Il Commercialista Veneto n.223 (GEN/FEB 2015) - page 6

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NUMERO 223 - GENNAIO / FEBBRAIO 2015
IL COMMERCIALISTA VENETO
I DIRETTORI
Giampaolo Capuzzo
(
Ordine di Rovigo) - Direttore
dal 1999 al 2000
Il sapore della gratuità
Il suo primo editoriale
Grazie, Rebecca
A
margine del XIX° Congresso Mondiale dei Commercialisti
WCOA2014, recentemente tenutosi all’Auditorium Parco
della Musica di Roma, cui hanno partecipato 4000
professionisti da tutto il mondo, ha avuto luogo, in data 14
novembre2014, l’udienzaprivataconPapaFrancesco, inVaticano.
Porgendo il saluto, il Santo Padre ha detto, tra l’altro: “
Voi commercialisti,
nella vostra attività vi affiancate alle aziende, ma anche alle famiglie e ai
singoli per offrire la vostra consulenza economico-finanziaria. Vi
incoraggio ad operare sempre responsabilmente, favorendo rapporti di
lealtà, di giustizia e, se possibile, di fraternità.
” E successivamente, ha
ricordato che “
non basta dare risposte concrete ad interrogativi
economici e materiali
ma “…
occorre suscitare e coltivare un’etica
dell’economia, della finanza e del lavoro; occorre tener vivo il valore
della solidarietà”.
Sono parole che ho voluto sottolineare perché non possono non toccare la
sensibilità di ognuno di noi. E che, al di fuori di ogni credo religioso,
rappresentano i fondamenti del nostro giornale,
Il Commercialista Veneto,
di cui stiamo celebrando i cinquant’anni di vita. Non sarebbe durato tanto
se alla base del suo essere non avessero fermentato i germi della l
ealtà
,
dell’
etica
, della
fraternità
, della
solidarietà
. Solo questi princìpi hanno
fatto sì che, ancor oggi e gratuitamente, i redattori dei 14 Ordini Territoriali
che compongono il Comitato di Redazione continuino a ritrovarsi per dare
voce ai Commercialisti delle Tre Venezie.
È la forza della gratuità. Guai se venisse a mancare questo ingrediente. Il
giornale perderebbe inevitabilmente la sua freschezza, la sua spontaneità,
il suo mordente. Altra caratteristica fondamentale è l’attenzione ai giovani,
che si materializza con la decisione, assunta ancora vent’anni fa, di premiare
i migliori articoli dei professionisti più giovani o quella più recente di
assegnare loro anche delle borse di studio.
Ma a cosa risponde l’attenzione ai giovani colleghi e a quelli che si preparano
ad entrare nella professione se non alla volontà di superare le barriere
naturali della concorrenza professionale dando apertura e incentivo a chi
vuole esprimersi con competenza? Non sono queste manifestazioni di lealtà,
di solidarietà e di fraternità che fanno onore ai commercialisti del Triveneto?
Penso che il modo migliore di celebrare il 50° compleanno del nostro
prestigioso periodico sia quello di richiamarne i valori fondativi, la cui
permanenza nella società odierna dipende solo da noi stessi. Oggi siamo
continuamente bersagliati da messaggi che giungono da tutte le parti. Le
fonti di informazione si sono moltiplicate; le notizie ci raggiungono in ogni
dove. Ma proprio per questo le parole buone, non solo non devono mancare,
ma devono farsi largo per non rischiare di passare inascoltate.
E’ veramente significativo che colleghi di successo dedichino, gratuitamente,
tempo e intelletto per scrivere sul giornale accanto a giovani freschi di
preparazione universitaria e orgogliosi di far sentire la loro voce. E’ bello
perché alla base vi è lo stesso trattamento economico: zero. Le notizie che
vengono pubblicate, siano esse di consistente spessore intellettuale o di
semplice esperienza vissuta, hanno tutte lo stesso sapore: il sapore della
gratuità. Sono un esempio concreto di economia guidata dall’ etica, in un
ambito solidaristico, come ci ha ricordato Papa Francesco.
