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IL COMMERCIALISTA VENETO
NUMERO 200 - MARZO / APRILE 2011
25
I giovani commercialisti possono invertire la rotta
per una politica virtuosa
ROMINABRESSAN*
Ordine di Rovigo
Nei meandri
della politica
Da vent’anni esercito la professione, da ben più tempo mi aggiro nei mean-
dri della politica (più semplice e scontato sarebbe stato scrivere
“mi occu-
po di politica”
).
Facile, allora, per i colleghi ed il direttore del CdR de
Il Commercialista
Veneto
affidare giusto a me l’incarico di realizzare questo spazio.
Facile fino ad un certo punto, perché proprio non saprei cosa dire di intel-
ligente…
Certo, potrei sottolineare
“l’importanza di un rapporto necessario e
paritetico, basato su principi di collaborazione professionale di alta
specializzazione per il ruolo fondamentale del commercialista nel siste-
ma economico e politico del nostro paese… bla, bla, bla…”
e tutte quelle
belle altre cose che ai politici ed ai commercialisti (a questi, forse, un po’
meno) piacerebbe sentirsi dire, per poi non mettere in pratica.
Discorsi che si sentono abitualmente ai convegni.
Però non lo faccio e mi affido alla mente arguta di quattro donne, quattro
signore, quattro professioniste in campi differenti, mie carissime amiche,
che con intelligenza, un intelligenza per certi versi graffiante, hanno centra-
to appieno l’obiettivo che mi ero posto.
Questo mio “cappello” - allora - è solo una veloce introduzione a quello che
loro dicono, e scrivono, ed un ringraziamento di cuore a Maura, Romina,
Lorenza e Mariapaola per il loro specialissimo e splendido contributo.
Ma che fosse stato così non avevo nessun dubbio.
(F.C.)
I
l tema di cui cerco di occuparmi, senza presunzione di comple-
tezza e compiutezza di indagine, ha esordito in me riflessioni,
spunti di interesse ma anche perplessità. Occorre precisare da
subito che chi scrive è un commercialista
donna e giovane
. Un
connubio che spesso si rivela una miscela di complessità notevole
quando il lavoro che si intende svolgere è appunto quello del commer-
cialista. Ciò ad ogni modo non sottintende alcuna polemicama piutto-
sto una constatazione ovvero un dato di fatto. E’ tutto più complicato
insomma.Ad ogni modo per cercare di capire come i commercialisti
giovani si pongono nei confronti della politica ho utilizzato la rete,
luogo dove oramai opinioni ed esperienze di vita si incontrano e si
confrontano in un rapporto epistolare virtuale.
Navigando un po’ nei vari blog mi sono, quasi subito, imbattuta con
sorpresa in racconti dove lo sconforto di alcuni giovani professionisti
si veste di rabbia e a tratti diventa denuncia. Non si parla di persone
più omenomeritevoli ma di opportunità negate. In alcune zone della
nostra Italia pare che politica e nepotismo disegnino la mappa degli
incarichi professionali e che poi su di essa vi posizionino solamente
coloro che sono “titolati”. Tutto questo, spesso, a scapito di prepara-
zione e professionalità ma a favore dei figli di una classe dirigente
piuttosto che di giovani con cognomi di famiglie “per bene”. Ma la
cosa che maggiormente mi ha rattristata è che ad uno sfogo di un
commercialista giovane sono seguiti commenti, racconti ed esperien-
ze vissute anche da altri professionisti quali ingegneri, medici ed
avvocati ma anche da giovani imprenditori costretti a volte a chiudere
la propria attività perché privi di spazio.
Nessuno, nei vari post, hamai dettoperòdi avermollato, anzi ladignità
di chi fa questa nostra professione va oltre ogni condizionamento.
Il ministroGiorgiaMeloni nell’ultimaAssemblea Nazionale dei dele-
gati degli Ordini dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili te-
nutasi a Roma il 25 maggio scorso, ha concluso il suo intervento
sottolineando che nessun giovane le ha mai chiesto incarichi, forse a
volte lo hanno fatto i genitori, ma le hanno chiesto opportunità, possi-
bilità per mettere a frutto le proprie professionalità.
Questo deve fare la politica e lo può fare ascoltando quello che i com-
mercialisti anche giovani hanno da dire.
E’ stato appeso per tutto il tempo dell’Assemblea Nazionale dei Dele-
gati, ai piedi del leggio, un significativo messaggio che recitava:
vo-
gliamo sederci al tavolo delle trattative ma non ci interessa una
poltrona.
Qualcosa nel sistema sicuramente non funziona e lo sfogo del collega
giovane ne è un sintomo.Ma siamo proprio noi giovani commercialisti
che possiamo invertire la rotta grazie alle nostre competenze, compe-
tenze che nessuno può disconoscere e che ci consentono di interloquire
con chi ci governa.
Marcel Proust sosteneva che un vero viaggio di scoperta non è cercare
nuove terre, ma avere nuovi occhi, gli occhi di coloro che hanno corag-
gio, perseveranza e lungimiranza.
Questa è la forza che abbiamo noi giovani, la forza del cambiamento.
IL COMMERCIALISTA E LA POLITICA
A cura di
Filippo Carlin
, redattore dell'
Ordine di Rovigo
* Segretario dell'UGDCEC di Rovigo