Il Commercialista Veneto n.223 (GEN/FEB 2015) - page 2

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NUMERO 223 - GENNAIO / FEBBRAIO 2015
IL COMMERCIALISTA VENETO
IL FONDATORE
DINO SESANI
Ordine di Venezia
Il mio orgoglio e la mia gioia
N
on è per nulla facile
trasferire le emozioni derivanti da un evento di successo nel
quale sei stato protagonista. In questi casi ti senti infatti condizionato sia da pudore
ma soprattutto dal rischio di ridicola autocelebrazione.
Purtuttavia, superando ogni barriera psicologica, mi sento felice nel manifestare il
mio orgoglio e la mia gioia di poter partecipare alla celebrazione del mezzo secolo di
vita del nostro periodico. Orgoglioso perché la linea editoriale è rimasta intatta dalle sue origini
attraverso i decenni, migliorando di anno in anno veste tipografica e organizzazione redazionale.
La gioia nell’osservarne la crescita culturale dei suoi contenuti, la partecipazione di giovani colleghi,
il contributo di eminenti studiosi e personalità di spicco del mondo economico, politico e finanziario,
le borse di studio, i convegni, le iniziative di formazione.
Detesto gli
amarcord
, i riferimenti spesso ipocriti “ai bei tempi andati”, penso invece all’oggi e
cerco di intravedere qualche traccia di positivo nel futuro. Futuro che esisterà sempre per noi finché
sapremo sostenerlo con la passione e la fede nel nostro lavoro.
Vorrei potervi abbracciare uno per uno tutti voi, direttori, redattori, collaboratori per esprimervi la
mia personale, commossa gratitudine.
Un ricordo preistorico
C
onfesso con sincero candore che se nel 1965
una maga, un profeta, o, meno dispendiosamente, una
chiromante avesse previsto l’odierna celebrazione dei quarant’anni di vita del nostro periodico, avrei accolto
la predizione con stupita incredulità. Invece l’evento si è portentosamente verificato e, mi si creda, ho provato
una certa emozione nel leggere l’invito del direttore Berzè a scrivere queste righe in ricordo dell’entusiasmo,
della determinazione e della sentita necessità di dare una voce alla categoria in un’epoca in cui essa, quanto
meno nel nostro territorio, si esprimeva faticosamente e veniva riconosciuta dal pubblico soltanto in termini di utilità
anziché di indispensabilità come è avvenuto in seguito. L’iniziativa di pubblicare un periodico che raccogliesse le opinioni
ed aprisse un dialogo tra gli iscritti all’Ordine di Venezia, per dibattere le problematiche del quotidiano professionale,
proiettandole poi all’esterno per farle conoscere, raccolse fatalmente attorno a sé scetticismo, diffidenza e sospetto.
Sospetto soprattutto, perché taluni pensavano che i redattori coltivassero l’esclusivo proposito di mettersi in mostra, di
commettere il peccatomortale di farsi pubblicità. Occorreva dunque un colpo d’ala per sollevarsi da terra e questo venne dalla
fervida intuizione del mai dimenticato e tanto rimpianto presidente dell’Ordine di Venezia,AntoninoGianquinto che con il suo
prestigio autorizzò e diciamo pure impose, la pubblicazione di un “bollettino” a periodicità trimestrale, organo di stampa del
Consiglio, a cura e responsabilità del membro meno anziano dei Consiglieri (il sottoscritto appunto) che l’aveva proposta e
sostenutacontantoardore.Ecosìcominciòl’avventuradeIlCommercialistaVeneto:vadettochestranamenteladenominazione
assunta findall’iniziopassò liscia, senza contrasti, benché essa contenesse già implicitamente la connotazione di unprogramma
editoriale aperto sia in termini di contenuto che di sviluppo in un’area regionale e non soltanto provinciale. Infatti qualche anno
dopo, al primo nucleo di colleghi veneziani, Tomasin, Morino, Foscari, si affiancarono Lorenzoni e Cortellazzo da Padova,
Anti e Cambiè da Verona, Carrucciu da Vicenza, Pandolfi e De Mattia da Treviso, Camellin da Rovigo. Il Signore abbia
misericordia di me per le sia pure involontarie omissioni in cui sarò certamente incorso.
Le riunioni del Comitato di Redazione si tenevano a Mestre, in una saletta riservata dell’Hotel Bologna ove si discutevano
sia il profilo culturale ed informativo del menabò sia i soggetti cui richiedere la collaborazione puntando su firme autorevoli
per far crescere in prestigio il giornale, come pure sollecitando giovani colleghi a prodursi spavaldamente con un “pezzo”
a soggetto. La ricerca, soprattutto di firme autorevoli, in realtà si traduceva in accattonaggio foss’anche intellettuale, ma pur
sempre tradotto in lunghe, mortificanti attese, diplomatici sondaggi e cauti solleciti. Non sonomancati comunque interventi
e articoli di personaggi importanti: ricorderò Pasquale Saraceno, Libero Lenti, Guido Carli, Gustavo Minervini ed altri
ancora reperibili nella collezione del nostro periodico curata con tanto amore e diligenza dal caro Giuseppe Rebecca. Né ci
furono lesinate critiche ed anche qualche appassionata polemica sempre però ricucite con civile compostezza. Poi venne
il Triveneto e qui mi fermo, sia perché la storia è abbastanza recente e la conoscono tutti, sia per decenza, avendo afflitto
i Colleghi di tre regioni per 25 anni!
Il suo intervento di dieci anni fa,
al quarantesimo anniversario
In alto, accanto al titolo la riproduzione
della prima pagina de 'Il Commercialista
Veneto' numero zero (1964). Qui sopra, in
senso orario, il n. 3 (ottobre/dicembre 1965), il
n. 20 (giugno 1970), il n. 31 (giugno 1974), e
il n. 64 (luglio/settembre 1984).
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