Il Commercialista Veneto n.223 (GEN/FEB 2015) - page 4

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NUMERO 223 - GENNAIO / FEBBRAIO 2015
IL COMMERCIALISTA VENETO
I PRESIDENTI
Il valore dell'appartenenza
Un esempio virtuoso
GERARDO LONGOBARDI
Presidente del Consiglio Nazionale
dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
MICHELA COLIN
Presidente dell'Associazione dei Dottori Commercialisti
e degli Esperti Contabili delle TreVenezie
S
ONO A SAN MARTINO DI CASTROZZA, alle Giornate sulla
Neve 2015, un evento che si ripete da 35 anni, ovvero dall’ormai
lontano 1980, quando per la prima volta i Commercialisti del
Triveneto iniziarono quella che ormai è una tradizione in quel di
Ortisei, e che ogni anno richiama una moltitudine di colleghi da tutta la
penisola, per quello che è senz’altro uno dei momenti di aggregazione più
interessanti per la nostra categoria. Un contesto ideale per riflettere sulla nostra
professione, sul suo passato, sul suo presente e sul suo futuro, ad un tanto
indotta da un’altra ricorrenza ben più significativa: quella del cinquantesimo anno
di pubblicazione de
Il Commercialista Veneto
, giornale edito dall’Associazione
dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie; un
giornale che è stato ed è tuttora l’elemento coagulante attorno al quale sono nate
e si sono sviluppate tutte le iniziative che hanno portato il Triveneto ad essere
oggi una realtà organizzata senza eguali in Italia, in grado non solo di fornire ai
colleghi servizi di prim’ordine in particolare nel campo della formazione
professionale, ma anche di presentarsi a livello nazionale con una voce unitaria e
condivisa. Un anniversario incredibile, che ha la forza di portarmi indietro nel
tempo. Mi ricordo una neo laureata appena entrata in uno studio professionale...
La passione per il diritto tributario trasmessami dal grande prof. Moschetti ...
L’orgoglio di essere un Dottore Commercialista.. La voglia di fare... La voglia di
imparare.... La voglia di crescere! E fin da subito l’incontro col Triveneto!Aben
pensarci faccio parte di quella generazione di commercialisti cresciuti all’inizio
degli anni ’90 a pane e Triveneto!
All’epoca l’Associazione era guidata dal dott. Romano Rizzo, Presidente
dell’Ordine di Pordenone; ricordo che mi incuteva un certo timore reverenziale!
La sua segretaria telefonava ai vari studi e rammentava il versamento della quota
associativa; il titolare del mio studio pagava anche la mia di quota, così non c’era
pericolo che le nuove leve si disperdessero! Era il tempo delle mitiche Giornate
di Studio che si tenevano il sabato mattina al Ramada! Era bello andarci... Vedevi
tutti i colleghi “famosi” del Triveneto e incontravi con gran piacere i vecchi
compagni di Università che lavoravano in altre città. Ricordo che percepivo un
gran senso di appartenenza!
Sono volati 25 anni della mia vita professionale e quel sentirmi parte di una
categoria professionale mi ha sempre accompagnato, anche nei momenti più
brutti, e mai mi sono pentita di aver scelto la libera professione. Forse è per
questo motivo che oggi sono la Presidente dell’Associazione dei Dottori
Commercialisti ed Esperti Contabili delle Tre Venezie e sto scrivendo un pezzo
per il numero celebrativo dei 50 anni de
Il Commercialista Veneto
!
Ma questo spirito di appartenenza che ormai mi appartiene, è presente nelle
nuove generazioni? E’ presente in coloro che dovrebbero rappresentare il futuro
della nostra professione?
Lo so, qui si apre una voragine, ma quale professione? Quale futuro?
Adempimenti su adempimenti, burocrazia, assurde complicazioni mascherate da
semplificazioni. Si, ce n’è da lamentarsi...!
Ma lo spirito di appartenenza non c’entra con le difficoltà contingenti
del lavoro: ogni epoca ha avuto le sue! Io che ora sto diventando una
professionista digitale, anni addietro compilavo i modelli delle dichiarazioni a
mano con la carta carbone... . Lo spirito di appartenenza ti fa crescere, ti fa fare
scelte dolorose, ti fa soffrire se i tuoi colleghi sono scorretti, ti fa essere generoso
con chi ha bisogno del tuo aiuto! Ti consente di guardare oltre al momento
contingente, ti fa dire che insieme possiamo cambiare le cose!
Quanta responsabilità ha la mia generazione verso le nuove generazioni di
professionisti? Quanto poco abbiamo saputo coinvolgerle? Quanto le abbiamo
deluse? Vi lascio questa riflessione, cari colleghi, pensateci!
Il Commercialista Veneto
e l’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli
Esperti Contabili delle Tre Venezie ci provano da tanto tempo!!!
