Page 18 - CV_203

Basic HTML Version

18
NUMERO 205 - GENNAIO / FEBBRAIO 2012
IL COMMERCIALISTA VENETO
profonda revisione delle procedure operative e del si-
stema dei controlli interni. Al contrario, si osservano i
seguenti punti di criticità, nella definizione di riciclaggio,
nella richiesta di svelamento del titolare effettivo, nella
individuazione delle operazioni da monitorare in ordi-
ne ad un approccio basato sul rischio e al loro valore
nominale in modo tale da determinare un
deficit
normativo
allorché vi siano una quantità di informa-
zioni prive di qualsivoglia criterio di selezione e di clas-
sificazione così da intralciare il funzionamento del si-
stema antiriciclaggio
4
.
La realtà è che per la clientela già acquisita e con la quale
si opera da anni il rischio di riciclaggio è davvero ridotto
al minimo. In altre parole mentre noi ci adoperavamo
nella lotta al riciclaggio, il resto del mondo costruiva le
aziende del futuro come quelle che possiamo ammirare.
Sul punto è chiarificatore il comportamento tenuto da
altri paesi che avevano recepito la III Direttiva europea,
ovvero ugualmente aderenti al GAFI: ci si riferisce in
particolare alla Spagna, nazione che pur avendo proble-
mi di riciclaggio analoghi all'Italia (organizzazione terro-
ristica ETA e criminalità organizzata analoga a quella
italiana anche solo per il traffico degli stupefacenti tra
Marocco, Spagna e Paesi Latino-americani) adottò una
normativa antiriciclaggio snella così come negli Stati
Uniti ci si riferisce allo scandalo
Wachovia
che si conclu-
se con una semplice multa nonostante la banca fosse
stata accusata di non aver applicato le norme sul
riciclaggio per
378,4 miliardi di dollari
."
Conclusioni
"Allora, Antonio, vogliamo trarre le file di questa intermi-
nabile puntata e svelare quel sasso che all'inizio avevi
gettato nello stagno: vuoi dirci cos'è il lato oscuro
dell'antiriciclaggio? O era solo una tua provocazione?"
"La risposta è tanto sì e tanto no allo stesso tempo. La
risposta è no in quanto non possiamo considerare come
lato oscuro dell'antiriclaggio..."
"Antonio forse pensavi alla guerra al contante?"
"No Marco, questi sono i
rumors
che giravano a quei
tempi. La realtà è che per le banche contante o bonifici
non è che cambiasse molto visti i costi che necessitava-
no per adeguarsi a detta normativa, che, come hai visto
parzialmente, era molto pesante."
"... forse per arrestare i criminali o i riciclatori?"
"No Marco, anche in questo caso sei fuori strada: come
già detto ai criminali la normativa non si applicava, cosí
come ai riciclatori, anche se per l'auto-riciclaggio, reato
che in alcuni paesi non esisteva (tra i quali ad esempio
l'Italia) bisogna fare una precisazione. Vedi tra il
riciclaggio e l'auto-riciclaggio corre la stessa differenza
che vi è tra gli evasori fiscali per forza e gli evasori
totali. I primi li conosci e in Italia erano perseguiti da
Equitalia, i secondi invece erano invisibili e la facevano
sempre franca. Sul punto è importante ricordarsi sem-
pre del momento storico in cui si viveva: si cercava
disperatamente una via d'uscita da leggere sui titoli dei
giornali ma non c'era un piano d'azione per il dopo. E'
così semplice da capire, o no?"
"Antonio, facciamo
brainstorming
: con gli obblighi
anticiclaggio che si sommavano a quelli del monitoraggio
valutario possiamo dire che si voleva impedire il
completamento della libera circolazione dei capitali all'in-
terno dell UE ovvero un sabotaggio dell'Unione stessa?"
"No Marco, sei fuori strada. Di fatto si pensava già a
un'armonizzazione completa dei sistemi fiscali parten-
do prima dalla nomina di un ministro delle finanze e poi
di un cancelliere (come poi è successo). La realtà è che
il lato oscuro della normativa antiriciclaggio era il suo
concepimento, non per una lotta al riciclaggio ma come
un salvavita..."
ALERT ALERT ALERT ALERT
BANCA D'ITALIA BANCA D'ITALIA
SITO IN MANUTENZIONE.
Sogno strano, ma veramente strano, quasi un incubo.
Speriamo non accada più!
L'incubo
SEGUE DA PAGINA 17
IL LIBRO
F
inalmente un libro che vale la pena di leggere.
Soldi sporchi
, sottotitolo
Come le mafie riciclano miliardi e inquinano l’economia mon-
diale
, un libro che ci pone una domanda importante, dove ognuno di noi la vede a modo
proprio e alla quale noi tutti diamo una risposta (il suggerimento del sottotitolo è fin troppo
evidente), fino a quando un incontro con gli autori ci svela in realtà il lato oscuro che non possia-
mo immaginare
1
.
Ma andiamo con ordine. Gli autori non hanno bisogno di presentazione, i loro curricula parlano da soli:
Pietro Grasso
, palermitano, magistrato dal 1969, da sempre impegnato nella lotta alla mafia, è
procuratore nazionale antimafia dal 2005;
Enrico Bellavia
, palermitano, giornalista di “Repubblica”, si occupa da sempre di cronaca giudiziaria
ed è autore di numerosi libri sulla Mafia e le altre mafie e i loro uomini d’onore.
Il libro scritto a quattro mani, seppur apparentemente rivolto ai tecnici, parlando dell’eterna lotta
tra il male (metodologie del riciclaggio) e il bene (metodologie della lotta al riciclaggio) e fotogra-
fando l’enorme problema dell’inquinamento dell’economia mondiale, seppur in una versione di-
vulgativa, si legge piacevolmente scendendo solo negli ultimi capitoli negli aspetti tecnici.
