Il Commercialista Veneto n.223 (GEN/FEB 2015) - page 44

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NUMERO 223 - GENNAIO / FEBBRAIO 2015
IL COMMERCIALISTA VENETO
WE HAVE A DREAM
A
NNIVERSARIO: TEMPO di bilanci e di buoni propositi.
È indubbio che nel corso degli anni la nostra Categoria e la nostra professione abbiano
vissuto alterne vicende e di certo, in gran parte, non positive, fino a toccare il punto
più basso quando abbiamo subito l’onta del commissariamento del Consiglio
Nazionale. Ma ora un nuovo e rinnovato Consiglio Nazionale l’abbiamo, e questo ci
porta a guardare al futuro con un occhio e uno spirito sicuramente più positivi
rispetto al passato.
Noi del quest’anno festeggiamo una tappa importante raggiunta dal nostro giornale, che è la nostra
voce nel Triveneto: il 50esimo anno di fondazione. E per Noi questa è davvero un’occasione imperdibile
per fare il punto della situazione in cui si trova la nostra categoria e pensare al domani: a quello di cui
abbiamo ed avremmo bisogno, a quello che vorremmo, a quello che ci piacerebbe. In altre parole, la
nostra
“lista dei desideri”
… ma con un pizzico di concretezza. In questo nostro
sogno
abbiamo
esposto/proposto quattordici “ci piacerebbe”, idealmente uno per ogni Ordine dislocato sul nostro
territorio, anche se siamo consapevoli che i
desiderata
potrebbero essere di più, molti di più.
1.
Ci piacerebbe
che il Legislatore si confrontasse effettivamente con la nostra categoria prima
di emanare provvedimenti che possono avere effetti anche dirompenti sul nostro lavoro giornaliero
(gli esempi sono tantissimi: basti pensare alla recente ed aberrante questione del visto di conformità
e del 730 pre-compilato);
2.
Ci piacerebbe
che il Legislatore
evitasse la produzione di norme schizofreniche che hanno
come unico intento produrre gettito mediante la trasmissione di dati talvolta ripetitivi e provvedesse
alla emanazione di provvedimenti più chiari e con tempi decisamente più “umani”; non fosse altro per
avere il tempo di leggerli e capirli;
3.
Ci piacerebbe
che venissero rispettati i principi dello Statuto del contribuente e non venissero
più proposte norme retroattive, vero scempio della certezza del diritto e spregio alle disposizioni
costituzionali e che l’Amministrazione emanasse circolari interpretative in tempi “ragionevoli” e non
a “data-scadenza”;
4.
Ci piacerebbe
che l’Amministrazione
adottasse un approccio più responsabile ed indirizzato
alla “sostanza” delle cose evitando il gioco dello “scarica-barile” e valorizzando, invece, la buona fede
dei nostri clienti;
5.
Ci piacerebbe
che l’Amministrazione
evitasse controlli
invasivi ed “a sorpresa” trattando i
nostri clienti sempre e comunque quali sudditi e non cittadini e ci avvertisse con congruo preavviso, come
accade in tutti i Paesi più avanzati che spesso vengono segnalati dai nostri politici come esempi da seguire;
6.
Ci piacerebbe
che la giurisprudenza tributaria fossemeno ondivaga, che l’Organismo giudicante
fosse veramente equidistante dalle parti in causa, e che il “cittadino-contribuente” non fosse costretto
a ricorrere al massimo grado della giustizia di legittimità per vedere accolte le sue istanze;
7.
Ci piacerebbe
che i nostri studi venissero “disboscati” da una selva di incombenze formali
e spesso del tutto inutili (anti-riciclaggio, privacy, e chi più ne ha più ne metta);
8.
Ci piacerebbe
che il senso di appartenenza alla categoria prevalesse su posizioni territoriali
e individualiste;
9.
Ci piacerebbe
che la Politica e l’Economia (e Noi per primi) prendessero coscienza e
consapevolezza delle nostre competenze e del nostro ruolo sociale;
10.
Ci piacerebbe
che tutti Noi, insieme, sapessimo puntare in alto senza seguitare a svilirci e
farci svilire;
11.
Ci piacerebbe
che anche la nostra categoria avesse una rappresentatività forte;
12.
Ci piacerebbe
che alla nostra professione venissero riconosciute delle esclusive, come accade
per tutte le altre professioni in Italia;
13.
Ci piacerebbe
che tra colleghi vi fosse più correttezza, solidarietà e comprensione evitando
in tal modo comportamenti non trasparenti che contribuiscono a mettere in discussione la dignità sia
della Professione che della nostra categoria;
14.
Ci piacerebbe
veder crescere e consolidarsi un costruttivo patto intergenerazionale tra
colleghi giovani ed anziani, con l’auspicio che “l’allievo superi il maestro” (così sono nate le migliori
opere d’arte che il nostro Paese ancora conserva!).
È sicuramente un bel sogno, fatto di tanti “ci piacerebbe”, forse anche un po’ ambizioso, ma che dovrà
essere sostenuto con la speranza che tra 50 anni (e magari anche meno!), guardando indietro, si possa
dire: “era solo una lista di obiettivi, che sono stati raggiunti”.
A Noi il compito di trasformare questi obiettivi in risultati, di rendere questo traguardo raggiungibile!
Il Comitato
di Redazione del
Cinquantenario,
oggi, 2015
IL COMITATO DI REDAZIONE, aprile 2015
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