Il Commercialista Veneto n.234 (NOV/DIC 2016) - page 1

Anno LI - N. 234 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2016
Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza
PERIODICO DEI DOTTORI COMMERCIALISTI
E DEGLI ESPERTI CONTABILI DELLE TRE VENEZIE
CVV
. org
di FILIPPOCARLIN
Una
nuova
marcia su Roma
In questo numero
G. Rossi
– Progetto Torviscosa
2
G. Franchini
– Decreto Ministeriale 140/2012
3
A. Tessarin
– Gli abiti di Belen. Deducibilità al 50% per vestiario? 4
E. Vial, S. Bettiol –
La fiscalità del trust a inizio 2017
5
P.M. Costanzo, F. Covio
– Contratti d'appalto e accettazione opera 8
M. Gazzani
– Siti Internet professionali
9
S. Santacatterina
– Redditi Commercialisti: trend decrescente
13
M. Sonda
– Autotutela: criticità e aspetti controversi
16
F. Covio
– Holdings, pro-rata IVA e operazioni accessorie
18
A. Bampo, A. Dalla Venezia
– Escapologia fiscale e dintorni
20
LA BOCHA DEL LEON
23
P. Lenarda
– Sopraintendenti alle decime del clero
24
Dai dai, conta su...ah beh, sì beh....
Ho visto un re.
Sa l’ha vist cus’e‘?
Ha visto un re!
Ah, beh, si‘, beh.
A
bbiamo un Re, anzi no un Presidente, e (cosa rara di questi tempi…)
lo abbiamo eletto noi votandolo praticamente tutti (
rectius
, in
moltissimi).Si chiama Massimo,
nomen omen
, l’è un
venexian
, e sì,
insomma, è uno di qui.
Quello che mi fa più specie è che, stavolta, la sua elezione non ha provocato le
solite polemiche del post gara; insomma, non c’è stato nessun
Processo del
lunedì
: d’altronde quando vinci tre a zero, quando non c’è stata partita, cosa vuoi
mai dire al
Bar dello Sport
della professione?
Quando ho “impugnato” la tastiera per scrivere questo mio secondo editoriale
(chissà se Indro si abituerà mai a questi miei tentativi…) ho, per un fugace
momento, pensato di tentare di “fare le pulci” al suo programma; unico scopo,
peraltro poco costruttivo, era quello di dire: questo sì, questo no, modificherei di
qua, farei meglio di là…insomma tante belle promesse ma nulla di costruttivo!!!
No…a Massimo noi dobbiamo la nostra fiducia incondizionata.
E per tutti questi motivi, caro Massimo, penso passerò ad un confidenziale Tu.
Il Tuo modo pacato, diretto e sempre autorevole, ha contraddistinto la Tua
opera all’interno della vita associativa e ritengo sarà “quell’arma in più” – oltre
che alla competenza ed alla profonda conoscenza della categoria – per farti
ricordare, tra vent’anni, come uno dei grandi presidenti del nostro Consiglio
Nazionale. Almeno così ti descrivono - non ti conosco tanto bene da dare giudizi
(anche se come Ti dicevo mi arrogo il diritto al Tu) -, ma mi stai simpatico da
quando, tanti anni fa, Presidente della Conferenza, tu scrivesti la prefazione ad
un lavoretto alla cui stesura avevo partecipato anch’io. Ed allora, invece di fare le
pulci al Tuo programma, se posso, ti do un consiglio, anche se credo che quello
che sto per dire sia già nelle Tue corde: lo voglio fare comunque in quanto lo
penso condiviso da gran parte di coloro che leggono questo giornale.
Noi, che abitiamo le terre di Nord Est, siamo bravissimi a fare le cose, un po’
meno a metterle in mostra e a raccontarle agli altri. Non si tratta di adesso,
potremo tornare indietro di secoli o solo di vent’anni fa: è sempre stato così!