Dalla lettura apparentemente semplice, l’argomento affrontato nasconde in sé una serie di
problematiche che caratterizza questa contesa contro questi SACERDOTI DEI SOLDI SPORCHI.
Gli autori, nel lanciare un forte campanello d’allarme come si ricava dalla durezza dei numeri ripor-
tati
2
, ricostruiscono come nel tempo si sia trasformata l’attività di riciclaggio:
si è passati dallo spallone alle banche d’affari ed ai colletti bianchi, si è imboccata l’autostrada delle
scommesse sportive e dei
money transfer
fino a prepararsi al lancio di nuovi circuiti bancari
informali o paralleli, stante la crisi economica in atto.
Il messaggio è chiaro e nonostante che in Italia vi sia una normativa repressiva basata sempre di
più sulla
collaborazione forzata
degli intermediari finanziari e dei professionisti (avvocati e com-
mercialisti in prima linea), “
nel complesso un intero sistema di vigilanza ha rivelato le proprie
falle
3
”, mostrando nel contempo risultati non adeguati all’impianto normativo posto in essere
4
.
Aspetti questi che inducono gli autori a delle riflessioni finali giungendo ad accomunare il riciclaggio
di soldi sporchi con l’evasione fiscale completando così i numeri inizialmente forniti nella prima
parte del libro e richiedendo un inasprimento ulteriore delle norme di vigilanza ed una modificazio-
ne ulteriore della normativa di riferimento
5
.
Va da sé, che da questi autogol sorgono spontanei degli interrogativi e paure, soprattutto sulla
risposta data dall’ordinamento cosicché con libero pensiero intendo fare qualche annotazione di
contorno. Siamo tutti d’accordo come sia giusto combattere il riciclaggio di SOLDI SPORCHI,
siamo altresì tutti d’accordo come sia debba individuare il giusto metodo.
Infatti, si parla di normativa antiriciclaggio ma questa viene percepita dalla società civile come
nuova tassa al pari di altri adempimenti inmateria contabile e fiscale quali ad esempio gli adempimenti
per la PRIVACY, il disbrigo delle pratiche fiscali, della trasmissione telematica, del calcolo dello
spesometro o del redditometro fino ad arrivare alle istanze in autotutela o al contenzioso tributario.
E’ vero che il riciclaggio di soldi sporchi è un reato “importante”, è vero altresì che parliamo sempre
di un reato di serie B (il riciclaggio è un reato il cui oggetto deriva da un altro reato, il cosiddetto
reato presupposto quale a titolo esemplificativo la commissione di un’ipotesi delittuosa), ed è
quindi giusto ricordarsi di perseguire
in primis
i reati di serie A.
Volendo quindi trarre le fila del discorso, la soluzione è ovvia e scatu
risce de plano
dalle osserva-
zioni in precedenza svolte ovvero la normativa antiriciclaggio nasce in Italia nel lontano 1991,
quale normativa snella di supporto al reato principale
6
e a parere dello scrivente,
anche al fine di
evitare dialoghi tra sordi
, è a quei principi che bisogna ritornare.
In effetti il rischio di farsi prendere la mano in queste situazioni è molto forte, così forte da non
vedere il
peccato originale
in questa normativa nazionale ed internazionale che è quello che in
matematica si chiama
cambio di variabile
ed è quello che sta succedendo proprio ora, in questa
crisi, con la risposta semplice ed immediata della finanza del crimine: il riciclaggio del denaro
sporco è traslocato dove non ci sono controlli
7
, anche se per ora sono traslocati solo i soldi.
SOLDI SPORCHI,
di Pietro Grasso e Enrico Bellavia
1
Radio 24 – Nove in punto
, la versione di Oscar del 19 dicembre 2011.
2
Con un fatturato di 150 miliardi di euro la holding del riciclaggio è la prima azienda del Paese, davanti a un colosso
come ENI. La massa dei capitali sporchi stacca quasi di un terzo il primo polo bancario nazionale, UNICREDIT
ed è tre volte più grande di un’azienda di credito come Intesa San Paolo.
3
Pag. 311 del libro.
4
Infatti, come con onestà intellettuale confessato dagli autori, il sistema poggia su una limitazione alla circolazione del
denaro contante, che a parere dello scrivente non ha pari nei G8, e sulle cosiddette SOS (segnalazioni di operazioni
sospette), che come viene insegnato nei corsi formativi qualcuno trasforma in segnalazioni di dispetto
quando il cliente non paga o cambia intermediario o professionista. Da ultimo e a titolo esempliticativo dell’inadegua-
tezza dell’impianto normativo in essere, in media trascorrono 3 mesi dall’operazione sulla quale scatta il campanello
d’allarme al momento in cui la nota arriva all’UIF – UNITÀ DI INFORMAZIONE FINANZIARIA (p. 16).
5
Questo concetto è stato ribadito più volte nella narrativa del libro e nell’incontro con gli autori di cui alla nota 1.
6
Per completezza espositiva, detta normativa venne emanata in un Parlamento sotto assedio essendo tutti i
parlamentari in scadenza per lo scandalo che passò alla storia come “Tangentopoli”. Tale normativa è stata da
sempre considerata quale riferimento delle successive normative comunitarie e/o internazionali.
7
Le vie segrete del denaro nell’era dell’economia globale
di G. Palumbo, edito da Centro Universitario di Studi
Strategici e Internazionali - pag. 131.
4
2008 – Banca d’Italia – Quaderni pag. 123
A.R.