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NUMERO 214 - LUGLIO / AGOSTO 2013
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IL COMMERCIALISTA VENETO
poi ha visto aprirsi un differenziale positivo tra tassi a
lungo termine tedeschi e italiani. Fino ad allora i due
Paesi e il loro differenziale si sono mossi con una
correlazione vicina a + 1.
L’applicazione del Fiscal Compact in Italia
Per poter ottemperare alla regola che prevede un rappor-
to debito / PIL pari a 60, l’Italia dovrebbe a parità di
debito crescere per venti anni a ritmo medio del 3%. Ma
è un ritmo sostenibile? Storicamente probabile? Il grafico
sembrerebbe dirci di no.
Negli ultimi 20 anni solo in due occasioni l’Italia ha
sperimentato crescite sopra il 3% e la congiuntura
attuale non sembra indicare un contesto immediato e
prospettico simile agli anni 1995 e 2000.
Il differen-
ziale tra la linea di tendenza e la linea rossa nel grafico
1, evidenzia il GAP di siffatta dinamica prospettica di
crescita; tale GAP ci induce a non ritenere verosimile
il rispetto di tale parametro per la via del PIL, salvo la
capacità del governo attuale o dei prossimi o di politi-
che comunitarie, di imprimere trend di crescita ai Paesi
europei tali da creare dei precedenti storici: siamo in-
fatti nella peggiore congiuntura economica recessiva
dall’ultimo dopoguerra.
Se invece di agire sul denominatore si agisse sul
numeratore, vale a dire il debito pubblico, ci troverem-
mo appieno entro argomentazioni di tipo finanziario.
Ci troveremmo a parlare del fatidico
spread
fra rendi-
menti a lungo termine di Italia e Germania e di come la
credibilità sull’Italia, venuta meno dal 2008 in poi,
abbia portato alla scomparsa di una correlazione stori-
ca fra i due tassi che consentiva un contenimento quan-
to meno della spesa per interessi.
Dal 2008 in poi il dissociarsi dello
spread
fra i due
Paesi ha creato in aggiunta ad elementi macro e di
contabilità nazionale, una spirale viziosa che ha fatto
incrementare il debito per effetto di maggior interessi
pagati sullo stesso. Il tasso di interesse a 10 anni sui
BTP e sui BUND ha subito la dinamica rappresentata
in figura 1.
Volendo agire quindi sul numeratore l’Italia dovrebbe
contenere il tasso a 10 anni aumentando la
duration
del debito pubblico e portando lo
spread
contro la
Germania verso quota 100 come indicato dai
Policy
Makers
.
Ancora meglio se le politiche italiane favorissero sia la
crescita che il contenimento del debito; non sarebbe
necessario in tale eventualità ambire a crescite impos-
sibili.
I
l Fiscal Compact è accusato
da più parti di
essere la fonte di tutti i nostri mali futuri, ma in
realtà ci ricorda semplicemente quanto gravi sia-
no stati i nostri mali passati. Quando si fanno i
conti delle manovre necessarie, quasi mai si ricorda
che questo dipende dal fatto che da più di vent’anni il
nostro debito pubblico è in costante aumento. La con-
fusione mediatica relativa al Fiscal Compact in realtà
impedisce un serio dibattito su questioni ad esso atti-
nenti e che invece meriterebbero ben altra attenzione.
Due in particolare: la quantità e la qualità degli stabi-
lizzatori automatici sul lato della spesa (anche nel-
l’era post-Fornero siamo l’unico Paese senza un siste-
ma universale di ammortizzatori sociali) e la dramma-
tica caduta della nostra crescita strutturale, che riflette
due tristi primati negativi dell’economia italiana in am-
bito europeo e occidentali. Vale a dire la più bassa
partecipazione al mercato del lavoro (soprattutto da
parte di donne e giovani) e la più debole dinamica della
produttività totale dei fattori, quella che ci indica quan-
to capitale e lavoro sono messi nelle condizioni di poter
produrre e che a sua volta dipende dalla lunga e nota
lista delle storiche debolezze dell’economia italiana.
Ma di tutto questo la classe politica, impegnata com’è
nel dibattito tra partiti, molto spesso se ne disinteres-
sa. È più facile incolpare il
Fiscal Compact
!
IL FISCAL
COMPACT
SEGUE DA PAGINA 18
I
l 28 giugno scorso
si è tenuto, presso la sede di Rovigo del
Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e
Studi Internazionali dell’Università degli Studi di Padova
, un importante convegno, avente ad oggetto i
“Principi comunitari fondamentali nell’ordinamento tributario italiano”
, il cui scopo è stato quello di
renderci tutti più avvertiti e consapevoli della nostra dimensione europea, sopratutto in merito ai diritti e doveri
nello specifico tributario
1
. Di seguito alcuni spunti di riflessione emersi dal Convegno.
Origini dell’Unione Europea
Da quando l’Italia è membro dell’Unione Europea, ci troviamo in una fase di continuo cambiamento del diritto.
Nell’ordinamento tributario si avverte sempre più la necessità di regole di comportamento chiare per gli opera-
tori economici. La pace tra le nazioni, obiettivo fondamentale postbellico, richiede solidarietà tra le stesse nel
godimento delle risorse naturali e nell’utilizzo dei beni comuni all’Unione.
