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NUMERO 202 - LUGLIO / AGOSTO 2011
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Ristrutturazioni finanziarie e sistema
bancario: criticità e problemi
ECONOMIA E FINANZA AZIENDALE
IL COMMERCIALISTA VENETO
GIANFRANCO PERACIN*
Ordine di Padova
L
a successione generazionale in azienda
e, più in generale, le
sistemazioni familiari che coinvolgono l’impresa, sono stati og-
getto in tempi recenti di ampi dibattiti focalizzati sui diversi aspetti
che caratterizzano questi fenomeni. Si è discusso
delle implicazioni sociali e psicologiche con riguardo ai sog-
getti coinvolti, degli strumenti tecnici disponibili per realiz-
zare in modo efficiente gli obiettivi divisionali, tenuto conto
delle problematiche civilistiche e fiscali, nonché degli im-
patti economici e finanziari nella gestione dell’azienda og-
getto di assegnazione e/o di riorganizzazione.
I significativi cambiamenti dell’economia e della finanza
mondiale a partire dal 2008 hanno però influenzato
molte delle variabili che normalmente connotano i
processi di ristrutturazione societaria e quindi an-
che quelli finalizzati alle sistemazioni familiari. In
particolare un nuovo elemento si è aggiunto con-
dizionando in modo determinante le scelte e pro-
vocando una accelerazione dei processi di suc-
cessione generazionale, così come di divisione
nelle imprese gestite da più rami della medesima
famiglia: l’incertezza delle prospettive in un con-
testo che vede svilite le “regole del gioco” e messe in
dubbio le leve di crescita dei Paesi arrivati ad un avanza-
to grado di maturità economica.
Se fenomeni come la globalizzazione, insieme alla forte
crescita della tecnologia applicata, e la conseguente evo-
luzione esponenziale nella cultura d’impresa degli ultimi
anni avevano di per sé costituito un incentivo al ricam-
bio nella guida delle aziende, la nuova situazione con-
giunturale vissuta come uno stato di difficoltà, non
governabile negli effetti e, soprattutto, nella durata, ha
provocato un forte senso di inadeguatezza e di sfiducia
inmolti imprenditori.All’interno delle imprese familiari si
è quindi accresciuto il divario tra i “pessimisti” e gli “ot-
timisti”, intesi questi ultimi come coloro che vedono,
con gli opportuni correttivi, la possibilità di continua-
re il business superando l’attuale fase di declino; si è
di conseguenza ampliata l’esigenza di sistemazioni
familiari anche con uscite di soggetti o spartizioni di
rami di attività.
La generale situazione di crisi congiunturale (o post
industriale) e dei mercati finanziari ha anche inciso for-
temente sul rapporto banca/impresa che, per quanto at-
tiene ai temi legati alla ristrutturazione dei FamilyBusiness,
diventa un aspetto se non determinante, di crescente im-
portanza rispetto al passato.
Per gli istituti di credito già dal 2007 le criticità sono state innescate dai noti
problemi legati al mercato dei “subprime”, che hanno messo a nudo un
sistema caratterizzato da un uso aggressivo della leva finanziaria. A questo
si è associata la crescita dei crediti “problematici” in portafoglio e previsio-
ni di drastica riduzione della redditività degli investimenti rispetto ai livelli
pre-crisi. Nello stesso tempo il mondo del credito ha dovuto adeguarsi ad
importanti regole di condotta a tutela del risparmio di respiro europeo sotto
il controllo di Banca d’Italia (BASILEA 2 ed, in futuro, BASILEA 3).
Con particolare riferimento alle sistemazioni familiari
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* Sintesi della relazione tenuta in occasione del Convegno presso Confindustria
Modena del 5 ottobre 2011 “Impresa modenese oggi: tra equilibri aziendali e siste-
mazioni familiari”
L’applicazione del nuovo insieme di disposizioni operative e le citate
problematiche interne agli istituti, cui si associano anche gli effetti della
generalizzata crisi di fiducia che condiziona le relazioni interbancarie, han-
no determinato restrizioni nelle erogazioni di finanza ed incrementi del
pricing.
Se le modalità di concessione del credito si sono modificate è
invece rimasto immutato fino ad ora il rapporto banca/impresa in
termini di asimmetria informativa. Si continua ad assistere all’as-
senza di una banca di riferimento per l’azienda, per privilegiare inve-
ce una più o meno marcata frammentazione nell’utilizzo degli istituti,
con conseguente poca conoscenza e scarso coinvolgimento
da parte di questi nelle scelte gestionali.
L’attenzione dei finanziatori si è comunque sempre più con-
centrata sul rating dell’azienda o del gruppo cui la stessa
appartiene e quindi sulla valutazione delle prospettive in
termini di capacità di produzione di reddito, ma anche di
mantenimento nel tempo di un adeguato rapporto tra fon-
ti di finanziamento e capitale proprio. Gli istituti di credito
sono oggi maggiormente focalizzati rispetto al passato
sulla “solvibilità” del business, considerata in termini
quali-quantitativi. Vi è infatti interesse (che sarà cre-
scente anche a seguito dell’applicazione di BASILEA
3) con riguardo alla stabilità della figura dell’imprendi-
tore e dei manager, così come alle performance aziendali
messe in stretta correlazione con agli affidamenti con-
cessi sulla base di specifici coefficienti di rischio, te-
nuto conto della onerosità delle risorse mutuate.
Per contro nelle imprese, caratterizzate spesso in
Italia da una forte propensione all’utilizzo di leva
finanziaria, le esperienze vissute dal 2008 in fase
di approvvigionamento di risorse finanziarie
hanno presto messo a nudo la necessità di
governare il business: a) utilizzando in modo
più severo le regole della gestione delle fonti e
degli impieghi mediante una prudente program-
mazione, con particolare riguardo alla valutazio-
ne degli impatti degli investimenti rispetto ai flus-
si previsti ed ai rischi di cambiamento di scenario
(con utilizzo di stress test); b) tenendo in conside-
razione la necessità di mantenere o raggiungere un
adeguato rapporto tra mezzi propri e debito finan-
ziario; c) approntando, mantenendo e gestendo in
modo efficiente e stabile nel tempo il sistema delle
garanzie a favore di terzi finanziatori.
Per quanto sopra illustrato, le ristrutturazioni
societarie, siano esse dettate da esigenze strategiche di riposizionamento
del business, così come nei casi di sistemazione con ricollocamento (divi-