Page 18 - CV

Basic HTML Version

18
NUMERO 207 - MAGGIO / GIUGNO 2012
IL COMMERCIALISTA VENETO
5
Guatri L., Uckmar Victor (a cura di),
Linee Guida per le valutazioni economiche
, Egea, Milano, 2009, pag. 17.
soggettività relativamente alla previsione dei flus-
si futuri;
-
la fase dello sviluppo è la fase in cui l’im-
presa riesce ad avere un importante tasso di cre-
scita nel livello del fatturato, accompagnata da
un certo livello di investimenti annuali. E’ la fase
in cui una valutazione con la metodologia
reddituale o finanziaria appare migliore, meglio
se supportata, oltre che dalle
performance
stori-
che, anche da piani aziendali. Nel caso l’impresa
si sia indebitata in modo rilevante, appare inoltre
preferibile l’utilizzo di una logica
asset side
piut-
tosto che
equity side
in modo da rimediare alla
forte incidenza degli oneri finanziari presenti in
conto economico;
-
la fase della maturità è la fase caratteriz-
zata da un buon andamento aziendale, che ha
raggiunto una stabilità nei risultati. In questa fase
sono adottabili sia le metodologie basate sui flus-
si, sia la metodologia mista;
-
la fase del declino accoglie una progres-
siva diminuzione del fatturato e delle
performan-
ce
in generale. Va attentamente valutata l’ado-
zione della metodologia mista, mentre le
metodologie basate sui flussi possono essere
adottate purché si abbiano piani o programmi
aziendali. Se l’impresa è stabilmente in perdita
occorre studiare l’andamento di questi risultati
negativi e verificare se esiste una possibilità di ri-
torno al valore, magari attraverso il lancio di nuovi
prodotti sostitutivi; in questi casi appare preferibile
avvalersi della metodologia mista con determina-
zione autonoma dell’avviamento o, meglio ancora,
della rivalutazione controllata dei cespiti.
Dati disponibili
. Non scandalizzi il fatto che il
perito scelga la metodologia sulla base dei dati a
disposizione. Bisogna farsene una ragione per-
ché il perito che non ha a disposizione certe in-
formazioni indispensabili per l’adozione di una
metodologia particolare non può (e non deve)
applicarla. Un esempio su tutti: se siamo in pre-
senza di PMI in cui il sistema amministrativo non
è affidabile o comunque in cui gli strumenti tipici
della programmazione (budget e piani) non sono
redatti dalla società, è inutile parlare di
metodologia finanziaria.
5.
La scelta del modello valutativo
nel contesto della attuale
congiuntura economica
La crisi a livellomacroeconomico hamesso a dura
prova l’attività di chi si occupa di valutazione
aziendale. In particolare, in questi anni di crisi,
l’utilizzo delle metodologie assolute tradizionali
appare messo in crisi dall’utilizzo delle
metodologie relative, basate sull’utilizzo di mul-
tipli di mercato. Questo perché le valutazioni
espresse dalle metodologie assolute, fondate sui
fondamentali delle imprese, non riflettono affat-
to le valutazioni offerte dal mercato, di gran lun-
ga più contenute.
Questa divergenza di valutazione rispecchia in
realtà la differenza esistente fra valore e prezzo,
fra momento di creazione del valore e momento
di diffusione dello stesso. Sono due concetti ben
differenti e che a volte, specie attualmente, ap-
paiono difficilmente conciliabili.
Un primo suggerimento è quello di
non rinun-
ciare all’applicazione dellemetodologie assolu-
te
per accogliere esclusivamente le indicazioni
date dal mercato attraverso l’utilizzo delle
metodologie relative dei multipli. Ciò in quanto
nel medio-lungo termine, ottica in cui occorre ra-
gionare, il valore aziendale espresso dal mercato
dovrà per forza allinearsi ai valori dei fondamen-
tali dell’impresa. Inoltre, ricordo che la teoria del
Giudizio Integrato di Valutazione, come insegna
il prof. Luigi Guatri, prevede l’
applicazione di più
metodologie
valutative accompagnate da una
buona analisi fondamentale.
Un secondo suggerimento è quello di
non esse-
re troppo prudenti
: la prudenza è un principio
fondamentale, ma se il perito è stato prudente
nella scelta delle varie variabili da inserire nelle
formule valutative (un esempio su tutti: scelta
del
bund
tedesco rispetto al BTP decennale come
riferimento per il
risk free
), non appare corretta
una penalizzazione delle
performance
aziendali
giustificata esclusivamente dall’andamento del-
l’economia (esempi: utilizzo del metodo
patrimoniale o del valore di liquidazione, ossia
del valore ottenibile dalla vendita dei singoli beni
componenti l’azienda, rinunciando alla stima della
componente dell’avviamento). Una verifica del-
l’avviamento, positivo o negativo che sia, va fat-
ta comunque. Se l’impresa sta distruggendo va-
lore, dobbiamo capire se questo fenomeno sarà
momentaneo o duraturo.
