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NUMERO 216 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2013
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IL COMMERCIALISTA VENETO
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Domande, riflessioni , dialoghi
Consiglio Nazionale:
che prevalga
il buon senso
Le pubblicazioni su
Il Commercialista
Veneto
aventi ad oggetto materie di natura
tecnico-professionale sono suscettibili di
riconoscimento di specifici crediti formati-
vi validi ai fini del Regolamento sulla For-
mazione Professionale Continua dei Dot-
tori Commercialisti e degli Esperti Contabi-
li. Contatta il tuo Ordine per maggiori in-
formazioni.
CREDITI FORMATIVI
PER GLI AUTORI
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, il testo del ma-
nifesto di protesta predisposto dell’Ordine di Verona,
e pubblicato sulla stampa locale alle fine dello scorso
mese di gennaio.
Ne condividiamo obiettivi e contenuto.
I Dottori Commercialisti
e gli Esperti Contabili Veronesi dicono BASTA
In questi giorni è in corso un periodo di grave incertez-
za e vessazione fiscale, a carico dei cittadini, dovuta
sia ai termini di scadenza che alla corretta determina-
zione degli importi di Imu e Mini-Imu.
Come categoria professionale dei Dottori Commercia-
listi ed Esperti Contabili di Verona, lavoriamo sodo
quotidianamente per assistere i nostri clienti, con sen-
Caro Direttore,
ho letto l’articolo a Tua firma “Come neve al sole?”.
Concordando sulle conseguenze, trovo assurdo
l’
impasse
in cui si trova l’organo che ci rappresenta,
anche perché ritengo logico, a questo punto, che si
trovi il modo di far esprimere ai rappresentati la loro
volontà.
Credo che al di là della ricerca di dove si trovino le
ragioni ed i torti, la categoria cui apparteniamo debba
dimostrare il prevalere del buon senso, e di rifuggire
dalle pratiche che sono proprie della politica così
come viene esercitata nel nostro Paese.
Paolo Quaglia
(Padova)
Caro Collega,
purtroppo a questo punto è proprio una questione di
buon senso.
Il danno è già stato abbondantemente fatto, dal
momento che siamo giunti ormai a 15 mesi di
commissariamento del Consiglio Nazionale.
Come ho già avuto modo di dire, personalmente trovo
che sarebbe stato più serio che tutti coloro che con il
loro comportamento hanno in qualche modo
contribuito a questa situazione si facessero da parte.
Ciò nondimeno, quello che conta oggi è trovare al
più presto una soluzione, nell’interesse esclusivo della
categoria.
E, sotto questo punto di vista, devo ribadire che il
comportamento dei rappresentanti degli Ordini del
Triveneto è stato del tutto condivisibile. E’bene infatti
che tutti sappiano che subito dopo la promulgazione
della sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato
la pronunzia del TAR del Lazio, è stata inviata al
Ministero delle Giustizia una formale richiesta di
convocazione di nuove elezioni e di definizione delle
modalità per la determinazione dell’elettorato attivo
(stante la riforma della geografia giudiziaria).
E che subito dopo sono state promosse riunioni
finalizzate alla individuazione di una lista unitaria, la
cui composizione sarebbe l’ennesima prova della
discreta dose di buon senso ancora esistente da queste
parti.
L’unica speranza, a questo punto, è che tutto possa
risolversi in tempi brevi, perché la categoria ha
estremo bisogno di rappresentanza e di tutela.
Lo Stato italiano,
le entrate e il placebo
La protesta
dei Commercialisti
veronesi
Caro Direttore,
Le entrate tributarie sono stabili; lo ha reso noto il 16
dicembre 2013 il Ministro Saccomanni, con riferimen-
to ad ottobre 2013. Solo un lieve calo, meno 0,2%
complessivo. Ci si domanda: ma come può essere? E’
ben vero che la pressione tributaria è aumentata, ma è
altrettanto vero che i redditi si sono ridotti, almeno in
questo anno, come pure si sono ridotti i consumi.
Forse che le maggiori entrate per effetto della lotta
all’evasione hanno coperto il calo dei redditi? Difficile
da ipotizzare. Resta il mistero, almeno per ora, di
questo dato. Qualcosa pare non torni.
Stessa cosa per l’INPS; a confronto omogeneo, i con-
tributi 2013 risultano in linea con i contributi 2012.
Il confronto deve essere fatto a dati omogenei dice
l’INPS in quanto nel 2012 c’è stato un incasso stra-
ordinario legato a crediti cartolarizzati. Ma anche
qui, con tutti quei lavoratori a spasso, con la cassa
integrazione, con la mobilità, come fanno a essere
costanti, i contributi versati?
Viene quasi il sospetto, ma non vorremmo essere trop-
po maligni, che tutto ciò faccia parte di una strategia;
rassicurare tutti, e andare avanti. Il governo è un
placebo, e tutti cerchiamo di rassicurarci. Il buco, quan-
do verrà fuori, sarà magari gestito da altri. E intanto il
tempo passa.
