Page 15 - CV

Basic HTML Version

NUMERO 207 - MAGGIO / GIUGNO 2012
15
Valutazione d'azienda
ECONOMIA AZIENDALE
ANDREACECCHETTO
Ordine di Vicenza
IL COMMERCIALISTA VENETO
SEGUE A PAGINA 16
1.
Premessa
E’ noto come l’
attribuzione
di un
valore
a
com-
plessi aziendali
sia esercizio alquanto comples-
so e impegnativo.
Complesso
perché non si tratta di applicare mec-
canicamente un modello valutativo con la relati-
va formula matematica. Occorre, infatti:
-
in un primo momento occuparsi della fase
che il prof. Luigi Guatri definisce nei propri testi
«analisi fondamentale»
. Si tratta di studiare il
settore in cui l’impresa opera con le relative dina-
miche, «leggere» i bilanci e i piani programmatici
dell’impresa, comprendere l’ope-
rato del
management
con le relati-
ve scelte strategiche e il
posizionamento competitivo adot-
tato, conoscere il modello di
business
e identificare i
key men.
In altre parole, occorre prima di tut-
to conoscere ciò che si valuta. Può
sembrare un fatto apparentemen-
te semplice e scontato, ma che
nella realtà è una fase piuttosto
sottovalutata dai professionisti,
che troppe volte pensano di co-
noscere la realtà aziendale da va-
lutare per il solo fatto di provve-
dere alla tenuta della contabilità o
comunque per aver analizzato i bi-
lanci degli ultimi 3-5 anni;
-
in secondo luogo, il perito
dovrà cercare di
individuare i
value drivers
, ossia quelle leve
che sono la fonte della creazione
della ricchezza aziendale, per poi
scegliere i mo-
delli valutativi
più adatti a cogliere questo pro-
cesso con le relative formule matematiche. E’ una
fase delicata, che tratteremo nel prosieguo del
presente elaborato;
-
da ultimo, si passerà alla
stesura della
relazione di stima
, nella quale il perito dovrà dare
un resoconto convincente del suo giudizio
valutativo, cioè ordinato, documentato e com-
prensibile. L’obiettivo è di mettere nelle condi-
zioni il lettore di comprendere e condividere le
scelte compiute, che in ambito valutativo sono
molto numerose: dalla individuazione di
metodologie valutative e formulematematiche alla
scelta dei tassi e dell’orizzonte temporale di rife-
rimento. La stesura è tutt’altro che banale, in
quanto dal modo in cui il perito offre spiegazione
delle scelte compiute può dipendere una possi-
bile responsabilità futura. Anche questa fase è
spesso sottovalutata: basti pensare solo alle
modalità con cui viene comunemente redatta la
lettera di incarico: non si prevedono le tempistiche
dell’incarico, oppure non si precisa la collabora-
zione che l’imprenditore dovrà fornire al perito
(messa a disposizione di documentazione e di
personale amministrativo). Peggio, non si preve-
La scelta dei criteri
de nemmeno il compenso inmaniera chiara prima
dell’inizio dell’incarico.
Infine, il processo valutativo è
impegnativo
per
chi si accinge a farlo. Ciò significa che occorre
molto impegno in termini quantitativi ma anche e
soprattutto in termini qualitativi. Su quest’ulti-
mo aspetto bisogna infatti che il professionista
abbia le competenze che un simile incarico ri-
chiede: non è sufficiente una lettura veloce di
uno qualunque dei testi di riferimento per poi
andare a redigere una perizia nell’arco di pochi
giorni. Si rischierebbe di fare un lavoro che po-
trebbe essere fonte di pesanti future responsabi-
lità o comunque un lavoro non all’altezza della
nostra categoria professionale. Il prof. Luigi
Guatri e il prof. Mauro Bini, nel loro Trattato
1
,
precisano come la valutazione delle aziende esi-
ga una «
competenza composita
» che verte su
una molteplicità di aspetti:
-
area contabilità e controllo;
-
area finanza;
-
area marketing;
-
area organizzativa;
-
area tecnologica;
-
area strategica;
-
area matematico-quantitativa;
cui ovviamente affiancare un
costante aggiorna-
mento
ai mutevoli orientamenti della migliore
dottrina e del mondo professionale. Nonostante
infatti ciò che si può comunemente credere, an-
che in questo ambito, la stabilità del quadro di
riferimento è continuamente rivista dagli studi in
materia, continuamente sollecitati dalle esigenze
del mondo attuale, dominato dal paradigma della
complessità, della turbolenza e purtroppo, dalla
crisi macroeconomica che sta caratterizzando
questi anni.
Nel presente lavoro si affronterà l’argomento
della scelta del modello valutativo dando per
assodata la conoscenza delle principali
metodologie valutative riconosciute e accettate
dalla migliore dottrina e dalla prassi.
2.
I due presupposti dell’esistenza e della
continuità del complesso aziendale
Subito dopo la fase dell’analisi fondamentale e
prima di procedere alla scelta del
modello valutativo, il perito do-
vrebbe chiedersi se sussistono
due aspetti:
reale esistenza di un
complesso aziendale
e presuppo-
sto della continuità gestionale.
Quanto al primo aspetto, troppo
spesso il perito si trova a valutare
un ramo di azienda che, in realtà,
«nasconde» solamente un aggre-
gato di beni che non ha caratteri-
stiche tali per essere idoneo, an-
che solo potenzialmente, all’eser-
cizio di un’attività di impresa. Al-
tre volte a mancare è quell’auto-
nomia tecnico funzionale, espres-
sione di un’autonoma capacità di
creazione del valore, indispensa-
bile per poter parlare di ramo
aziendale: l’autonomia può esse-
re compromessa da una rilevante
dipendenza strutturale dall’impre-
sa cedente, per esempio qualora i macchinari uti-
lizzati con il ramo aziendale siano di proprietà
della cedente che li ha concessi in utilizzo, oppu-
re, altre volte, da una dipendenza finanziaria del-
la cessionaria: si pensi alla cessionaria che si tro-
va a poter svolgere la propria attività solo grazie
a finanziamenti bancari concessi per effetto di
garanzie rilasciate dalla cedente. Questi fattori di
dipendenza dalla cedente devono chiaramente
essere bene analizzati congiuntamente, poiché
ben potrebbe essere che, pur in presenza di un
elemento di dipendenza dalla casa madre (pen-
siamo per esempio alla sopra citata dipendenza
strutturale), il ramo goda comunque di una auto-
nomia tale da poter concludere che il processo di
creazione di valore è autonomo rispetto a quello
della cedente.
Sul secondo aspetto, il
presupposto della conti-
nuità aziendale
, occorrerà soffermarsi maggior-
mente in quanto è argomento quanto mai attuale
e pertinente con il tema del presente lavoro.
Il contesto macroeconomico attuale di crisi ha
infatti spinto molte imprese, appartenenti un po’
a tutti i settori, a situazioni di difficoltà, con im-
1
Si veda al riguardo Guatri L.– Bini M.,
Nuovo trattato sulla valutazione delle aziende
, Egea, Milano, 2009.