine di Padova) - Direttore
dal 2004 al 2007
Magari non giovani, ma giovanili
Il suo primo editoriale
Un giornale di tutti
(
Il Commercialista Veneto
n. 157, gennaio-febbraio 2004)
S
IAMOARRIVATI INMOLTIALLAMEZZAETÀ. Inmolti. E
anche il nostro giornale. Guardando indietro nei numeri del
giornale, quelli normali e speciali, ho riguardato indietro
naturalmente anche una parte della mia vita. Tante cose belle,
alcune meno, ma tutte intense. Poi ho pensato al futuro. C’è
chi dice che non puoi pensare o progettare il futuro senza guardare il
passato. A mio parere non è così, se non in minima parte. Ho sempre
pensato che non si possa camminare in avanti guardando all’indietro.
Nei peana che spesso si leggono qui e là emerge solo la stanchezza di
una vita professionale sempre peggiore, e la romantica disperazione al
pensiero dei bei tempi passati o lamolesta lamentela sull’immodificabilità,
se non in peggio, della situazione.
Chi come me ha l’età del giornale quei bei tempi passati non li ha mai
visti. E sono in buona compagnia. Credo che non li abbiano visti - forse
con qualche naturale eccezione - neppure i colleghi più giovani.
Di romantico il passato non ha proprio niente, ma nonostante questo mi
ostino a rimanere tale. Il romanticismo e la passione stanno dentro di noi,
non fuori. Ecco, questa alla fine è la vera risorsa: il sogno è ciò che
ciascuno di noi ha dentro di sé. Solo attraverso questi occhi è possibile
pensare e costruire il nostro futuro di categoria.
Anni addietro si diceva che eravamo attaccati da sotto dai CAF/
Associazioni di categoria e da sopra dalle società di revisione o dalle
loro propaggini consulenziali. Oggi lo scenario non è certo migliorato.
Anzi.
Il problema dei CAF/Associazioni di categoria ce l’ha risolto il Governo
mettendoci di fatto fuori mercato agendo sul rapporto ricavi/
responsabilità. Mentre nell’ambito revisione, con l’approvazione degli
ISA Italia e soprattutto dell’ISQC1 che per la prima volta declina il
controllo di qualità, dovremo cominciare a correre. Per organizzarci
intendiamoci, non c’è certo revisione che uno di noi non possa fare.
Dovremo come sempre ingegnarci, creando delle strutture, personalmente
penso alle cooperative, che siano strumenti in mano a tutti noi per
supportare il rispetto degli obblighi organizzativi. Sorrido poi al pensiero
che dovremo discutere della correttezza del nostro lavoro con uno zelante
funzionario ministeriale che, nella migliore delle ipotesi, avrà studiato
revisione sulla e nella carta. Ve lo immaginate?
Detta così è da aprire un bar. Ma ormai chiudono anche quelli.
Nonostante tutto sono ottimista. Certo dovremo cambiare modello di
business. Cercare uno spazio dove è rimasto un po’ di valore aggiunto.
Dove? Nella funzione di interfaccia del linguaggio e delle necessità
dell’imprenditore con la realtà giuridico economica che lo circonda.
Occorre infatti chiedersi: perché il cliente sceglie noi? Perché comprende
che gli serviamo a qualcosa di importante. E non sto parlando di tasse.
Sto parlando della sensazione, che gli dobbiamo ingenerare o consolidare,
che possiamo fare o dare qualcosa di diverso dal passato per farlo
crescere, o anche solo resistere. Dobbiamo farci percepire come
un’opportunità più e meglio del passato.
Oggi i nostri clienti, gli eroi moderni, hanno sempre più bisogno della
nostra attenzione, del nostro interesse. Magari non sono disposti, o
anche solo in grado, di pagarci come meritiamo o quanto un tempo, ma
non buttano via un rapporto che a loro serve. Proprio per questo è e sarà
sempre più discriminante far capire che sappiamo e sappiamo fare anche
altro rispetto a quanto ci hanno sempre chiesto e che abbiamo sempre
fatto. Se lo meritano loro, ce lo meritiamo anche noi e lo dobbiamo alla
parte più giovane di questo Paese.
