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NUMERO 205 - GENNAIO / FEBBRAIO 2012
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IL COMMERCIALISTA VENETO
guente minor deduzione di quote annuali di am-
mortamento in base alla durata del processo d’am-
mortamento secondo i coefficienti ministeriali
previsti;
b)
iscrizione del costo di acquisto del bene
strumentale
ammortizzabile al lordo del contri-
buto e rilevazione tra i risconti passivi
della quota
parte del contributo in conto impianti non di com-
petenza in misura corrispondente alle quote di
ammortamento di competenza di ciascun eserci-
zio (con la stessa percentuale utilizzata per l’am-
mortamento del cespite cui esso si riferisce).
Per quanto concerne il trattamento IVA i contri-
buti in conto impianti non sono assoggettabili
ad imposizione se versati a fondo perduto per
finalità di carattere generale, senza che vi sia al-
cuna specifica connessione a prestazioni di ser-
vizi o a cessioni di beni.
Contributo in c/impianti
per valorizzazione economica di brevetti
Alla conclusione del presente contributo, si ri-
porta una breve esemplificazione pratica; in par-
ticolare, si ipotizzi che una S.r.l., denominata Beta,
si avvalga di un contributo in conto impianti per
la valorizzazione economica di un brevetto, con-
cesso dal Ministero dello Sviluppo Economico.
In particolare il contributo è finalizzato all’acqui-
sto di servizi relativi alla progettazione del proto-
tipo e alla successiva ideazione del brevetto, con
1
Per un esame ulteriore delle problematiche connesse alla valutazione economica dei brevetti e delle risorse
intangibili mi sia consentito citare il seguente libro:
Il bilancio del capitale intellettuale: gestione, valutazione e
misurazione
, di M. Orlandi, Collana “Azienda Moderna”, Franco Angeli Editore – Milano (2012).
Contributi in conto impianti
su brevetti
SEGUE DA PAGINA 10
Brevetto ideato e completato
nell’esercizio 2011:
-
Costodi acquistodi servizi (compre-
so oneri accessori di acquisto):
euro 25.000 + IVA 21%
(detraibile);
-
Aliquota di ammortamento
civilistica: 20% (in 5 quote costanti an-
nuali);
-
L’ammortamento fiscale è uguale
a quello civilistico, in quanto, in base
all’art. 109, comma 4, del TUIR, non può
superare l’importo iscritto o imputato a
conto economico (in conformità al princi-
pio di derivazione del reddito imponibile
dalle risultanze di bilancio o di non inter-
ferenza tra normativa civilistica e tributa-
ria);
-
Contributo in c/impianti erogato a
fondo perduto dal Ministero: euro 20.000
(cioè pari ad euro 25.000 x 80% = Euro
20.000).
L
’articolo 14, comma 1
, del D.Lgs. 23/2011
stabilisce l’indeducibilità dell’IMU dalle im-
poste erariali sui redditi e dall’IRAP. Logica
prosecuzione di quanto a suo tempo fatto con l’ICI,
insostenibile prevaricazione di uno Stato che dentro di
sé è incapace di guardare.
Non ditemi che ho ragione, e soprattutto non pensate-
lo, lo so da solo. Con quanto sto per dirvi vorrei solo
che finalmente, per una volta, dessimo un segnale di
essere vivi. E non dei morti scriventi, dei
walking dead
della telematica.
L’IMU scatenerà una rivoluzione, spero di piazza, di
sicuro di accertamenti. Perché ritengo che molti, vera-
mente molti, non la pagheranno. Fra l’altro, oltre ad
essere superiore all’ICI anche di 2, 3 volte, la si deve
pagare nello stesso modo, due rate. Almeno avessero
previsto che quella di giugno si potesse rateizzare
modello IRES e IRPEF. Ma questo è buon senso,
rispetto del cittadino, semplici istituti di cui non si
conosce l’esistenza, meno che meno l’uso. Quindi, ci
troveremo di fronte ad un muro, e dato che parliamo di
immobili non potrebbe essere diversamente.
E noi commercialisti….cosa facciamo? Oltre a fare i
conti, s’intende! E a dire che c’è una norma che preve-
de l’indeducibilità, quindi…questo è il conto…non so
cosa dirle!? Se per una volta facessimo qualcosa di
veramente innovativo, diverso, un po’ sopra le
righe….o è una ipotesi farneticante? Quale ipotesi?
