Page 20 - CV

Basic HTML Version

20
NUMERO 208 - LUGLIO / AGOSTO 2012
IL COMMERCIALISTA VENETO
Redditi professione
La lente sul Nord-Est
SEGUE DA PAGINA 19
37.500 (+4,3%) e per le società di capitali ed enti è di 31.600 (+19,7%). Viene
segnalato, inoltre, un
aumento dei ricavi/compensi
dichiarati pari all’1% rispetto
all’anno precedente (798,2 miliardi di euro il totale dichiarato), con andamenti
differenziati all’interno dei settori: il settore manifatturiero, che aveva subito il calo
maggiore nel 2009 è quello che mostra un recupero maggiore (+1,9%), seguito dal
settore delle attività professionali
(+1,7%) e dal settore dei servizi (+1%),
mentre è stabile il settore del commercio (+0,1%).
In deciso
calo
, da ultimo, le
compensazioni IVA degli autonomi e dei professio-
nisti
. Secondo quanto si legge dalla predetta nota, “
è il primo anno in cui tale
variabile subisce una forte contrazione (
- 39,05%
) passando da 16,5 a 10,1 miliar-
di di euro, con una riduzione di credito utilizzato in compensazione con altre
imposte di oltre 6 miliardi di euro
”.
Tale rilevante riduzione
– si legge nella nota del
Dipartimento delle Finanze del
Ministero dell’Economia
si ritiene dimostri l’efficacia dell’introduzione di
nuove
regole
per compensare nel modello F24 i crediti IVA, che si inserisce nell’attività di
contrasto al fenomeno delle indebite compensazioni
1
.
Si propone di seguito un grafico che mostra l’
evoluzione percentuale subita dai
redditi medi reali nelle diverse aree di attività
dal 2005. Il numero indice di
base è 100 (2005). (cfr. Grafico 4).
La crisi, insomma, morde, come mai era avvenuto in passato. Le stime per il 2012
non sono certo incoraggianti: secondo l’Adepp, il calo del giro d’affari per tutto il
settore dovrebbe attestarsi intorno al 30%, con punte del 50% al sud.
Due sono i principali macro-problemi: la
contrazione del lavoro
e la
difficoltà ad
incassare le parcelle
dei clienti, sia che si tratti di imprese, famiglie o enti pubblici
(l’
attesa
per gli incassi si attesta in media sui
sei mesi
, ma in alcuni casi arriva
anche a nove). Se a questo si aggiunge un prelievo fiscale in generalizzato aumento,
oneri contributivi, spese di gestione e anticipo spese per i clienti, allora il presente
e soprattutto il futuro si fanno sempre più critici.
I grandi Studi legali
In un tale scenario a dir poco preoccupante, tutt’altra realtà è quella offerta dai
grandi studi legali italiani. In termini di fatturato, i primi
100 studi nazionali
si
avvicinano sempre più a raggiungere un volume globale di
due miliari di euro
.
Secondo le stime del Centro Studi di TopLegal, i primi 100 player del mercato legale
italiano hanno prodotto, nel corso del 2011, un fatturato complessivo di 1,97
miliardi di euro, facendo segnare un incremento, rispetto al valore dello scorso anno
(1,865 miliardi) del 5,7%.
I maggiori 25 studi
, che da soli controllano il 61% del
fatturato con 1,218 miliardi di euro, hanno registrato nel 2011 un
incremento del
4,1%
(il primato è detenuto dallo studio Bonelli Erede Pappalardo con un fatturato di
134,4 milioni di euro, che ha fatto registrare un +5% rispetto all’anno precedente).
Questi primi 100 studi d’affari hanno generato
745 milioni di utili
nel 2011; per
i Top25, l’utile per socio si attesta sui 721mila euro.
Il 2012 e le prospettive future
Davanti a questi numeri, non ci si può che chiedere
quale futuro
attende gli studi
di piccole-medie dimensioni e quali possano essere le strategie per
“sopravvivere”
,
rimanendo allo stesso tempo competitivi sul mercato.
Una cosa però è certa: urge un drastico abbassamento della
pressione fiscale
.
