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NUMERO 203/204 - SETTEMBRE / DICEMBRE 2011
IL COMMERCIALISTA VENETO
CONTROLLO DI GESTIONE
A
nche le imprese medio piccole posso-
no dotarsi di un sistema in grado di
allertare il decisore, sia esso l’impren-
ditore o il dirigente, su come l’attività
si sta evolvendo. Il presupposto fondamentale
di ogni sistema di controllo è che il decisore viva
la dinamica delle vicissitudini sia interne che di
mercato in modo attivo e partecipe, e che quindi
abbia acquisito una particolare sensibilità nel co-
gliere quei deboli segnali che potrebbero avere
influenza sul proprio comportamento. Questo
perché ogni espressione o stima pensata per co-
gliere e rappresentare la dinamica aziendale non
daràmai risultati od indicazioni tempestive e com-
plete non essendo in grado di disegnare in modo
totale le relazioni poste in essere nel tempo e
nello spazio. Con questa premessa e consapevo-
lezza, si può affermare che i sistemi di controllo
che l’imprenditore ha adottato per sorvegliare la
propria attività ed ogni loro modifica o migliora-
mento vero o presunto, sarà imperfetto. Ciò non
significa che non siano utili, ma che i loro risulta-
ti vanno interpretati, valutati, tarati e controllati
periodicamente in tempi sempre più stretti per
verificare che i propri intendimenti o speranze
espresse
ex ante
poi abbiano sortito conferma
nei risultati
ex post
. Con la tempestività nel con-
trollo, gli eventuali errori gestionali non avranno
tempo sufficiente ad esprimere appieno il loro
effetto negativo se verrà rilevata tempestiva-
mente l’anomalia ed individuate e poste in esse-
re le azioni correttive appropriate. Anche i siste-
mi di rilevazione quantitativi od a valore come la
contabilità generale, analitica, industriale o gli
indici di gestione o monitoraggio delle vendite,
acquisti, finanza o di produzione presentano que-
sti limiti. Limiti che possono essere attenuati tan-
to più risulta essere affidabile il dato utilizzato, la
tempestività di intervento e la sensibilità del let-
tore. Tali metodi di rilevazione, contabili o stati-
stici, hanno il pregio di visualizzare in modo sin-
tetico ed immediato i risultati attesi o conseguiti
e gli elementi in giuoco a differenza di altri metodi
che utilizzano invece indagini sociologiche od
organizzative in cui i risultati attesi o conseguiti
non possono essere esplicitati se non con il lin-
guaggio della parola. Il pregio del linguaggio ma-
tematico è la sua immediatezza e comprensione
per colui che sia in grado di leggerlo, oltre che
nel risultato, nelle relazioni che legano tra loro le
diverse grandezze esprimenti la realtà dalla quale
provengono. Si pensi ad una formula ben cono-
sciuta a tutti gli imprenditori quale quella del
risultato economico che lega tra loro i costi ed i
ricavi fornendo una grandezza come l’utile o il
reddito. Non entrando nella disquisizione tra red-
dito, utile, aspetti matematici o ragioneristici, ciò
che interessa mettere in evidenza, che pur nella
sua semplicità, tale formula è l’espressione di
una convenzione ed interpretazione della realtà.,
se non per il solo fatto di utilizzare, tra i costi, dati
stimati quali gli ammortamenti e gli accantona-
menti. Quindi, solo colui che conosce la realtà
nei particolari può dare la lettura autentica del
risultato valutando la sua attendibilità nel con-
testo e nelle finalità per le quali è stato ottenuto.
Per un utilizzo gestionale, prendono significato
più dei risultati in se stessi, le relazioni tra le varie
grandezze perché possono esprimere performan-
ce quale il risultato delle azioni decisionali; rela-
zioni evidenziate dalle espressioni matematiche.
Dai numeri alla sorveglianza
sulla gestione nelle PMI / Un libro
DONATO BENEDINI*
Ordine di Verona
Nell’accezione più semplice
al variare dei costi o dei ricavi varia l’utile. Da
questo collegamento ne consegue che l’impren-
ditore può stimare l’impatto di un aumento dei
costi ( perché ha intenzione ad esempio di assu-
mere del personale) sull’utile finale, a parità delle
altre condizioni, in modo da stimare di quanto
diminuirà l’utile atteso. L’azione terminerà a con-
suntivo con la verifica della stima e quindi con
l’analisi del risultato che, se peggiorativo, obbli-
gherà il decisore a valutare azioni correttive che
saranno tanto più efficaci quanto più l’analisi sia
stata tempestiva. Questo esemplificazione non
deve indurre a pensare che il problema sia banale
perché i dati economici esprimenti la formula sono
il risultato di tutta l’organizzazione interna
aziendale e trovano nell’espressione matemati-
ca il loro punto di sintesi. Organizzazione intesa
come l’insieme di tutte le decisioni aziendali e le
risorse disponibili per fronteggiare il mercato.
