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NUMERO 216 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2013
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IL COMMERCIALISTA VENETO
Le reti d'imprese
ATTUALITÀ
LIBRI
Ma l'economia è
roba
da Nobel?
L
A “RETE DI IMPRESE” è uno degli strumenti
di politica industriale più interessanti ed inno-
vativi varati negli ultimi anni: dalla sua iniziale
introduzione ad opera del D.L. n. 5/2009 (conv. con L.
n. 33/2009), infatti, sono stati stipulati oltre 1.200
contratti di rete, con più di seimila imprese coinvolte
ed un incremento del 117% su base annua (dati
Infocamere, dicembre 2013). I settori maggiormente
coinvolti nella costituzione di reti spaziano dal settore
agro-alimentare al settore edilizio, dal settore mecca-
nico al settore moda.
I punti di forza di questo strumento di aggregazione,
pensato per consentire alle PMI italiane di raggiungere la
“massa critica” necessaria per competere in contesti na-
zionali e internazionali senza rinunciare ad autonomia ed
agilità derivanti dalle loro piccole dimensioni, sono:
-
l’elevata flessibilità, che si traduce nella scelta
delle clausole contrattuali che meglio si adattano al
progetto imprenditoriale da sviluppare e nella facilità
di modificarle;
-
la “scalabilità” dello strumento, intesa come
possibilità di progredire da forme di collaborazione
limitate a collaborazioni strutturate e più vincolanti.
La flessibilità dell’istituto, tuttavia, rappresenta an-
che un punto critico, in quanto richiede una elevata
conoscenza dello strumento per orientare efficacemente
gli imprenditori che desiderano collaborare stipulando
un contratto di rete; una rete di imprese, infatti:
-
può prevedere o meno l’istituzione di un fon-
do patrimoniale comune e di un organo comune; l’even-
tuale organo comune può essere un’impresa capofila,
una delle imprese partecipanti (c.d. retiste), un sog-
getto terzo;
-
può acquisire, facoltativamente, la soggettivi-
tà giuridica e tributaria;
-
qualora siano istituiti un fondo patrimoniale
comune e un organo comune destinato a svolgere atti-
vità, anche commerciale, con i terzi, trova applicazio-
ne un regime speciale.
Allo scopo di orientare i professionisti che forniscono
una consulenza in sede di progettazione, stipula e ge-
stione del contratto di rete, il Gruppo di lavoro “Reti
di impresa” (Commissione Societario dell’ODCEC
Padova) ha elaborato un documento, recependo le ul-
time modifiche normative e i chiarimenti della circola-
re n. 20/E/2013 dell’Agenzia delle Entrate.
Il documento, partendo dall’individuazione delle fina-
lità economiche sottostanti all’istituto, evidenzia come
la rete offra un “
approccio graduale ad un inevitabile
processo di concentrazione
”, identificando tre fasi di-
stinte: creazione di una rete “leggera” per la gestione di
attività interne, espansione dell’attività della rete e
conseguenti modifiche al contratto, acquisizione della
soggettività giuridica per l’esercizio di un’attività co-
mune nei confronti dei terzi.
Successivamente si evidenziano le recenti novità ap-
portate dal legislatore, ossia la facoltà di acquisire la
soggettività giuridica mediante un’iscrizione autono-
ma alla sezione ordinaria del Registro delle Imprese e
l’introduzione di un regime speciale (autonomia
patrimoniale per le obbligazioni contratte dall’organo
comune in relazione al programma di rete e obbligo di
redazione e deposito di una situazione patrimoniale
annuale) per le reti dotate di fondo patrimoniale co-
mune e un organo comune destinato a svolgere attivi-
tà, anche commerciale, con i terzi.
I capitoli centrali del documento affrontano i temi del-
la rappresentanza della rete, della fiscalità IVA, IRES,
IRAP, degli obblighi contabili e pubblicitari e dei rela-
tivi adempimenti. Sulla base di questi elementi, del-
l’attività svolta e dell’eventuale acquisizione di sog-
gettività giuridica, gli autori individuano cinque
tipologie di reti, cui corrispondono specifici regimi
civilistici, contabili e fiscali:
1.
reti contratto leggere (senza fondo patrimoniale
comune);
2.
reti contratto pesanti (con fondo patrimoniale
comune);
3.
reti contratto a regime speciale
(con fondo patrimoniale comune e un
organo comune destinato a svolgere atti-
vità, anche commerciale, con i terzi);
4.
reti soggetto semplici;
5.
reti soggetto a regime speciale
(con fondo patrimoniale comune e un
organo comune destinato a svolgere atti-
vità, anche commerciale, con i terzi).
