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NUMERO 201 - MAGGIO / GIUGNOO 2011
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IL COMMERCIALISTA VENETO
nel contesto del sistema di controllo dei rischi generale;
- Esaminare ed approvare gli ambiti della funzione di revisione interna di gruppo
ed assicurarsi che essa abbia accesso adeguato alle informazioni necessarie per
poter svolgere le sue funzioni efficientemente. Il Committee dovrà anche assicu-
rarsi che la funzione abbia adeguata preparazione e risorse e sia indipendente dalla
direzione o da altre restrizioni
- Revisionare e valutare il piano annuale di revisione interna della Società
- Revisionare tutti i rapporti dei revisori interni circa la Società
- Revisionare e seguire il riscontro della direzione alle conclusioni e raccomandazio-
ni dei revisori interni e
- Incontrare il capo dei revisori interni di gruppo almeno una volta l’anno per
discutere i loro rapporti ed ogni argomento derivante dalle revisioni interne esegui-
te. Inoltre, il capo dei revisori interni avrà accesso diretto al presidente del CDA
e al Committee.
Revisione esterna
Il Committee dovrà:
- Presentare considerazioni e raccomandazioni al CDA, da comunicarsi agli azio-
nisti all’assemblea ordinaria annuale, riguardo alla nomina, rinomina e cessazione
del revisore esterno della Società.
- Il Committee sovrintende al processo di selezione dei nuovi revisori e qualora un
revisore presenti le proprie dimissioni, il Committee deve indagare i fatti che hanno
portato ad esse e decidere se sia necessaria qualche azione.
- Sovrintendere alle relazioni con i revisori esterni includendo (ma non limitandosi a)
- Approvare la loro remunerazione, sia per le competenze per servizi di
revisione che non e verificare che il livello delle competenze corrisposte sia appro-
priato per un’adeguata revisione.
- Approvare i loro termini di incarico, inclusa ogni lettera di incarico rila-
sciata all’inizio di ogni revisione e lo scopo della revisione.
- Valutare annualmente la loro indipendenza ed obiettività tenendo presen-
ti i relativi requisiti professionali e di legge e i rapporti con il revisore in generale,
comprese le condizioni per i servizi non di revisione.
- Incontrare il revisore esterno almeno una volta all’anno per discutere i loro docu-
menti e qualsiasi argomento emergente dalla revisione.
- Esaminare le risultanze della revisione con il revisore esterno. Ciò dovrà include-
re, ma non sarà limitato a quanto segue:
- Discutere ogni maggiore argomento che sia emerso durante la revisione;
- Prendere in esame ogni giudizio contabile e di revisione;
- Rivedere i livelli di errore che siano insorti durante la revisione
- Rivedere ogni dichiarazione richiesta dal revisore esterno prima della
firma da parte della direzione
- Rivedere le lettere della direzione e il riscontro della direzione medesima
alle risultanze e raccomandazioni del revisore.
Conformità
Il Committee dovrà:
- Rivedere il piano annuale di adempimenti con il Compliance Officer prima che
esso venga sottoposto al CDA per approvazione
- Rivedere e valutare il quadro di conformità adottato dalla Società per governare
i rischi di ottemperanza; incluso l’universo da conformare, il manuale di conformi-
tà ed il programma di monitoraggio della conformità,
- Rivedere i risultati del programma di monitoraggio e le misure successive prese
per sistemare i casi di non ottemperanza.
- Rivedere i principali risultati delle verifiche o dei rapporti delle autorità tutorie e
esaminare la risposta della direzione della Società ad ogni argomento toccato dalla
verifica/rapporto , ed anche rivedere i rapporti periodici richiesti dai risultati delle
verifiche.
- Ottenere regolari rapporti dal Compliance Officer riguardanti argomenti di
conformità, valutare gli argomenti in essi contenuti e riportare ogni motivo di
preoccupazione al CDA e
- Consigliare il CDA qualora sia richiesta la preparazione di una dichiarazione di
conformità laddove appropriato.
Rapporti e procedure
Il Committee terrà una registrazione delle sue riunioni sotto forma di verbali e il
segretario della Società ne fornirà una copia al CDA se e quando richiesto.
Il Committee farà al CDA qualsiasi raccomandazione ritenga appropriato in qual-
siasi area nelle sue competenze dove sia necessaria un’azione o un miglioramento.
Il Committee farà un rapporto orale al CDA alla successiva riunione del Consiglio
ed esso verrà registrato nel verbale del Consiglio.
Il Committee può riunirsi per tele o videoconferenza e può agire con l’unanime
consenso scritto di tutti i suoi componenti.
Autorità
Il Committee è autorizzato dal CDA, nello svolgimento dei suoi compiti secondo
questi termini di riferimento, ad ottenere a spese della Società consulenza legale
esterna o altra consulenza professionale secondo quanto determini essere ragione-
volmente necessario per far fronte alle sue responsabilità.
Il Committee è autorizzato dal CDA, nello svolgimento dei suoi compiti secondo
questi termini di riferimento, a chiedere qualsiasi informazione da qualsivoglia
dipendente della Società al fine di adempiere ai suoi doveri.
