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IL COMMERCIALISTA VENETO
NUMERO 200 - MARZO / APRILE 2011
5
I DIRETTORI
Numero 200...
e domani?
GIORGIO MARIA CAMBIE'
Ordine di Verona
N
ON ERO DA MOLTI ANNI
entrato a far parte
della vil razza dannata dei dottori commercialisti quan-
do il mio presidente, l’indimenticabile Mario Paganuzzi,
mi chiamò e mi disse: “So che tu hai esperienza giornali-
stica. AVenezia hanno fatto una nuova pubblicazione dell’Ordine,
Il Commercialista Veneto
, e vorrebbero delle collaborazioni da
Verona; se te la senti faccio il tuo nome.” Gli risposi che me la
sentivo, perché probabilmente andavo meglio a fare il giornalista
che non il commercialista ed egli inviò il mio nominativo a Dino
Sesani. Fu l’inizio di una lunghissima storia. Allora la professione
era molto differente da oggi. Quasi tutti eravamo “commercialisti
condotti” che dovevano fare di tutto e sapere consigliare ai clienti
ogni cosa, persino dove andare in vacanza. Poi eravamo assillati
dalla mancanza di informazione. Tutto quello che potevamo
sapere veniva dalle pagine de
Il Sole
e di
24 Ore
(erano due
giornali ) e da una rivista con la copertina gialla e il sommario sulla
copertina, il
Bollettino Tributario di Informazione
; niente altro.
L’idea di aggiornare i colleghi con le esperienze di altri colleghi si
rivelò subito vincente, ed è tuttora validissima. Non si parla del
GIUSEPPE REBECCA
Ordine di Vicenza
Duecento numeri
brillanti
sesso degli angeli, ma di problemi pratici. Validissima è ancora
oggi che vi sono altri mezzi ed invece che di scarsezza soffria-
mo di bulimia di informazione.
Il Commercialista Veneto
in questi anni seguì gli sviluppi della
professione e della tecnologia legata alla professione, sin dai
commenti e descrizioni dei primi fogli elettronici e word
processors. Adesso occorre guardare avanti. La formula è ancora
valida: squadra vincente non si cambia. Logicamente gli argomenti
trattati vanno adeguati all’evolversi della professione,
come già accade. Come sarà la professione al numero 300?
Purtroppo non sono in possesso di una sfera di cristallo, ma
qualche profezia la si può fare, come quella che se piove e uno
esce senza ombrello si bagnerà.
Il "commercialista condotto" è una figura del passato. La com-
plessità delle norme e delle istituzioni impone fatalmente una
specializzazione, la quale porterà di conseguenza ad un “pooling”
di conoscenze in studi associati. All’estero la figura del professio-
nista cane sciolto è inesistente.
Una seconda tendenza, già in atto, è quella di creare degli studi
“multi competenza”, integrati orizzontalmente fra avvocati, com-
mercialisti, consulenti del lavoro (sì, anche loro) fors'anche notai e
attuari. Poi magari salterà fuori qualche diavoleria elettronica a
trasformare gli studi, come l’uso di programmi
extra moenia
nella quotidianità dello studio, l’archiviazione in siti terzi e chissà
mai cosa. A
Il Commercialista Veneto
l'onere di seguire anche
questi sviluppi.
D
UECENTONUMERI
di una brillante idea.
Grazie a Dino Sesani, che ha fondato il
giornale, nel 1965, e ai giovani colleghi di allora,
di Venezia e del Triveneto, che fin da subito hanno
collaborato in modo entusiastico. Il giornale ha 46 anni,
ed è sempre vivace, interessante, pieno di interventi
anche di giovani colleghi e, da qualche tempo, anche di
praticanti.
La redazione è sempre molto attiva e soprattutto ama il
giornale. Molti i direttori che da ultimo si sono succeduti;
ognuno ha dato la sua impronta.
Ricordo molto volentieri il periodo della mia direzione,
erano gli anni 1997/1998. Solo due anni, ma vi assicuro
intensi e molto vivaci. Da parte mia grazie ai redattori, di
oggi e dei tempi passati, e un caldo invito a tutti a scrive-
re, a fare del giornale un mezzo per conoscersi vivo. E
perché no, a riprendere l’interessante rubrica “La bocha
del leon”, sommergendo così il direttore di lettere, di
opinioni, di commenti, sulla nostra bellissima attività.
Il prossimo traguardo sono i 50 anni, nel 2015.
L
’INVITO RIVOLTOMI DAL DIRETTORE
de
Il
Commercialista Veneto
di dare il mio contributo al n. 200
della nostra storica testata, mi ha riportato indietro nel
tempo di oltre dodici anni, a quando la Conferenza dei Presidenti
del Triveneto, per il tramite dell’indimenticato presidente Marino
Grimani, mi chiese di subentrare al predecessore Giuseppe
Rebecca. E, poiché conservo gelosamente tutti i numeri della
nostra rivista, sono andato a frugare tra i 12 numeri che portano la
mia firma, gli articoli pubblicati in quegli anni.
Era l’inizio del 1999. Rivedo che il 30 gennaio di quell’anno venne
indetta dal Consiglio Nazionale la prima “Giornata di mobilitazione
dei Dottori Commercialisti”. In tutti gli Ordini d’Italia si svolsero
delle manifestazioni, praticamente delle assemblee straordinarie
degli iscritti, aperte agli organi di informazione e ai rappresentanti
delle pubbliche istituzioni. Nel numero 128 de
Il Commercialista
Veneto
(marzo-aprile 1999) vennero riportati, in sintesi, gli echi di
quella giornata. La protesta degli Ordini era allora tesa a far sentire
la voce dei commercialisti all’opinione pubblica dopo l’attacco
portato dalle misure della Legge finanziaria 2009 (D.Lgs 490 del
28.12.1998) che attribuiva nuovi compiti e ulteriori incentivi ai CAF.
Anche allora, come oggi, la categoria si sentiva minacciata da
misure legislative che, in nome della liberalizzazione, andavano di
fatto a togliere competenze ai dottori commercialisti o, quanto
meno, estendevano ad altri soggetti meno qualificati le loro com-
petenze professionali. E quale fu la risposta? I commercialisti del
Triveneto, con in testa l’attuale presidente nazionale Claudio
Siciliotti, indicarono allora compatti che l’unica risposta era la
Quale futuro
per la nostra professione?
GIAMPAOLO CAPUZZO
Ordine di Rovigo
SEGUE A PAGINA 6