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NUMERO 209 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2012
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IL COMMERCIALISTA VENETO
Il pensiero del prof. Bini partendo proprio dalla constatazione che
il
“padroncino-professionista” di uno studio professionale che estrae dal-
la propria attività una normale remunerazione per il lavoro svolto, non
dispone né di avviamento né di relazioni di clientela (che abbiano valo-
re), perché … finirebbe per conferire un volume di lavoro in grado di
remunerare solo la propria prestazione di lavoro ed il capitale netto
tangibile.
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E’ la logica Eva di cui parlavamo in precedenza.
Il prof. Bini prosegue nel ragionamento affermando come, nel caso in cui uno
studio consegua degli extraredditi, si profili la possibilità di identificare due
intangibili:
-
relazioni di clientela
in essere alla data della stima, intangibile a
vita definita in quanto le relazioni, prima o poi, si esauriscono;
-
avviamento
, attività intangibile a vita molto protratta o addirittura
indefinita, che esprime il valore delle future relazioni di clientela.
Tuttavia
non tutti gli studi professionali che esprimono extraredditi sono
in grado di rigenerare relazioni di clientela nel tempo
(e dunque non
tutti gli studi possono vantare un avviamento). A ciò si aggiunga che,
anche in presenza di avviamento, abbiamo due tipologie di avviamento:
-
un
avviamento personale
, riconducibile all’opera di abili professio-
nisti (che il prof. Bini definisce
rainmaker
essendo capaci, con le loro
relazioni, di generare continuativamente nel tempo la pioggia di nuovi inca-
richi/relazioni);
-
un
avviamento d’impresa
, ripetibile dalla struttura di studio grazie
alla capacità della propria organizzazione.
Chiaramente in una cessione di studio professionale è trasferibile il solo
avviamento d’impresa. L’avviamento personale può essere trasferito e con-
teggiato nella stima solo alla condizione che attraverso un affiancamento
temporale del
rainmaker
, che dovrà fra l’altro essere vincolato alla struttu-
ra da un preciso patto di non concorrenza, si riesca a trasformare l’avvia-
mento personale in avviamento d’impresa.
I
driver
individuati per la stima dal prof. Bini sono dunque:
-
patrimonio tangibile
-
patrimonio intangibile: avviamento e relazioni di clientela.
Il prof. Bini, tuttavia, nel suo intervento si occupava di perizie per
conferimenti, escludendo prospettive di crescita e risultati potenziali riferiti
a capacità di reddito di futura formazione grazie all’effetto di sinergie.
Ecco allora che ai fini, per esempio, della cessione dello studio o dell’in-
gresso nello studio di un nuovo professionista, bisognerà tener conto
anche delle prospettive di crescita in quanto chi compra godrà anche di
queste prospettive future di crescita (da scontare chiaramente ad un tasso
che terrà conto della rischiosità di questi flussi futuri).
Ma passiamo ora ad analizzare quelle che sono le
metodologie più utilizza-
te
per la stima del valore di uno studio professionale:
-
metodo patrimoniale complesso
-
metodo misto con stima autonoma dell’avviamento
-
metodo dei flussi (finanziari o reddituali)
-
metodi dei multipli
-
metodi empirici.
Nella scelta fra una metodologia piuttosto che un’altra, come per ogni
tipologia di complesso aziendale, peserà molto la
finalità della perizia
. Ri-
cordiamo infatti come
l’errore tipico è l’incoerenza tra metodi di valutazio-
ne scelti e finalità della stima
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: per un conferimento o una trasformazione il
perito osserverà maggiore prudenza rispetto ad altre tipologie peritali (es:
fusioni, cessione). Ciò in quanto nel conferimento e nella trasformazione
(perlomeno quella che segna il passaggio da società di persone a società di
capitali) il perito deve individuare quel valore-soglia che rappresenti una
garanzia per i terzi. Si tratta quindi di individuare modelli, criteri e formule
coerenti con certi fini e non ad altri con i quali, quindi, sono incoerenti.
E’ intuitivo che non sarebbe possibile affidarsi esclusivamente alla
metodologia patrimoniale semplice. Primo perché
il valore patrimoniale
semplice di un’azienda raramente risolve il problema valutativo posto
da qualche scopo pratico
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essendo comunque necessaria la verifica
reddituale. Secondo perché si andrebbe a trascurare un
driver
fondamentale
del valore degli studi professionali: il valore assunto dagli intangibili. D’altron-
de nemmeno la
metodologia patrimoniale complessa
potrebbe risolvere la
questione:meglio forseaffidarsi a
metodologiemiste
chenella formulavalutativa
accolgono la stima dell’avviamento attraverso la stima dei sovraredditi.