I giovani sono i benvenuti e sono agevolati in ogni modo: possono partecipare ad
eventi formativi gratuiti; possono esprimersi sia su temi professionali che di
cultura o più in generale di “svago” sulle pagine de
Il Commercialista Veneto
, che
da anni riserva loro premi e borse di studio; possono, come ogni iscritto di buona
volontà, aderire a progetti e gruppi di studio su temi innovativi come la mediazione
o le competenze digitali; possono proporre progetti a loro volta... di quello che c’è
non manca nulla! Ma lo spirito di appartenenza, la voglia e il tempo di sentirsi non
soli ma parte di un gruppo, di una professione che se vuole ha ancora molto da
dire, c’è ancora?Colleghi, fate uscire i giovani dagli studi.... obbligateli, se occorre: a
me, fortunatamente, è andata così 25 anni fa!
A tutti loro, auguro di ritrovarsi a festeggiare i prossimi anniversari del nostro
giornale, nelle cui pagine potranno certamente continuare a ritrovare quell’identità
territoriale e professionale che fino ad oggi ha accompagnato tutti noi.
Q
UELLODEI CINQUANT’ANNI DI VITA è un grande
traguardo. Tenere in vita una rivista per un così lungo arco
di tempo, come voi siete stati in grado di fare, è impresa
improba e meritoria, specie nella difficilissima situazione in
cui versa ormai da anni tutta l’editoria nazionale. Un
obiettivo, quello che voi celebrate con questo numero,
il cui raggiungimento non è però certo frutto del caso, ma che è invece
figlio della tenacia con la quale avete voluto raccontare e stimolare la
professione. Nel panorama composito delle riviste di categoria,
Il Commercialista Veneto
ha saputo caratterizzarsi per una spiccata
propensione a guardare al futuro della professione, impegnandosi a
delinearne i possibili approdi in una società in continua evoluzione,
attraverso la puntuale analisi delle novità normative. Direi che si tratta
di un elemento per certi versi fisiologico per colleghi che operano in una
realtà territoriale che da decenni, nonostante le gravi difficoltà degli
ultimi anni, si pone all’avanguardia nel tessuto economico e
imprenditoriale italiano, per di più con un’innata vocazione
all’internazionalizzazione. Inevitabilmente,
Il Commercialista Veneto
,
oltre ad essere luogo di discussione e dibattito sulla professione, si è
fatto portatore anche delle istanze di questo mondo, di cui i
commercialisti sono al contempo parte integrante e
stakeholder
.
Rischia di divenire un consunto luogo comune, eppure la frase che
descrive i commercialisti come snodo insostituibile tra imprese, cittadini
e Istituzioni resta la più precisa fotografia della nostra professione e della
sua funzione sociale. Voi siete stati, nella vostra realtà, l’espressione di
questa funzione. Noi, da quando pochi mesi orsono abbiamo assunto la
guida del Consiglio Nazionale, ci sforziamo quotidianamente di tradurre
in azione concreta questa stessa definizione del nostro essere
professionisti.
Oggi i commercialisti hanno bisogno di ricostruire i rapporti con le
Istituzioni, di tornare ad interloquire con esse e l’impegno che abbiamo
profuso su questo versante ha già dato frutti più che soddisfacenti. Ma i
commercialisti sentono anche il bisogno di un rapporto più stretto tra centro
e periferia, tra vertici nazionali e locali e iscritti, per rimotivare il senso di
appartenenza alla nostra casa comune che le difficoltà nelle quali ci si trova a
svolgere la professione rischiano di indebolire. Sappiamo quanto la
situazione costantemente “emergenziale”, nella quale i commercialisti
operano, generi frustrazione. Il nostro impegno in un paziente lavoro di
ricucitura dei rapporti con i nostri interlocutori istituzionali, punta
esattamente a creare le condizioni per un maggior rispetto e per una
maggiore considerazione per le giuste istanze della categoria, che nulla
hanno a che vedere con una logica biecamente corporativa.
Questo lavoro non può però che essere accompagnato da una contestuale
riflessione sul futuro della categoria, sulla direzione di marcia che essa
vorrà e saprà intraprendere per restare nei prossimi decenni al centro dei
processi economici del Paese. Lo diciamo da tempo: formazione e
specializzazione sono le due frontiere della professione dei prossimi anni e
questo Consiglio Nazionale si è posto l’obiettivo di declinare in atti
concreti questa
vision
. Eppure questa azione politica non può prescindere
da sollecitazioni tecniche e culturali quali quelle che ci provengono dalla
vostra esperienza editoriale. La professione ha bisogno di raccontare le
sue sofferenze, certo, ma anche le sue eccellenze, le sue concrete
esperienze sul campo, il suo proficuo adeguarsi al contesto in cui opera,
anticipandone e orientandone, ove possibile, la direzione di marcia, a
partire da una normativa purtroppo non solo sempre più ridondante e
complessa, ma anche in costante e vorticoso cambiamento. Compito di un
Consiglio Nazionale è anche quello di cogliere queste sollecitazioni, farne
bagaglio culturale, alimentare il confronto di idee.
Per queste ragioni, ai complimenti per i vostri primi cinquant’anni di vita
aggiungo l’augurio sincero che tanti altri ancora siano caratterizzati dalla
vostra presenza. In fondo, l’insegnamento più bello che ci viene da
un’esperienza come la vostra, è quello della voglia di esserci e di
crescere di un’intera comunità di donne e di uomini, impegnata ogni
giorno nella costruzione di una più solida e più florida economia del
nostro Paese.
Un esempio virtuoso per tutti i commercialisti italiani.
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