Oltre al mercato in cui opera l’impresa, è nell’or-
ganizzazione interna in cui si ricercano quegli
interventi in grado di ridurre i costi e di
massimizzare i ricavi che, se appropriati ed ope-
rativi, agiscono sui risultati indirizzando l’azien-
da all’obbiettivo voluto. Più si scende nel detta-
glio più si possono individuare variabili e rela-
zioni in grado di sintetizzare l’andamento di parti
della propria organizzazione. Ne è l’esempio la
relazione che esiste tra i costi ed i ricavi che
possono variare o meno alla variazione di que-
st’ultima grandezza. Determinati costi sono so-
stenuti indipendentemente dall’ottenimento dei
ricavi, viceversa altri costi sono in diretta corre-
lazione con ciò che si vende. Si pensi all’affitto
di un capannone, che deve essere pagato indi-
pendentemente all’andamento delle vendite. Si
pensi al costo delle materie prime che invece è
sostenuto perché si vende. I costi, che non han-
no alcuna relazione con l’attività principale del-
l’azienda, sono chiamati costi fissi mentre gli
altri variabili. Ecco che anche queste relazioni
possono essere rappresentate in modo matema-
tico attraverso un algoritmo che sintetizza il loro
andamento relazionale con un indice percentua-
le che considera come base il ricavo.
La percentuale che esprime la relazione del co-
sto variabile con il ricavo in un determinato istan-
te viene chiamata “incidenza dei costi variabili
sui ricavi”.
Trovata e resa attendibile tale percentuale, un
imprenditore sarà poi in grado di valutare la per-
formance attesa di una variazione di prezzo sul
risultato finale conteggiando la variazione della
percentuale come ad esempio nel momento in cui
si trova a decidere l’acquisto di materia prima più
costosa che, a parità di prezzo di vendita, aumen-
terà “l’incidenza dei costi variabili” sui ricavi.
All’imprenditore si porrà il problema di valutare
quanto dovranno aumentare i ricavi perché il ri-
sultato finale non cambi; quanto dovrà aumen-
tare il prezzo di vendita per far si che l’incidenza
e l’utile non cambi e se il mercato sia in grado di
recepire tale aumento. Con un ragionamento in-
crementale che considera solo le variazioni
aggiuntive, la risposta alla prima domanda po-
trebbe essere ottenuta impostando un’equazio-
ne ad una sola incognita dove l’elemento sco-
nosciuto saranno i ricavi .
In una realtà imprenditoriale equazioni di tal tipo
se ne possono impostare diverse e la loro effica-
cia ed utilità dipenderà dall’attendibilità del dato
e dalla capacità di manipolare e gestire il linguag-
gio dei numeri risolvendo equazioni semplici li-
neari e di primo grado con una logica incremen-
tale e non. Equazioni più complesse non sorti-
rebbero alcuna maggiore efficacia perché il siste-
ma non si poggia sulla complessità ma nella veri-
fica continua del risultato atteso. Ogni imprendi-
tore dovrà trovare il suo sistema di relazioni im-
pratichendosi nell’utilizzo del linguaggio mate-
matico. Ognuno dovrà trovare per la propria im-
presa, il proprio sistema che sia in grado di espri-
mere concettualmente ed in modo sintetico la di-
namica del proprio business in modo tale che si
possano vedere subito i risultati al variare del-
l’elemento oggetto di decisione per poi verifica-
re se il sistema abbia retto all’analisi dei fatti .
RICAVI 
100 
‐Costi variabili 
‐Costi fissi 
‐ 
‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐ 
‐ 
Utile 
‐ 
Incidenza dei costi variabili sui ricavi=
costi variabili
x 100
ricavi
Incidenza dei costi variabili sui ricavi =
Maggiori costi variabili da sostenere x 100
x
* Autore del libro
Dai numeri alla sorveglianza sulla
gestione nelle piccole e medie imprese
(Qui Edit 2009)