Nel frattempo, la
spending review
e le spese per la
politica sono sempre alte, mostruose, nella loro entità.
Anche se forse non ce ne siamo accorti, oltre un milio-
ne di persone sono al nostro servizio, in politica, e ci
costano 23 miliardi di euro, 757 euro a testa. Questo in
base alle recentissime stime della UIL.
Per il solo funzionamento degli organi istituzionali si
spendono oltre 6 miliardi di euro.
Unica consolazione, il totale è leggermente diminuito,
rispetto all’anno precedente.
Cosa potrà riservarci il futuro è nei dati che tutti ab-
biamo: il fallimento del paese Italia.
Giuseppe Rebecca
(Vicenza)
Caro Collega,
l’analisi delle statistiche è sempre molto interessante.
Forse però ci sono altri dati che dovremmo prendere
in considerazione, in questo momento di pessimismo
diffuso.
Ad esempio quelli relativi al “debito pubblico sosteni-
bile”, elaborati dal Centro Studi dell’Università di
Friburgo, che mettono in relazione il rapporto debito/
PIL attuale con gli impegni di spesa futuri (ad esempio
per pensioni e sanità), secondo i quali l’Italia si collo-
cherebbe al secondo posto assoluto, dietro alla sola
Lettonia, e ben prima della Germania e di tutti gli altri
paesi Europei.
A quanto sembra, l’Italia ha una prospettiva di cresci-
ta debole, ma “vera”, non drogata da bolle immobi-
liari, squilibri della finanza o da sostegni monetari e
penalizzata da tassi non bassissimi. Ed ha un avanzo
primario (ovvero quello calcolato al netto degli inte-
ressi sul debito) positivo: anzi, da quasi 20 anni l’Ita-
lia è il Paese europeo con il miglior saldo primario.
Durante la crisi, il debito pubblico italiano è quello
che è cresciuto percentualmente di meno in valori
monetari nell’Eurozona. In tutta la UE, solo la Svezia
ha fatto meglio.
Esso, se rapportato allo stock di ricchezza privata, è
percentualmente di poco superiore a quello della Ger-
mania, ed è solo il 14° in Europa. Il tutto, mentre
l’Industria Manifatturiera Italiana è ancora la secon-
da in Europa, e la quinta nel mondo per valore ag-
giunto, pur in un contesto di forte depressione della
domanda interna, accentuato anche dalle politiche di
austerità attuate negli ultimi anni.
Non voglio certo dire che tutto vada bene, ma perso-
nalmente credo che l’Italia abbia tutte le carte in rego-
la per evitare la bancarotta.
so di responsabilità e con la consapevolezza che solo
un sistema efficace ed efficiente di tassazione, accerta-
mento e riscossione delle imposte può garantire le
risorse necessarie per il rilancio economico del nostro
Paese.
L’efficacia del nostro operato per i clienti è costante-
mente minata da un sistema burocratico che ha rag-
giunto i massimi livelli di intollerabilità. Ogni giorno
siamo in trincea a lottare contro l’incertezza e la com-
plicazione del sistema normativo italiano in cui le leg-
gi, i decreti, gli emendamenti, le interpretazioni, spes-
so emanati con efficacia retroattiva, sono finalizzati
unicamente a recuperare gettito fiscale.
Siamo stanchi del modo di operare dell’Amministra-
zione dello Stato che considera i suoi cittadini alla
stregua di sudditi, e demanda ai professionisti ruoli e
funzioni non pertinenti. Con fermezza ribadiamo che
siamo dalla parte dei cittadini e pronti a forme di pro-
testa eclatanti, e per questo:
DICIAMO BASTA :
– Alle norme emanate in assenza di disposizioni
attuative: non vogliamo norme in materia di acconti,
IMU, tasse sulla proprietà e sui servizi immobiliari
che continuano ad essere emanate in assenza di dispo-
sizioni attuative, che sono emanate solo in prossimità
dei termini di versamento, con l’effetto di allungare ad
oltranza i tempi di predisposizione degli adempimenti.
– Ai termini di versamento delle imposte che si acca-
vallano.
– Agli adempimenti fiscali che si sovrappongono.
– Alla incertezza operativa dovuta a norme tecnica-
mente scoordinate.
– Alle specifiche tecniche fornite a ridosso delle sca-
denze fiscali: le specifiche tecniche fornite tardivamente
non consentono di aggiornare nelle tempistiche i
software fiscali, causando ingenti difficoltà operative
negli Studi Professionali, che si ripercuotono sulla sod-
disfazione dei nostri clienti.
– Alla complicazione delle norme.
L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Con-
tabili di Verona è un Ente garante della legalità compo-
sto da 1650 professionisti, preparati, soggetti ad un
Codice Deontologico, tenuti all’obbligo di un aggior-
namento professionale continuo, il cui lavoro permet-
te di acquisire al Bilancio dello Stato e degli Enti Locali
le “entrate tributarie” che consentono al Paese di pro-
gredire, e per questo
CHIEDIAMO IL RISPETTO
DELLO STATUTO DEL CONTRIBUENTE