Teniamo poi presente il tessuto imprenditoriale
che abbiamo davanti: mancando molto spesso
gli strumenti tipici della pianificazione e non trat-
tandosi di imprese quotate in borsa,
la valutazio-
ne con la metodologia finanziaria e con la
metodologia dei multipli appare rischiosa
. Si
pensi, per le metodologie finanziarie, a quanto
pesa nel dato finale il valore terminale, frutto di
considerazioni soggettive e molto rischiose, spe-
cie di questi tempi.
Meglio dunque, in generale, affidarsi alle
metodologie reddituali e miste, dotate di un buon
impianto teorico e meglio utilizzabili nei contesti
aziendali con cui dobbiamo confrontarci nel
Triveneto.
Ricordo poi che l
ametodologia patrimoniale non
può essere utilizzata senza una verifica della
componente avviamento
(attraverso il metodo
misto oppure avvalendosi della «prova
patrimoniale» volta a verificare se la redditività
aziendale è in linea con il costo del capitale). E
questo anche per le società immobiliari.
Voglio concludere la trattazione tornando su un
concetto generale che valeva anche prima della
crisi, citando il prof. Luigi Guatri: «vi sono …
modelli e formule che rispondono in modo ade-
guato a certi fini (sono con essi coerenti), ma
non ad altri fini (rispetto ai quali sono perciò in-
coerenti).»
5
Ciò significa che, specie per le ope-
razioni straordinarie,
occorre verificare la
ratio
della perizia e da essa comprendere quale
metodologia sia con essa più rispondente
.
Non esiste quindi un metodo migliore da appli-
care in assoluto. Esistono metodologie migliori in
relazione alla singola situazione valutativa che si
ha davanti.
E sarà il perito, con la sua competenza, la sua espe-
rienza (qualitativa più che quantitativa) e il suo
lavoro di analisi ad effettuare questa scelta nel-
l’ottica di un ragionamento economico che deve
avvalersi di più metodologie valutative, anche in
questo delicato momento di congiuntura negati-
va con cui dobbiamo convivere.
SEGUE DA PAGINA 17
Valutazione d'azienda
TEMPOLIBERO
Ottimi risultati dei
tennisti contabili
veneti
Si è svolta a Verona, tra il 5 ed il 9 settembre
scorso, la XXXVI Edizione dei Campionati Italia-
ni di Tennis rivolti ai colleghi commercialisti,
una folta manifestazione che ha visto la parteci-
pazione di dottori e ragionieri provenienti da tut-
ta Italia, molti dei quali presenti nelle classifiche
della Federazione Italiana Tennis.
Ottimi, come di consueto, i risultati raggiunti dai
“tennisti contabili”
veneti.
Innanzitutto le vittorie, con Giorgio Crivellaro
(Rovigo) negli Assoluti singolare maschile
(tennisti con classifica FIT) e con Edda Sebastiano
(Verona) negli Assoluti singolare femminile.
Crivellaro ha sconfitto, con una prestazione ac-
corta, in un match dalle mille insidie, il romano
Massimiliano Gatti, atleta con una classifica FIT
migliore di quella del vincitore.
Semifinalisti due veronesi, Roberto Montone e
Stefano Motta.
Nel Singolare femminile, oltre alla vittoria di
Edda Sebastiano, è da ricordate il terzo posto di
un’altra veronese, Marina Cesari, preceduta dal-
la milanese Michela Haymar D’Ettory; al quarto
posto Gioia Bartolini (Perugia).
Nel Doppio maschile assoluti (tennisti con classi-
fica FIT) il romano Gatti sì è rifatto della sconfit-
ta nella finale del singolo, aggiudicandosi il tito-
lo in coppia con il veronese Aldo Briani, sconfig-
gendo nel march conclusivo la coppia Motta (To-
rino) Colombo (Verona).
Semifinaliste, la coppia tutta rodigina Crivellaro
– Andriotto e il duo formato da Franco Leo (Bari)
e Bruno Meroni (Como).
Nel Singolare maschile amatori (tennisti non clas-
sificati FIT) nel derby del sud, ha avuto la meglio
il brindisino Carlo Tarantino su Angelo
Cammalleri (Caltanisetta).
I veneti Michele Tognon e Davide Soardo, vero-
nesi entrambi, hanno dovuto cedere le armi in
semifinale.
Nel Doppio maschile veterani, dove i rodigini
Crivellaro – Andriotto non hanno potuto difende-
re per questioni regolamentari il titolo vinto nel
2011, la vittoria è andata alla coppia formata da
Luciano Paradisi (Bologna) e Sergio Costa Dante
(Genova) che hanno sconfitto il duo Tarantino
(Brindisi) Tognon (Verona).
Nel Singolare maschile veterani, vittoria del vero-
nese Marco Colombo, che ha superato in finale il
barese Franco Leo, già semifinalista del doppio FIT.
Semifinalisti Piero Ribaudo (Caltanisetta) ed
Emiliano Perlasca (Como).
Per finire il Doppio misto, vinto dalla coppia tutta
veronese formata da Edda Sebastiano, che ha così
bissato la vittoria nel singolare, e Luca Colombo,
che si è così rifatto della sconfitta nel doppio ma-
schile FIT.
E la mente vola già all’appuntamento del prossi-
mo anno…
XXXVI Campionati Italiani di Tennis
per Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
Filippo Carlin
Ordine di Rovigo