Anche per questo motivo, gli Stati membri dell’Unione Europea, sin dal 1957, hanno voluto creare un mercato
unico fondato su alcuni capisaldi essenziali. Motto dell’Unione è stato dunque
“Unita nelle diversità”
: sono
stati, infatti, individuati, sin da subito, una serie di valori essenziali, quali il rispetto della dignità umana, la
libertà, la democrazia, lo Stato di diritto, che devono caratterizzare la vita del “cittadino europeo”.
Nel nuovo panorama comunitario gli Stati membri non perdono il loro potere sovrano, né si indeboliscono, bensì
ne escono rafforzati nell’affermazione dei valori fondamentali. Si va dunque creando una nuova cultura giuridica
dell’Unione, in cui le tradizioni giuridiche di ogni Stato membro, in armonia con la
“Carta dei Diritti fondamen-
tali dell’Unione Europea”
(Nizza, 7 dicembre 2000), vengono irradiate a tutti gli Stati membri dell’Unione
Europea. Stiamo assistendo ad un processo di
“europeizzazione dei principi generali”
(M. Chiti), processo questo
che contribuisce alla formazione di una sorta di
“Costituzione Europea”
, nella quale tutti gli Stati membri si
identificano. Tale
“Costituzione Europea”
è formata oggi dal TUE (Trattato dell’Unione Europea), dalla
“Carta
dei diritti fondamentali dell’UE”
e dalla
“Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti fondamentali”
.
Il Trattato dell’Unione Europea – principi fondamentali
Leggendo il Preambolo al TUE si comprende la
“funzione di legge fondamentale”
rivolta alla tutela della
persona, alla stregua del nostro art. 2 della Costituzione, che “
riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uo-
mo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei
doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale
”.
Sempre dal Preambolo al TUE si intuiscono quelle che sono le finalità dell’Unione Europea:
intensificare
la solidarietà tra i loro popoli rispettandone la storia, la cultura e le tradizioni
rafforzare
ulteriormente il funzionamento democratico ed efficiente delle istituzioni in modo da consen-
tire loro di adempiere in modo più efficace, in un contesto istituzionale unico, i compiti loro affidati”
“conseguire
il rafforzamento e la convergenza delle proprie economie e ad istituire un’Unione economi-
ca e monetaria, che comporti una moneta unica e stabile
promuovere
il progresso economico e sociale dei loro popoli, tenendo conto del principio dello svilup-
po sostenibile nel contesto della realizzazione del mercato interno e del rafforzamento della coesione e della
protezione dell’ambiente, nonché ad attuare politiche volte a garantire che i progressi compiuti sulla via
dell’integrazione economica si accompagnino a paralleli progressi in altri settori”
istituire
una cittadinanza comune ai cittadini dei loro paesi”
attuare
una politica estera e di sicurezza comune che preveda la definizione progressiva di una politica
di difesa comune, che potrebbe condurre ad una difesa comune a norma delle disposizioni dell’articolo 17,
rafforzando così l’identità dell’Europa e la sua indipendenza al fine di promuovere la pace, la sicurezza e il
progresso in Europa e nel mondo”
agevolare
la libera circolazione delle persone, garantendo nel contempo la sicurezza dei loro popoli, con
l’istituzione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, in conformità alle disposizioni del presente trattato”
portare
avanti il processo di creazione di un’unione sempre più stretta fra i popoli dell’Europa, in cui
le decisioni siano prese il più vicino possibile ai cittadini, conformemente al principio della sussidiarietà”
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea – disposizioni generali
Sulla stessa linea di rafforzamento dei diritti inviolabili, anche il Preambolo della “Carta dei diritti fondamentali”,
la quale prevede:
l’Unione si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e
della solidarietà; essa si basa sul principio della democrazia e sul principio dello Stato di diritto
.
Essa pone la persona
al centro della sua azione istituendo la cittadinanza dell’Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia”
contribuisce al mantenimento e allo sviluppo di questi valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture
e delle tradizioni dei popoli europei, dell’identità nazionale degli Stati membri e dell’ordinamento dei loro pubblici
poteri a livello nazionale, regionale e locale; essa cerca di promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile e
EUROPA
FILIPPO CARLIN
Ordine di Rovigo
I principi generali
dell'
Unione Europea
: garanzia
di giustizia anche in ambito
tributario e loro forza espansiva
1
Hanno partecipato al Convegno, come relatori, i Professori
Mauro Beghin
,
Marcello Poggioli
,
Roberto
Schiavolin
,
Mauro Trivellin
(per l’Università di Padova) e
Marco Greggi
(per l’Università di Ferrara), gli
avvocati
Gabriele Donà
(Foro di Padova) e
Roberto Iaia
(Foro di Ferrara); come moderatori, i Professori
Adriano Di Pietro
(Università di Bologna) e
Francesco Moschetti
(Università di Padova). Hanno aperto il
Convegno: la Prof.ssa
Paola Santinello
, Presidente del Corso di laurea di Diritto dell’economia - sede di Rovigo;
il Dott.
Michele Ghirardini
, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Rovigo; la
Dott.ssa
Giada De Bolfo
, Presidente Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Rovigo;
l’avvocato
Massimo Ubertone
, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Rovigo. Il Convegno è stato organizzato
e coordinato da
Giovanni Moschetti
, Professore a contratto di Diritto Tributario presso l’Università di Padova.
SEGUE A PAGINA 20