Si tratta chiaramente di metodologie potenzialmente adatte nelle casistiche
di trasformazione o conferimento o comunque nei casi di valutazione di
studi professionali dotati di importanti strutture organizzative.
In tali fattispecie sarà importante determinare in maniera adeguata il valore
degli intangibili legati al capitale umano, stimati principalmente con l’utiliz-
zo del costo di sostituzione. Scrive al riguardo anche il prof. Daniele
Balducci,
8
con riferimento agli studi professionali, come siano
preferiti i
metodi basati sui flussi
, siano essi reddituali o finanziari in quanto
i metodi
patrimoniali tendono a sottostimare il capitale economico per la scarsa
consistenza degli investimenti
. Ciò è chiaramente condivisibile in quanto
solo i flussi sono in grado di catturare il valore prospettico dello studio
professionale con la corretta ponderazione del rischio assunto attraverso
una accurata stima del costo del capitale utilizzato per l’attualizzazione.
Ci sono infine i
multipli
e le
rules of thumbs,
le
regole del pollice
, che
rappresentano regole comuni consuetudinarie utilizzate per offrire un rapi-
do risultato sintetico di valore. Sono chiaramente risultati “grezzi”, non
fondati da un punto di vista scientifico, ma pur sempre utili per verificare il
range
di valori quantificato con le metodologie assolute.
Fra le metodologie riconducibili ai multipli, spesso il parametro contabile
utilizzato è il fatturato annuale, che viene moltiplicato per un coefficiente:
W=V
A
x c
dove: V
A
è il volume d’affari annuo
c è un coefficiente variabile da 0,5 a 3 modulato poi da un indice degli
abbandoni della clientela
9
.
Nell’ambito delle metodologie empiriche, spesso è poi dato spazio alle
cosiddette metodologie
intuitus personae
che tentano di introdurre nella
formula valutativa alcune variabili che solitamente non trovano allocazione
nelle metodologie tradizionali: tempo di sopravvivenza della struttura, ri-
schio di abbandono del professionista, rischio di abbandono della cliente-
la, autonomia dello studio.
Tali variabili, oltre a venire moltiplicate fra loro, vengono moltiplicate per
l’Ebit al fine di aumentarlo o diminuirlo. Tale componente di tipo reddituale
viene poi sommata solitamente al valore patrimoniale della struttura di stu-
dio. Si tratta chiaramente di formule valutative altamente soggettive e non
supportate da condivisibili impostazioni teoriche accreditate.
5
Il prof. Bini, in particolare, suggerisce di detrarre dall’utile di bilancio due costi figurativi: non solo il costo “normale” del professionista di cui si è trattato in precedenza, ma
anche il costo figurativo del capitale impiegato, dato dal prodotto fra valore delle attività nette e saggio normale di remunerazione.
6
Guatri L.,
La qualità delle valutazioni
, Università Bocconi Editore, Milano, 2007, pag. 179.
7
Guatri L., Uckmar Victor,
Linee guida per le valutazioni economiche
, Egea, Milano, 2009, pag. 57.
8
Si veda Balducci D.,
La valutazione dell’azienda
, Edizioni Fag, Milano, 2008, pag. 700.
9
Balducci D.,
La valutazione dell’azienda
, Edizioni Fag, Milano, 2008, pag. 701.
La valutazione
di uno studio professionale
SEGUE DA PAGINA 20
avviamento:
a) d’impresa b) personale
(Tratto liberamente dall’articolo: Bini M.,
La valutazione di uno studio professionale
a fini di conferimento ad una S.T.P.
, Le
società, n. 5, pag. 37, Ipsoa, Milano)
Lo studio ha capacità
di rigenerare le relazioni
con la clientela
?
Avviamento e
Relazioni clientela
Solo relazioni con
la clientela
SI
NO
Lo studio genera
extrareddito, ossia:
NOPAT
±
(i x Co) > 0 ?
Avviamento e
Relazioni clientela
SI
NO
Solo patrimonio
tangibile
INDIVIDUAZIONE DELLE COMPONENTI
DEL VALORE DI UNO STUDIO PROFESSIONALE