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NUMERO 214 - LUGLIO / AGOSTO 2013
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PERIODICO BIMESTRALE DELL'ASSOCIAZIONE
DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI
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possono prendere contatto con il redattore del proprio Ordine per proposte e suggerimenti. Gli interventi
pubblicati riflettono esclusivamente il pensiero degli autori e non impegnano Direzione e Redazione.
Numero chiuso il 22 ottobre 2013 - Tiratura 11.700 copie.
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Paolo Lenarda
Ordine di Venezia
LA POSTA
I
l primo francobollo
è uscito in
Inghilterra nel 1840. In Italia, nel
Lombardo Veneto, la prima
emissione è dell’1 giugno 1850.
E Umberto, ovviamente, ha la
notificazione imperiale, resa in
luogotenenza di Venezia, datata 31
maggio 1850 che istituisce il bollo e pre-
vede anche le tariffe del “porto-lette-
ra”. Umberto è un collezionista incredi-
bile: preciso, organizzato, metodico, or-
dinatissimo. Raccoglie tutto.
E prima come si spedivano le lettere?
Questa è la domanda a cui risponde
Umberto, che ha raccolto una serie di
lettere che vanno dal 1500 in poi.
Originariamente le lettere non avevano
le buste: un foglio simile al nostro A4
veniva piegato in nove parti. In alcune il
contenuto è di particolare interesse, ma
le lettere sono interessanti anche chiuse
I vari Stati avevano le più diverse orga-
nizzazioni per la consegna della posta.
Ovviamente, mi fermo all’organizzazio-
ne nella Repubblica di Venezia che, an-
che dopo tanti tentativi, non è mai riu-
scita ad avere un’organizzazione unita-
ria: il servizio postale veniva svolto da
privati che avevano una rete di distribu-
zione all’interno dello Stato e, con col-
laborazione di altri, anche all’estero.
Si trattava infatti di una specie di orga-
nizzazione come quella che oggi potreb-
be essere TNT o i pony express.
Raccontare tutta la raccolta di Umberto
è impossibile e mi sono soffermato su
alcuni aspetti.
Mi è piaciutamoltissimo l’indicazione che
veniva data dal mittente al vettore per
evidenziare l’urgenza della consegna.
La più curiosa ed affascinante è quella
spirale che esprime un senso di movi-
mento e di agitazione e invita il vettore
ad una sollecita consegna.
Ce ne sono anche di più cattive: molte
volte, vicino all’indirizzo è disegnata una
forca, esplicita minaccia per il vettore.
Mi sono particolarmente piaciuti i vari
sistemi che venivano usati dai vettori nei
periodi di peste, nell’intento di allon-
tanare il contagio.
Di particolare interesse è la lettera che
in data 18 ottobre 1645 il Magistrato
della Sanità di Venezia invia al
sopraprovveditore e ai provveditori
di Udine. Si tratta dei responsabili
della Sanità del Friuli:
“L’allegate lettere capitate da Viena
Città infetta da peste, et da noi ban-
dita, doppo profumate per il di fuori
si spediscono a Voi Illustrissimi per-
ché possano prima della loro conse-
gna, alla presenza degl’ interessati le
diligenze proprie; ricercandole in oppo con
tutta l’efficacia di far lo stesso con Noi e
con gli altri Magistrati dela Sanità del’ Sta-
to della Serenissima Repubblica, quando
costì capiteranno lettere da luoco sospeso
o bandito per questa o quella Città”.
In sostanza, l’ufficio che riceve una lette-
ra da una città colpita dalla peste, deve
fare di tutto per purificarla e renderla
inoffensiva per il destinatario.
La disinfezione avveniva ponendo le let-
tere sospette vicino al fuoco e al fumo di
legni odorosi (profumare) o spruzzando-
le con aceto bianco. Dal ‘700 venivano
trattate con gas di cloro.
Mi piace ricordare l’editto della Repub-
blica veneta dell’ 8 marzo 1664 stampa-
to a Udine che determina le tariffe relati-
ve all’invio di lettere o di merce da Udine
ad altri comuni:
- per ciascuna lettera sola, semplice, e
ancora coperta con mezzo foglio di carta
senza scrivere, soldi 2.
- per due lettere collegate, soldi 3.
- per un paro di lingue di manzo secche
soldi 4.
- per un quarto di vitello o altro animale
simile, soldi 10.
- per ogni pelle di camozza, soldi 3.
E così avanti con una serie di articoli che
riguardano la produzione agricola della
zona di Udine e del Friuli.
LA BANCA D’ITALIA A FINE MAGGIO 2013
ha diffuso una analisi
delle posizioni delle maggiori banche italiane relativamente a derivati OTC
(Over The Counter). L’indagine è promossa dal Committee on the Global
Financial System che si riunisce a Basilea.
Oggetto dell’analisi sono il valore nominale e il valore lordo di mercato, sia
esso positivo o negativo dei contratti derivati su tassi di cambio, tassi di
interesse, azioni e indici azionari Credits Default SWAPS (CDS).
Dal Comunicato della Banca d’Italia risulta che il totale delle posizioni in
derivati al 31 dicembre 2012 è diminuito, in Italia, rispetto a giugno 2012.
Il valore nominale dei contratti in essere presso le banche italiane rappre-
senta una quota assai modesta dell’intero campione dei paesi che parteci-
pano all’indagine (1,4 per cento)
” (Banca d’Italia, comunicato stampa).
Ma osserviamo le cifre; a fine del 2012, l’ammontare nominale in derivati è
pari a 9,424 miliardi di dollari, contro i 9,831 di giugno. C’è un calo; la cifra
è poca cosa, rispetto al resto dei Paesi, ma si tratta di una cifra a nostro
avviso
monstre
; è quasi 4 volte il debito pubblico e 5 volte il PIL.
A noi, non competenti di economia pubblica, pare una enormità.
Cosa se ne fanno le banche di posizioni così elevate? Cosa possono copri-
re? È ben vero che a livello mondiale il monte derivati supera i 600.000
miliardi di dollari, ma è proprio in questa entità che può celarsi il problema
finanziario mondiale e la prossima sicura crisi monetaria.
La Banca d’Italia ci dà anche i risultati economici, con un valore di mercato
positivo di 260,50 miliardi contro un valore negativo di 254,50 milioni di
debito, con una differenza positiva di 6 miliardi di dollari, indubbiamente si
tratta di cifre molto alte.
E in ogni caso, i 6 miliardi di delta positivo per le maggiori banche nazionali
paiono eccessivi.
O le banche fanno speculazione, mettendo così a rischio il loro futuro,
oppure si coprono, ma evidentemente con controparti al di fuori del merca-
to interno (soggetti esteri) che quindi necessariamente hanno un correlato
risultato negativo. Non c’è molto di cui compiacersi, ad avviso di un sem-
plice cittadino poco esperto.
Ma questi derivati
G.R.
Ordine di Vicenza