Un famoso detto di Confucio recita: “Se ami quello che fai, non sarà mai un
lavoro”. Spero che il nostro giornale continui a farci amare la nostra
professione.
50 anni sono tanti. Racchiudono la vita professionale di due generazioni ed
è doveroso ricordarli con la giusta misura. Nella mia esperienza vissuta,
andando a ritroso, ho presente il “numero speciale” di marzo-aprile 2011,
quando il collega Massimo Da Re ha diretto il 200° numero. Ricordo, 10
anni fa, quando festeggiammo il 40° anniversario. Direttore responsabile
era Luciano Berzè. Ma ricordo con commozione anche il n.100. Correva
l’anno 1993 e da poco ero entrato nel Comitato di Redazione; le funzioni di
direttore del giornale che allora prevedeva un’uscita trimestrale, erano svolte
da Giorgio Maria Cambiè che allegò la copia fotostatica del numero zero
commentando che, dopo 29 anni dalla nascita del Giornale, “ stiamo
discettando sugli stessi argomenti, perciò poco è cambiato”.
Aquei 29 anni ricordati nel 1993 ne dobbiamo aggiungere altri 21 e arriviamo
ai giorni nostri. La somma dà 50. Possiamo dire con la stessa autorevolezza,
come disse Cambiè, che
poco è cambiato
, come dicono in tanti, che
tutto è
cambiato
o addirittura che
nulla è cambiato
. Dipende dal punto di
osservazione. Lunga vita ancora al nostro glorioso giornale.
Con questo primo numero del 1999
, il 127, assumo la responsabilità del
nostro periodico. Credo di interpretare il desiderio comune di tutti i colleghi
se rivolgo un grosso grazie a Giuseppe Rebecca per la dedizione, la
competenza e, oserei dire, l'amore che egli ha profuso nelle pagine di questa
rivista. Confesso che quando l'amico Marino Grimani, neo Presidente della
Conferenza e dell'Associazione dei Dottori Commercialisti delle Tre Venezie,
mi ha proposto di succedere a Rebecca, il quale aveva dato le sue
dimissioni irrevocabili dalla direzione del giornale, la mia mente è stata
invasa da un sentimento di soddisfazione e, contemporaneamente, di
preoccupazione. Anzi, quest'ultima ha preso il sopravvento quando ho
pensato subito che il mio compito primario sarebbe stato quello di non far
perdere al giornale quella vivacità, quella attualità e quella effervescenza di
cui Giuseppe Rebecca aveva saputo dotarlo.
Debbo tuttavia riconoscere che all'indomani del primo Comitato di
Redazione, dove ho conosciuto colleghi competenti e motivati, i miei timori
si sono affievoliti.
Rimane l'impegno di continuare l'opera intrapresa da Dino Sesani che, in
un suo editoriale pubblicato nel n. 73 del 1986, ci ricordò quando "ad
iniziativa dell'Ordine di Venezia,
Il Commercialista Veneto
vide la luce in
una ottocentesca tipografia di Calle Lunga S. Maria Formosa dove, chissà
mai perché, il paronsin era vestito tutto l'anno da Babbo Natale".
Correva l'anno 1965. Dino Sesani ha diretto il giornale fino al 1989
quando, in seguito alla sua nomina a consigliere nazionale, lasciò la
direzione a Giorgio Maria Cambiè.
A me, allora giovane redattore, il compito oggi di continuare nella gloriosa
tradizione di questo periodico, cercando anche di coltivare la memoria
storica in questo momento particolarmente difficile per la nostra categoria.
Non sono un giornalista. Chiedo subito venia agli amici lettori se questo
dato trasparirà in maniera troppo evidente. Non mancheranno, comunque,
impegno e volontà per non deludere chi ha avuto fiducia in me. C'è però
bisogno di collaborazione.
Per questo rivolgo a tutti, ai colleghi più anziani come ai giovani, l'invito a
partecipare con entusiasmo alla redazione di questo giornale affinché esso
continui ad essere fatto da dottori commercialisti per i dottori commercialisti.
(
Il Commercialista Veneto
n. 127, gennaio-febbraio 1999)
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