Il Commercialista Veneto n.234 (NOV/DIC 2016) - page 24

24
NUMERO 234 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2016
IL COMMERCIALISTA VENETO
FUORI CAMPO IVA
SOPRAINTENDENTI ALLE DECIME DELCLERO
Paolo Lenarda
Ordine di Venezia
N
on possiamo dire che i rapporti fra la Serenissima Repubblica di
Venezia e lo Stato Pontificio fossero semplici ed affiatati. Alvise
Zorzi che è stato uno dei maggiori studiosi di Venezia, non man
ca di ricordare che “
i veneziani credevano molto in San Marco,
abbastanza in Dio, un poco o niente nel Papa
”.
Mi piace sottolineare che la Basilica di San Marco
non era la chiesa della Patriarca. Più modestamen-
te, era la cappella del Doge che graziosamente la
prestava alla Chiesa per le funzioni sacre.
Anche l’Inquisizione ha avuto, a Venezia, soprat-
tutto nei primi secoli, un’influenza minore rispetto
agli altri Stati e non solo italiani. La Serenissima
non poteva accettare di appaltare ad altri la giusti-
zia che poteva essere gestita soltanto dagli Organi
dalla Repubblica.
Il sistema fiscale della Repubblica ere difficile e com-
plicato ed è variato nel tempo, ma fin dal 1462Vene-
zia aveva istituito i “Deputati alla
provision
del de-
naro” che avevano il compito di tassare anche i
beni di proprietà del clero.
In tempi in cui il potere del Papa, forse più di oggi,
teneva lontano in altri Stati l’onere fiscale, Venezia,
che difendeva i suoi confini dagli attacchi degli
altri popoli e, in particolare dei Turchi, pretendeva
anche dalla Chiesa un giusto contributo.
I rapporti diventano sempre più difficili e nel 1586
la Repubblica decide di istituire un nuovo Organi-
smo nominando tre senatori con un incarico preci-
so ed esclusivo: i “Soprintendenti alle decime del clero”.
Penso proprio che le cose siano ulteriormente peggiorate nei rapporti fra
Venezia e Clero se il 19 gennaio 1787 a firma di Giacomo Miani, Alvise
Renier e Filippo Balbi , “Sopraintendenti alle decime del clero”, la Repub-
blica ingiunge pesantemente ai “debitori di pub-
bliche ecclesiastiche gravezze” di pagare il dovu-
to. Lo ingiunge con un bellissimo documento di
quattro facciate e una splendida copertina che tro-
vate qui riprodotta. Maiuscole e grafia sono quel-
le del documento.
Senza tanti preamboli e delicatezze “
si fa’ Pubbli-
camente intendere e sapere ad ogni Beneficiario
Ecclesiastico….. debitore di Pubbliche Ecclesia-
stiche Gravezze, che se prima del venturo mese di
giugno non avranno soddisfatto alli proprj De-
biti caduti in Pena…….fatta dal Magistrato No-
stro la più esatta perquisizione sopra le nuove
mancanze, passarà all’Intenuta a Vita di quelle
porzion di Beni di ciaschedun Debitore, che ba-
sti a sazziare il Pubblico Credito…”
Venezia, con questo proclama, minaccia
l’acquisizione del patrimonio ecclesiastico: la Se-
renissima non può rinunciare alle sue prerogative
e pretende, anche dai potenti, il rispetto delle sue
regole. Sempre. Anche se il suo percorso è ormai
verso la fine.
1...,14,15,16,17,18,19,20,21,22,23 24
Powered by FlippingBook