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NUMERO 208 - LUGLIO / AGOSTO 2012
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Brasile: grandi eventi, interlocutori,
sistema doganale e tributario
INTERNAZIONALE
ALBERTO PISARRO
Ordine di Venezia
IL COMMERCIALISTA VENETO
L
a cultura dell’internazionalizzazione
è
una grande opportunità strategica per il fu-
turo delle aziende, grandi o piccole che sia-
no. Internazionalizzarsi oggi vuol dire esse-
re consapevoli della necessità di cambiamento e rico-
noscere, nell’apertura di nuove frontiere economiche,
un’opportunità di sviluppo oltre i confini nazionali.
Determinati Paesi sono uno sbocco interessante per
un’espansione commerciale perché in grado di offrire
potenziali opportunità di business in vari settori, emer-
genti o già consolidati.
Internazionalizzazione significa innanzitutto elabora-
re una strategia in materia di rapporti con l’estero al
fine di accrescere la propria attività imprenditoriale e
sostenere la crescente competitività delle
economie emergenti attraverso l’inserimen-
to ed il consolidamento della propria pre-
senza sul mercato internazionale.
Risulta sempre maggiormente indispensa-
bile promuovere la conoscenza di un mer-
cato emergente che evidentemente, “rischia”
di diventare nel breve periodo uno dei più
grandi competitor futuri.
Tra i vantaggi che l’internazionalizzazione
comporta vi sono sicuramente: aumento del
giro d’affari, aumento dei profitti, econo-
mie di scala, diversificazione del rischio,
possibilità di accedere a nuove idee e nuove
esperienze, risposta alla globalizzazione, aumento della
competitività sul mercato interno.
Ma fare business in Paesi diversi dal proprio non è
semplice: differenze culturali e linguistiche, scenari
economico e politici differenti, protezionismo, politi-
che fiscali, monetarie e commerciali non immediata-
mente ovvie all’imprenditore italiano, sono soltanto
alcune delle barriere che si riscontrano all’ingresso di
ogni nuova forma di internazionalizzazione.
I grandi eventi
Aggiudicarsi i due principali eventi sportivi al mondo
(la Coppa del Mondo di calcio per il 2014 e le Olimpi-
adi 2016 con Rio de Janeiro, prima città del Sud Ame-
rica ad ospitare un evento del genere), non solo ha
contribuito ad attirare definitivamente tutti gli occhi
del mondo sul Paese verdeoro, ma rappresenta uno dei
principali motivi dell’attuale posizionamento econo-
mico del Brasile nel panorama mondiale, anche in virtù
dell’enorme flusso di capitali di investimento in entra-
ta, a dispetto della crisi.
Il rovescio dellamedaglia è che la capacità organizzativa
del Paese sarà messa a dura prova, come non mai.
E’ difficile stimare l’impatto dei due eventi sull’eco-
nomia brasiliana (si parla di 200 miliardi di R$ soltan-
to per la Coppa), per il fatto che l’impatto indiretto
potrebbe essere ben superiore di quello diretto e che i
costi complessivi probabilmente saranno destinati ad
aumentare in proporzione alle difficoltà organizzative,
che già si stanno presentando (per la Coppa) e conti-
nueranno a presentarsi, e che potrebbero portare ad
operare in regime di urgenza, ossia a trattativa privata,
con conseguenze immaginabili per il relativo bilancio
economico finale.
Sono principalmente previsti riflessi nei settori delle
infrastrutture, costruzioni civili, strade, porti e aero-
porti, mobilità urbana, comunicazioni, sicurezza, in-
clusa quella digitale, hotel e turismo, educazione e for-
mazione professionale.
Gli eventi dureranno appena poche settimane, ma gli
interventi previsti potrebbero generare ripercussioni
significative e durevoli in intere regioni, o addirittura
nell’intero Paese. Sarà l’occasione per il Brasile di di-
mostrare che non è soltanto il paese del calcio, così
come Rio de Janeiro non è solo “la Cidademaravilhosa”.
Il successo dei due eventi significherebbe un nuovo e
definitivo posizionamento a livello mondiale, con con-
seguenti influssi positivi, per tutte le imprese che sa-
ranno riuscite a prenderne parte.
Gli interlocutori
Il network dei potenziali interlocutori per un’impresa
straniera, in un Paese come il Brasile, è sicuramente
articolato. Esistono interlocutori a livello federale, sta-
tale e municipale. Esistono federazioni, associazioni o
unioni di categoria, così come esistono or-
ganizzazioni di espatriati, addirittura sud-
divise per singole Regioni di provenienza.
Un Ministero può diventare un
interlocutore, così come un Governo stata-
le o una Prefettura, in considerazione del
fatto che ciascuno dispone di potere nego-
ziale, ad esempio per concedere incentivi
di natura fiscale a fronte di investimenti
significativi, capaci di generare posti di la-
voro.
Esistono sistemi di promozione e incentivi
agli investimenti esteri, come il
SIPRI
, Si-
stema di Promozione degli Investimenti e
Trasferimento di Tecnologia per le Imprese o le
partnership Pubblico-Privato, in particolare per il set-
tore delle infrastrutture. Discorso a parte merita il
BNDES
, Banca Nazionale di Sviluppo Economico e
Sociale, che concede finanziamenti a lungo ter-
mine per la realizzazione di investimenti in
settori economici di interesse nazionale. In ag-
giunta, esistono organizzazioni paragonabili
alla Confindustria, nazionale o regionale, o alle
nostre Federazioni, come, ad esempio, la
FIESP
, Federazione dell’Industria dello Stato
di São Paulo o la
FIRJAN
, Federazione del-
l’Industria dello Stato di Rio de Janeiro, tanto
per citare alcune tra le più importanti.