Appositi approfondimenti sono inoltre
dedicati agli elementi essenziali e facolta-
tivi da introdurre nel contratto di rete, al
modello di
governance
che può essere
adottato ed alle agevolazioni fiscali previ-
ste dal D.L. n. 78/2010 (conv. con L. 122/
2010) che, benché spirate con la presen-
tazione del mod. UNICO 2013, restano
attuali nella prospettiva della realizzazio-
ne degli investimenti agevolati (da conclu-
dersi entro il 31 dicembre 2014) e di even-
tuali verifiche da parte dell’Agenzia delle
Entrate.
Un apposito capitolo viene infine dedicato al distacco
di personale dipendente ed alla codatorialità che do-
vrebbero consentire un più facile accesso all’utilizzo
di risorse umane specialistiche che costituisce spesso
un presupposto importante per lo sviluppo dell’in-
novazione e della internazionalizzazione delle reti.
L’esposizione delle diverse possibilità offerte dall’isti-
tuto e dei conseguenti obblighi contabili, pubblicitari e
fiscali, non ignora che il progetto imprenditoriale da
sviluppare si pone alla base della scelta del modello di
rete più adeguato.
La causa negoziale dell’istituto (l’incremento della ca-
pacità innovativa e della competitività individuale e
collettiva delle imprese partecipanti, cc.dd. “retiste”)
si traduce infatti in un progetto imprenditoriale, in una
c.d.
business idea
: la tipologia di rete adottata, le clau-
sole contrattuali previste, il modello di
governance
prescelto non possono prescindere da questo elemen-
to fondante, ma devono essere considerati con cura
per la migliore realizzazione di quest’ultimo.
È utile ricordare che la creazione di reti di imprese,
nonostante l’esaurimento dell’agevolazione fiscale,
consente inoltre di accedere a contributi (talvolta ingen-
ti) erogati dalleRegioni e dalleCamere di Commercioper
favorire l’aggregazione di PMI per la realizzazione di
progetti di innovazione ed internazionalizzazione.
Finanziamenti per un ammontare importante sonomessi
a disposizione dalla Banca Europea degli Investimenti
a quattro istituti finanziari nazionali per favorire gli
investimenti nella realizzazione di progetti di rete con
oneri finanziari ridotti.
È infine da segnalare la Legge regionale veneta sui di-
stretti produttivi e sulle reti di prossima approvazio-
ne, che dovrebbe rappresentare un ulteriore volano per
l’incentivazione delle varie forme di aggregazione delle
imprese e quindi per la diffusione dello strumento.
Perché la rete di imprese rappresenti lo strumento
adatto per consentire alle PMI di superare il nanismo
imprenditoriale e manageriale che le limita (senza ri-
nunciare all’autonomia e all’”attaccamento” dell’im-
prenditore che le ha sempre contraddistinte) è neces-
sario che i consulenti d’impresa siano in grado di con-
tribuire a fare emergere il potenziale vantaggio nel-
la progettazione di reti di imprese, in particolare nei
processi di innovazione e internazionalizzazione; l’au-
gurio del Gruppo di lavoro è che il proprio elaborato,
disponibile gratuitamente sul sito dell’ODCEC di Pa-
dova e de “Il Commercialista Veneto” possa contri-
buire a raggiungere questo importante risultato.
Lucio Antonello
Ordine di Padova
Disponibile il documento del Gruppo di lavoro dell’ODCEC Padova
Roberto Fini,
Economisti da Nobel
, Hoepli, 2013, pp. 250.
Dopo un brevissimo
excursus
storico
sull’istituzione del prestigioso premio (1895) e di quando lo
stesso fu esteso, su iniziativa della Banca di Svezia, anche alla scienza economica (1969), l’autore
illustra i profili e le motivazioni dell’assegnazione del Nobel ai vari economisti e a chi, pur non essendo
economista, ha scritto di economia. Entra poi, in punta di piedi, nelle secrete stanze della Fondazione
Nobel per meglio comprendere i criteri di assegnazione del merito, e si chiede perché personaggi del
peso di Galbraith e Robinson, ma anche altri non meno importanti, siano stati esclusi dal riconoscimen-
to; se poi si pensa che “
nel 1997 il Nobel viene assegnato a Myron Scholes e Robert Merton per il
contributo alla costruzione di potenti algoritmi in grado di prevedere l’andamento dei mercati
finanziari. …[e] nell’estate del 1998, meno di un anno dopo il Nobel …, il fondo di investimento
LTCM, nel quale erano impegnati i due economisti, crolla come un castello di carte
”, allora qualche
dubbio… sembrerebbe legittimo. E’ una lettura agile, scorrevole e piacevole. Unico neo è l’
editing
non
particolarmente curato; si rileva qualche imperfezione nella stampa, ma ciò non inficia la bontà del testo.
Giordano Franchini
Ordine di Verona