Quindi caro
Commercialista Veneto
, abbiamo i problemi di sempre e ne
abbiamo anche di nuovi. Ma non preoccuparti, ce la faremo con la tenacia,
l’intelligenza, la competenza e la libertà di sempre.
Tanti auguri quindi, ed arrivederci al tuo prossimo compleanno, amico
mio.
Arrivo alla direzione di questo giornale
in un momento di particolare
trasformazione della nostra professione. Ci arrivo, inoltre, con un’eredità pesante;
i direttori che mi hanno preceduto hanno dato a questo periodico una diffusione,
un’autorevolezza e un gradimento da parte dei lettori molto elevati che sarà
impegnativo anche solo mantenere. Un tributo di riconoscenza va quindi a loro,
oltrechè ai comitati di redazione che li hanno efficacemente supportati, che hanno
reso il giornale l’importante organo di categoria che oggi è.
In questo particolare momento storico importanti rivoluzioni stanno interessando
la nostra professione, e quindi molti saranno i temi di cui ci dovremo occupare.
La riforma del diritto societario, la riforma dell’imposizione fiscale sulle società
e, probabilmente dal prossimo anno, quella sulle altre categorie di contribuenti,
e ancora la - speriamo prossima - riforma del diritto fallimentare sono ambiti
sulle cui evoluzioni si giocheranno parti importanti del nostro operare quotidiano,
e sui quali manterremo alta la nostra attenzione.
Questo numero, che non poteva non ospitare alcuni interventi riguardanti il
controllo dei conti, stante il tragico clamore suscitato dal crack della Parmalat,
ne è, in effetti, solo un primo esempio. Accanto a questi ci sarà spazio anche per
argomenti meno spiccatamente tecnici. Da un lato interventi legati agli aspetti più
tipicamente di categoria-organizzazione, deontologia, previdenza, formazione o
economia degli studi - e dall’altro quelli legati al modo in cui la nostra professione
deve rapportarsi con l’esterno, con le altre professioni e, più in generale, con il
sistema socio-economico del territorio.
La nostra rivista, infatti, non può essere solo la pur seria e competente voce
tecnica dei dottori commercialisti del Triveneto, ma deve anche ambire a diffondere
i nostri bisogni e le nostre volontà. I nostri interlocutori professionali e istituzionali
si aspettano da noi, non solo soluzioni tecniche ma anche progetti e proposte di
cui il nostro giornale può e deve farsi portavoce. In questo senso tutti dobbiamo
sentire nostro questo giornale. Non dobbiamo esitare a scrivere, non dobbiamo
rinunciare a trasformare un caso o un’esperienza professionale personale in un
patrimonio di tutti, così come non dobbiamo rinunciare a far emergere i nostri
desideri, idee o proposte o, perché no, le nostre delusioni. Solo in questo modo il
nostro giornale può continuare ad essere lo specchio non solo della professionalità,
ma anche dell’umanità dei nostri lettori. Il Commercialista Veneto si caratterizza
proprio per questa sua vocazione di essere espressione di tutti i colleghi, scritto
da colleghi e per i colleghi. A questa sua caratteristica peculiare non possiamo né
vogliamo rinunciare, ma anzi abbiamo il desiderio di inserire, in questo mix
vincente, qualche intervento esterno che arricchisca il dibattito, dando conto
anche di realtà professionali o territoriali diverse.
È una sfida importante che tenterà di sollecitare la riflessione sui temi di rilievo
dell’agire professionale e di andare incontro alle mutate esigenze e progettualità
che la nostra professione dovrà affrontare nell’immediato futuro. Tentando quindi,
come spesso è stato nel passato, di interpretare e di essere - liberi come siamo e
come sempre siamo stati - l’avanguardia della nostra professione.
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