Al Committee verranno forniti i mezzi necessari ragionevolmente richiesti per
adempiere ai suoi doveri secondo questi termini di riferimento.
Revisione
Questo sistema amministrativo sarà soggetto a regolare revisione interna.
Il CDA rivedrà i termini di riferimento del Committee su base annua per assicurarsi
che essi rimangano atti allo scopo e gli permettano di operare efficientemente. La
data di tale revisione verrà stabilita dal presidente del CDA. Al Consiglio verranno
fornite raccomandazioni circa le modifiche, qualora necessario. Le revisioni ver-
ranno documentate nei verbali del CDA.
Diritto di voto
Ogni componente del Committee ha diritto ad un voto. In caso di parità prevale il
voto del presidente.
Altri argomenti
Al Committee dovranno essere fornite risorse (finanziarie) sufficienti per espletare
i propri compiti, considerati le leggi ed i regolamenti.
Audit and Compliance Committee
SEGUE DA PAGINA 20
LETTERE
L
o sfogo del collega Da Re
“Indignados? Siamo noi!”
(CV 199) è
condivisibile e comprensibile. Ma come visto altre volte rischia di
restare tale, al di là delle buone (o cattive) intenzioni propugnate.
Cari colleghi, inutile nasconderlo: ci piace parlare di queste cose, lamentarci
fra di noi. Farlo sui nostri giornali è un modo catartico per farci credere che
“esistiamo”. Ma finita la lamentazione, passato il clamore giornalistico o
mediatico, ritorna la calma piatta del proprio interesse, la scusa sempre
sentita del “bisognerebbe fare qualcosa, ma ……” ma, appunto. In quel
“ma” c’è la sintesi di tutto. Del non volere rinunciare al privilegio, per
esempio, di essere coloro che inviano al Fisco circa il 60% delle dichiarazioni
e delle comunicazioni. Cosa che a parole deploriamo, ma che nei fatti guai a
toglierci. Diciamolo: gli invii fanno fatturato. Non stratosferico, ma lo fanno.
A valore aggiunto. E non mi riferisco a quanto ci paga il Ministero, ma a
quanto ci pagano i clienti. Quello che ci dà il Ministero ho più volte proposto
in varie sedi di devolverlo a livello nazionale a scopi benefici: una miseria data
a molti che diventa ricchezza per pochi. Tanti applausi, ma nessuno che sostenga
la cosa. Quindi, una buona volta, stabiliamo chi essere, e come esserlo.
Non vogliamo più fare nessun invio? Bene, decidiamo in tal senso a livello
nazionale, e sopportiamone le conseguenze. Clientela in migrazione verso
Associazioni, Caf, tributaristi e compagnia varia.
Non siamo d’accordo con i prossimi espropri previsti dal legislatore
(eufemismo) in materia di esecutività degli accertamenti e di studi di settore?
Bene, mettiamoci come categoria a completo digiuno fiscale, modello
Pannella: basta con dichiarazioni e contenzioso. Che il mondo si arrangi.
E’ questo che vogliamo? Siamo decisi ad andare fino in fondo?
Mi dispiace dirlo, ma non ci credo. Non ci credo, perché al di là dei proclami,
la maggior parte di noi di queste cose vive. Non prospera, ma vive. E quando
il ristorante non è dei migliori, ma è l’unico nel tuo raggio vitale, lì mangi.
Lamentandoti poi dell’incapacità e dell’ostilità del cuoco.
Del menù fisso al quale non puoi apportare nessuna modifica, meno
che meno migliorativa. E della protervia del personale di sala.
Quindi, direte, siamo destinati al silenzio? Non abbiamo possibilità di essere
ascoltati? Io rispondo quasi sì. Sì, perché se l’atteggiamento nei nostri
confronti è quello visto in questi mesi da parte dell’Agenzia delle Entrate,
speranza ne ho poca. Quasi, perché, riprendendo Da Re, qualcosa potremmo
pensare di fare, effettivamente. Più che una passeggiata, di questi tempi
sarebbe più efficace una marcia, direzione Ministero del Tesoro, Palazzo
Chigi e Quirinale (ricordiamoci di prevedere le attività per gli
accompagnatori). Anche qui però dobbiamo essere consci che ai cuochi le
critiche non sono mai piaciute, per cui…prepariamoci al digiuno, e a rischiare
qualche mal di pancia, nostro e dei clienti.
So che starete pensando che sono un pessimista, un disfattista, o peggio.
Mi ritengo invece realista, e propositivo. Mi spiego con una metafora al
limite dell’utopia:
L’Italia è un Paese nel quale tutti pagano le tasse, e le
pagano nella misura giusta
.
Di chi e di cosa non avremmo più bisogno in un Paese così? Lavorare per
avvicinarsi all’utopia, e rispondere così nei fatti a questa domanda, lo
ritengo fondamentale per lo sviluppo civile e, sottolineo, pacifico della
nostra società.
Quindi. se vogliamo essere veramente utili al Paese, dobbiamo essere
disposti a guardare oltre la nostra professione, dobbiamo essere disposti
a viverla in modo completamente diverso. Anche a rinunciare a qualcosa.
Anche al fatturato, se necessario!
Franco Barin
(Ordine di Vicenza)
Utili a chi?