Questa. Portiamo l’Italia, il suo governo, di fronte alla
corte di giustizia UE per lesione dell’art 53 della Co-
stituzione. La capacità contributiva dei cittadini italia-
ni è lesa dal fatto che con il poco reddito che ci rimane
dopo aver pagato l’IRPEF, l’IRES e l’IRAP, e altri
tributi locali, dobbiamo dare allo stato anche l’IMU,
non deducendola dalle altre imposte, quindi, di fatto,
con una doppia imposizione. Che per il 50% va allo
Stato stesso, e poi ai comuni. Quindi , dato che stiamo
parlando di una imposta che rappresenta un costo ine-
rente per chi come noi ha un ufficio, per una azienda che
ha un capannone, per un privato cittadino che ha inve-
stito nell’immobiliare, è sacrosanto che l’IMU venga
dedotta dai redditi professionali, d’impresa, o persona-
li. Altrimenti faremmo meglio tutti a svolgere le nostre
attività sotto una tenda della protezione civile.
Facciamo una azione come questa, pubblicizziamola,
denunciamo poi eventuali “prese di posizione” nei
nostri confronti e dei contribuenti dettate solo da sen-
so di prevaricazione. Battiamoci per rendere deducibile
l’IMU!! E’ civiltà fiscale, non è rivolta. Non possia-
mo sempre e comunque accettare supinamente che
norme ingiuste, incoerenti, lesive del diritto di essere
un cittadino, vengano applicate per un presunto su-
periore interesse generale….di cassa. Perché è di que-
sto che si tratta, solo di questo.
Non accetto l’obiezione che le casse dello Stato non lo
permettono! Leggete Stella e Rizzo, quasi
quotidianamente…..e capirete perché non è più accet-
tabile. Leggo che l’ICI valeva circa 13 miliardi di euro.
Anche rendendola deducibile da un’imposta al 40%,
che è elevata, il minor gettito complessivo sarebbe di
circa 5 miliardi di euro.
Quanti soldi sono stati buttati nel Ponte sullo stretto?
Quanti nella sanità? Quanti nel finanziamento pubbli-
co ai partiti? Quanti in una qualunque attività pubbli-
ca con il solo intento di giustificarne l’esistenza? Smet-
tiamola di parlare solo di mediazione, revisione, colle-
gi, o di scrivere articoli “politically correct” per non
disturbare chi decide, dando l’impressione a chi lavora
di fare qualcosa….. Facciamo qualcosa che ci renda
degni di poter dire che abbiamo veramente aiutato il
Paese a cambiare. E che tutti i gattopardi che si annida-
no fra le nostre fila, per cortesia, vadano in pensione!
PS:
ho 55 anni, sono italiano, sono amareggiato, di-
silluso e conscio ormai del fatto che nella mia vita
sono stato preso in giro da una classe dirigente inca-
pace che ho silentemente accettato; se potessi, smette-
rei domani. Ma prima ….diamo la sveglia ai giovani.
Franco Barin
Ordine di Vicenza
IMU
:
I
mposta
M
olto
U
rticante
LANOTA
Anni o Esercizi
di riferimento
Ammortamento
civilistico
(su costo storico, al
lordo del contributo
in c/impianti:
€. 25.000)
Ammortamento fiscale
del brevetto
(la deduzione non può
superare
l’ammortamento
civilistico)
Contributo in
c/impianti su
brevetto
(competenza
civilistica)
Contributo in
c/impianti su
brevetto
(rilevanza o
competenza
fiscale)
2011
2012
2013
2014
2015
5.000
5.000
5.000
5.000
5.000
5.000
5.000
5.000
5.000
5.000
4.000
4.000
4.000
4.000
4.000
4.000
4.000
4.000
4.000
4.000
Totale
€. 25.000,00
€. 25.000,00
€. 20.000,00
€. 20.000,00
Beta S.r.l. decide di optare per il piano di ammor-
tamento del brevetto, con iscrizione del
contri-
buto in c/impianti come ricavodifferito,median-
te la tecnica di rilevazione dei risconti passivi:
Il contributo in c/impianti assume rilevanza ai fini tributari nella stessa percentuale di incidenza
dell’ammortamento civilistico e fiscale (pari al 20%).
A livello contabile le scritture a libro giornale, nel caso di specie, sono le seguenti (nell’es. 2011):
-
Contabilizzazione come ricavo differito
(tecnica dei risconti passivi):
Alla data di ottenimento del contributo a seguito di delibera di approvazione o concessione da parte
del Ministero dello sviluppo economico:
Crediti v/enti pubblici a Contributi in conto impianti
20.000
Al momento dell’incasso del contributo in c/impianti:
Banca x c/c
a Crediti v/enti pubblici
20.000
Alla data di chiusura dell’esercizio (31/12/2011) si dovrà rinviare ai futuri esercizi la quota del contri-
buto in c/impianti non di competenza dello stesso esercizio in base alla vita utile del brevetto
1
:
Contributi in c/ impianti a Risconti passivi
16.000
test di produzione; il contributo in esame è pari
all’80% dei costi ammissibili in base ad apposita
domanda da presentare al Ministero, con un im-
porto massimo erogabile pari ad Euro 70.000.