Il principale sistema di supporto alle imprese italiane,
in Brasile, è sicuramente costituito dalla rete costituita
dall’
Ambasciata
, dall’
ICE
, dal sistema delle Camere di
Commercio, dalla
SACE
per l’assicurazione del cre-
dito e dalla
SIMEST
, la finanziaria di sviluppo e
promozione delle imprese italiane all’estero, control-
lata dal governo italiano e creata per agevolare
l’internazionalizzazione delle stesse. Tutti questi at-
tori di supporto, se opportunamente indirizzati, pos-
sono rappresentare un’ottima porta di entrata per il
mercato brasiliano e permettere di evitare molti degli
errori tipici del processo di internazionalizzazione
della PMI italiana.
Scontato è rilevare l’importanza di contattare
l’interlocutore di interesse in maniera strutturata, me-
glio se con un documento in portoghese di presenta-
zione dell’azienda, come dell’iniziativa.
Il sistema doganale
Il sistema doganale in Brasile è regolamentato, in par-
ticolare, dai decreti 37/66 e 6.750/09, in aggiunta alle
istruzioni normative emanate dalla Segreteria della
Receita Federal.
Esiste un regime fortemente protezionista, a maggior
ragione quando i prodotti importati sono disponibili
sul mercato interno. A fianco di una normativa federa-
le, esistono norme specifiche a livello di singolo Stato
e di singolo porto. Aseconda della tipologia di prodot-
to, intervengono altri organi o istituzioni a complicare
il processo, con normative proprie e specifiche (p.e.
Ministero dell’Agricoltura per l’alimentare o della Sa-
lute per il prodotto cosmetico) che è opportuno ana-
lizzare attentamente prima di qualunque operazione.
Il trattamento doganale e tributario di un’importazio-
ne dipende dalla tipologia di merce e dall’inquadra-
mento della stessa in una determinata categoria
merceologica. Non sempre la classificazione
merceologica, attribuita ad una operazione dall’espor-
tatore, viene poi confermata dalla dogana brasiliana al
momento della nazionalizzazione. É consigliabile
un’adeguata pianificazione prima di cominciare qua-
lunque tipo di importazione, magari facendo un test
con una quantità di valore ridotto.
Le caratteristiche del sistema fiscale brasiliano appli-
cate ad un’importazione fanno sì che il valore di un
bene importato arrivi anche a raddoppiare al momento
della nazionalizzazione. La fiscalità è applicata non
solo sul valore (assoggettato a controllo di veridicità)
dichiarato della merce, ma su un valore maggiore che
include, ad esempio, costi di trasporto, assicurazioni,
oneri portuali, costi di intermediari.
Sul valore complessivo, sono quindi applicate, a ca-
scata, le imposte di importazione (da 0 a 35% del
valore di cui sopra), l’IPI (imposta di produzione in-
dustriale) che varia da 0 a 40%, potendo arrivare al
60% per le bevande alcoliche, l’ICMS (Imposta di
Circolazione sulle Merci e sui Servizi, simile alla no-
stra IVA), differente da Stato a Stato, ed infine il PIS/
COFINS (Pis = Programma di Integrazione Sociale,
Cofins = Contribuzione al Finanziamento della Sicu-
rezza Sociale). Un dedalo in cui non è facile districarsi
senza un adeguato supporto.
Il sistema tributario
Il sistema tributario brasiliano è regolamentato
dalla Costituzione Federale del 1988 e dal
Codice Tributario Nazionale del 1966, insie-
me a leggi specifiche per ciascun tributo.
Il Brasile è il Paese con il maggiore carico tri-
butario dell’America Latina e dei Caraibi,
32,6% nel 2009, secondo l’OCSE, posizio-
nandosi al 17° posto nella classifica mondiale.
Per garantire la competitività e la sopravvi-
venza di un’impresa nel mercato, diventa quindi ne-
cessario un processo di pianificazione fiscale conti-
nuo, per poter includere correttamente gli oneri fiscali
nel business plan dell’iniziativa. Il primo passo per
l’investitore che vuole entrare nel mercato brasiliano è
capire se il carico fiscale, incidente sui suoi prodotti o
servizi e sulla sua attività in generale, renderanno con-
veniente o meno l’investimento. Durante la pianifica-
zione tributaria, sarà necessario scegliere per quale
regime tributario optare. La scelta non sarà definitiva,
in quanto è modificabile all’inizio di ogni esercizio.
Esistono in Brasile tre tipologie di regimi tributari,
non tutti applicabili a tutte le imprese:
a)
Lucro Real
: indicato per le grandi imprese. In
questo regime, il risultato di esercizio è calcolato de-
traendo dai ricavi i costi fiscalmente deducibili (come
in Italia).
b)
Lucro Presumido
: indicato per le medie im-
prese. In questo regime, il risultato di esercizio è cal-
colato con una percentuale forfettaria sul fatturato,
variabile a seconda che si tratti di industria e commer-
cio o servizi.
c)
Simples nacional o Super Simples
: indicato
per le micro imprese (fatturato annuale fino a R$
360.000, circa 140.000 euro) e piccole imprese (fat-
turato annuale fino a R$ 3.600.000, circa 1.400.000
euro). In questo regime, il contribuente paga tutte le
imposte incidenti sulla sua attività in un unico mo-
mento e con un’aliquota unica omnicomprensiva, ri-
ducendo il carico fiscale, la propria burocrazia ed il
rischio di controlli.