Non siamo solo degli “ubriaconi” – come a qualcuno piace descriverci – siamo
innanzitutto gente seria, grandi lavoratori, che abitano in una terra splendida per
natura e per cultura e che qualcosina da farci imitare – non da insegnare, non è
nella nostra indole – ce l’abbiamo.
Ed allora senza voler rimembrare i fasti della Serenissima Repubblica, senza voler
ricordare quel modello d’impresa
Nord Est
che tanto hanno cercato d’imitarci
(sembrano cent’anni fa, l’economia tirava, un’altra Italia, un altro mondo), mi
piace soffermarmi su quello che da un po’chiamiamo il
Sistema Triveneto
.
Non voglio entrare nello specifico, so benissimo che un modello in piccola scala
(siamo circa il 10%degli iscritti italiani) è praticamente impossibile da replicare
sui grandi numeri ma…ma lo spirito deve essere quello!!!
Dopo anni in cui il nostro Consiglio Nazionale è vissuto di “aspri dibattiti
interni” (come nella miglior tradizione italiana…) forse è giunta l’ora di ritrovare
quello spirito di unità d’intenti – proprio del Triveneto – che possa dar respiro
ad una categoria che, almeno dal mio punto di vista, trovo un po’ imbolsita dagli
anni. Sedersi – o ri-sedersi, se vogliamo – ai “tavoli che contano” sarà importan-
tissimo per noi commercialisti, soffocati da una parte da una burocrazia ed una
legislazione che non tiene assolutamente conto delle nostre professionalità e dei
diritti dei nostri assistiti, dall’altra da una concorrenza di vecchie e nuove
professioni che vorrebbero toglierci spazio vitale.
E partecipare a quei tavoli non sarà a volte sufficiente, occorrerà
battere i pugni
sul tavolo
: ma è solo con uno spirito di appartenenza, con tutti che remano dalla
stessa parte, che riusciremo a dire la nostra, a dare qualche “gomitata nei denti”
a chi se la merita, a costruire forti alleanze con coloro che stanno dalla nostra
stessa parte. Ma occorre quello spirito di squadra, quel saper fare sistema che
noi, qui, in un angolo d’Italia, siamo riusciti a raggiungere.
Non sarà facile ma, d’altronde, è l’unica strada se si vogliono raggiungere gli
obiettivi che Ti sei prefissato. Ma Tu Massimo questo lo sai già, non occorre
che te lo dica io, ed allora non aggiungo altro.
Da ultimo una piccola chiosa “giornalistica”: un ordine, una categoria, ha bisogno
di un organo di stampa che funga da collante tra gli iscritti e da cassa di risonanza
verso l’esterno, che non sia solamente alla moda, che non sia compiacente verso i
potenti, verso i grandi manager bancari, verso gliAD o i CEO delle imprese
multinazionali, che non venga letto solamente nei salotti romani, che non si
autoreferenziale, che sia autorevole e che la sua autorevolezza sia riconosciuta
in
primis
da coloro verso i quali si rivolge, il cui nome identifichi esattamente una
categoria professionale…anche su questo punto non voglio aggiungere altro, ci
siamo già capiti, Massimo tu mi ha già capito.
Perché non vorrei fosse (e sono certo che non sarà) come nella canzone di
Jannacci…
un re che piangeva seduto sulla sella, piangeva tante lacrime, ma
tante che bagnava anche il cavallo
!
Buon lavoro Massimo…viva il Re!!!
P.S.
Ovviamente il titolo scelto per questa prima pagina non vuol essere
assolutamente nostalgico e, forse, potrà apparire anche un poco scollegato
rispetto al contenuto dell’editoriale…ma credo lo sia solo in apparenza: il mio
augurio per tutta la categoria è che lo spirito d’impegno e d’azione tipico delle
genti del Triveneto scenda lungo l’Appennino e pervada le stanze romane, non
per occupare, non per insegnare, ma per smuovere le coscienze. E tutti noi
sappiamo benissimo di quanto ce ne sia bisogno.
Sopra:
L'uomo in cammino
, di Alberto Giacometti (foto Reuters)
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