Secondo l’
Ufficio Studi di Confcommercio
, in un rapporto stilato nel luglio 2012
dal titolo “Una nota sulle determinanti dell’economia sommersa”, il valore della
pressione fiscale effettiva nel nostro Paese è pari al
55%
, “
non solo è il più elevato
della nostra storia economica recente, ma costituisce un
record mondiale assolu-
una ripresa: in Francia + 4,3% del fatturato, + 3,4% in Inghilterra, + 3,3% in
Germania, + 2,7% in Irlanda, + 2,6% in Olanda e + 2,4% in Svezia.In Italia, invece,
veterinari, avvocati, sociologi, giornalisti, medici,
dottori commercialisti
e biologi
sono le professioni che stanno
risentendo maggiormente della crisi
con un calo
del fatturato del 43% nei primi 6 mesi del 2012 rispetto al periodo precedente e con
la
chiusura del 22% degli studi professionali
.Il
settore giuridico-economico
(avvocati e dottori commercialisti) è uno dei comparti più colpiti dalla crisi. Nel
primo semestre del 2012, il fatturato globale è diminuito del 48% rispetto al periodo
precedente, segnando un – 44% nelle prenotazioni, un – 22% nell’occupazione ed un
– 61% nelle forniture professionali.Il
settore medico
(veterinari, medici e biologi),
altro comparto di punta nelle professioni, presenta anch’esso tutti gli indicatori
negativi: il fatturato globale, nel primo semestre del 2012, ha segnato un - 42%
rispetto all’anno precedente, il - 47% nelle prenotazioni, il - 26% nell’occupazione
ed il – 55% nelle forniture professionali.Male anche il
settore della comunicazio-
ne
(sociologi e giornalisti). Del 39% la contrazione del fatturato, del 31% le preno-
tazioni, del 28% l’occupazione e del 53% le forniture professionali.
Un
disastro
insomma, e a pagarne le conseguenze non possono essere sempre gli
stessi.
1
Le nuove regole a cui si fa riferimento sono state introdotte dall’art. 10 del D.L. 78/2009, in base al quale, proprio a partire dal 2010, le compensazioni che superano il limite dei 10.000 euro (dal 2012 tale limite è stato abbassato ad Euro 5.000,
per effetto del D.L. 16/2012) riguardo ai crediti annuali del 2009 o a quelli trimestrali del 2010 devono necessariamente essere portate a compimento dal sedicesimo giorno del mese successivo a quello della presentazione della dichiarazione.
2
KRLS Network of Business Ethics è la rete che divulga l’etica degli affari e che raccoglie i professionisti di diverse nazioni che prestano assistenza gratuita a favore delle persone svantaggiate. L’indagine è stata presentata il 16
agosto 2012 a Nizza, nella giornata conclusiva del settimo summit internazionale, al quale hanno partecipato i massimi rappresentanti delle associazioni dei contribuenti dei principali paesi europei.
Tab. 7 – Reddito professionale medio e PIL. Anni 2007-2011
Fonte: Elaborazione IRDCEC su dati Istat
REGIONI
Volume affari medio Reddito medio % spe sa
Trentino Alto Adige
187.718
102.599
45,3%
Veneto
134.186
70.193
47,7%
Friuli Venez ia Giulia
116.848
67.606
42,1%
ITALIA
106.287
57.861
45,6%
Tab. 8 – Sintesi dati Triveneto sui Dottori Commercialisti iscritti al
CNPADC - Anno 2010
Grafico 4 – Evoluzione percentuale subito dai redditi medi reali nelle
diverse attività. Anni 2005-2010.
Fonte: I rapporto Adepp – Il Sole 24 Ore, 28.11.2011
to
”. L’Italia si posiziona, infatti, al top della classifica davanti a Danimarca
(48,6%), Francia (48,2%) e Svezia (48%).
E le prospettive non sono neanche incoraggianti: “
Non solo l’Italia è al
primo posto, ma è difficile che in un futuro prossimo saremo scavalcati
”,
ha detto il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio Mariano Bella,
spiegando che “
gli altri paesi alle spalle dell’Italia non solo stanno
riducendo la pressione fiscale, ma hanno un sommerso economico mol-
to ridotto rispetto a noi
”.
L’Italia, infatti, è in cima alle classifiche mondiali anche per il valore del-
l’
economia sommersa
, che, sempre secondo le stime di Confcommercio,
è pari al
17,5% del Pil,
con un
’imposta evasa
pari
a 154 miliardi di
euro
; per il 2008 “
l’Italia presenta un tasso di sommerso più che doppio
rispetto al
Regno Unito (8,1%)
, tra cinque e sei volte
quello francese
(3,9%)
, otto volte il tasso di sommerso stimato per il
Canada
”.
Da ultimo si evidenzia che
KRLS Network of Business Ethics
2
ha con-
dotto un’indagine per il magazine
Contribuenti.it
, prendendo in esame
alcuni indicatori economici riferiti ai primi sei mesi del 2012 ed incrociando
i dati del fatturato, delle prenotazioni, dell’occupazione e delle forniture
professionali, rivelando una situazione nel bel Paese preoccupante rispet-
to al resto dell’Europa. In tutti i principali Paesi europei, infatti, si registra
Anni Media redditi (•) Var.% PIL (•)
Var.%
2007
60.004
-
1.554.199
-
2008
60.329
0,5% 1.575.143
1,3%
2009
57.392
-4,9% 1.519.701
-3,5%
2010
57.861
0,8% 1.553.165
2,2%