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NUMERO 199 - GENNAIO / FEBBRAIO 2012 IL COMMERCIALISTA VENETO

CAMBI & TASSI

A cura di Luca Corrò (Ordine di Venezia) con la collaborazione tecnica di Classica Sim What if?

S

tandard&Poor’s in un recente rapporto sugli scenari attesi prova a stressare lo stato attuale della crisi con un test di tassi in forte rialzo che evidenzierebbe spread crescenti e premi a rischio in impennata; l’esito sarebbe presto detto con una forte pressione sul declassamento dei rating e una crescita dei costi della raccolta per imprese e banche. Tale dinamica si tra-smetterebbe all’economia reale con una riduzione degli investi-menti ed un calo dei consumi in una nuova spirale fino al raggiungimento di un nuovo punto di equilibrionel quinquennio2011-2015: se così fosse, c’è d’aver paura. Qualcuno potrebbe ribattere che è uno scenario. L’orientamento restrittivo è comunque chiaro e, si direbbe, generalizzato a livello mon-diale confermato dal recente aumen-to di un quarto di punto dei tassi BCE che sono stati accompagnati da se-gnali analoghi di restrizione: la Cina ha stretto i freni sui coefficienti di riserva e l’India ha aumentato i tas-si di un mezzo punto mentre Fed con fine giugno cesserà le politiche di aiuto sino ad oggi attuate a favore della ripresa. Non è uno scenario, invece, l’esito atteso dall’applicazio-ne di Basilea III sulla banca “uni-versale” di tipo europeo ove l’obbli-

go di irrobustire il patrimonio Tier 1, fortemente consigliato da Banca d‘Italia al fine di adeguatamente rafforzare il sistema sul fronte della liquidità, avrà, con buona probabilità, due conse-guenze: credito più costoso e riduzione selettiva degli impieghi; il sistema industriale pare avvertito. In modo perfettamente coe-rente a tali dinamiche è l’andamentale reale dei tassi espressi in euro che si stanno muovendo (vedi tab.) con una curva forward che, nella sua parte a breve, recupera e strappa per tutti i pros-simi 12 mesi ed in particolare per tutto l’anno 2011 per non meno di 100 bp, per poi, dopo una breve pausa, proseguire nella corsa al rialzo nella sua parte a medio lungo termine sino ad arrivare prossima al 4%.

Le relazioni tra Paesi, in particolare tra Area Euro ed U.S.A. prevedono scenari nel breve termine sostanzialmente invariati con una mediana del rapporto di cambio tra 1.35 e 1.38 di qui

alla fine dell’anno, tuttavia con previsioni sui massimi sino a 1.50 ed un forward stabilmente ancorato a quota 1.40 sul prossimo triennio: come dire U.S.A. in deficit strutturale permanente no-nostante un manovra di quantitative hedging che pare, tuttavia, aver prodotto effetti stimolanti su quella economia mentre l’area EU sta a guardare. In ogni modo la debolezza del dollaro si estende alla media delle valute con un cambio effettivo reale che si torva oggi ai minimi storici dai primi anni ’70 più accen-tuato nelle valute dei paesi emergenti a causa dell’inflazione lì

più pronunciata che nei paesi industrializzati. Tutti questi scenari in movimento avevano recentemente accentuato in maniera notevole le dinamiche di prezzo delle commodities che già si sono ampiamente riflettute sui listini prezzi industriali 2011; su questo fronte, sembra presentarsi una pausa nelle dinamiche vuoi per alcuni elementi straordinari (terremoto Giappone, si-tuazione Mediorientale) vuoi per motivazioni strutturali lega-te, da una parte, alle politiche di raffreddamento in atto del-le economie emergenti (in funzione antinflattiva) a soste-gno della competitività, dall’altra, alle politiche in atto di risanamento delle finanze pubbliche per i paesi industrializ-zati. Nelle due metà del mondo le politiche economiche stan-no adottando quindi provvedimenti simili per motivazioni di-verse con effetti che, nelle intenzioni, dovrebbero essere i medesimi (LC 16.05.2011).

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