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In questo numero
Anno XLVIII - N. 214 - LUGLIO / AGOSTO 2013
Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza
PERIODICO DEI DOTTORI COMMERCIALISTI
E DEGLI ESPERTI CONTABILI DELLE TRE VENEZIE
CV
www.commercialistaveneto.org
2/4 PROFILI CRITICI DELPRIVILEGIOPROFESSIONALE
5/7 LA TEMATICA DEI PREZZI DI TRASFERIMENTO
8
ORGANI DI CONTROLLO E FONDAZIONI
9/10 LA DISPOSIZIONE IN TRUST DI QUOTE E AZIONI
11/13 HOLDING, IL CONCETTO DI PREVALENZA
13 IL SETTORE AGRICOLO: RIFORME 2013
14 SIAMO TUTTI INFORMATICI
15/16 DOTTORI COMMERCIALISTI: 6 MLD NEL 2011
17/19 IL FISCAL COMPACT: ITALIA,
MISSION IMPOSSIBLE
?
19/20 I PRINCIPI GENERALI DELL'UNIONE EUROPEA:
GARANZIADIGIUSTIZIAANCHE INAMBITOTRIBUTARIO
21/23 LA TRASFORMAZIONE DA ASD IN SSD
24/27 I NUOVI ORIENTAMENTI NOTARILI DEL TRIVENETO
29/33 I LIMITI DELLA COMPROMETTIBILITÀ IN ARBITRI
NELL'ARBITRATO SOCIETARIO
36
Fuori campo IVA
/ LA POSTA
di GERMANOROSSI
Dalla parte delle imprese
SUPPLEMENTO / Orientamenti del Comitato
Triveneto dei Notai in materia di atti societari
N
elle scorse settimane
un col-
lega molto attento mi ha segna-
lato un intervento per certi ver-
si inquietante rilasciato nel corso di un
convegno da un noto dirigente d’azien-
da, professore di lungo corso in disci-
pline economiche, recentemente nomi-
nato alla presidenza del consiglio di ge-
stione di uno dei principali gruppi ban-
cari del Paese.
Il messaggio, riportato sulle pagine del
più diffuso quotidiano italiano, si ri-
volgeva al sistema bancario, che veni-
va invitato a cambiare il proprio rap-
porto con le imprese ed a proporsi
come
partner strategico
in particolare
di tutte quelle piccole e medie realtà
industriali rimaste legate al rapporto
fiduciario con il proprio commerciali-
sta, offrendo loro una non meglio pre-
cisata attività di consulenza.
Non è questa la sede per analizzare le
criticità del rapporto tra banca e impre-
sa, né tanto meno per parlare delle re-
sponsabilità che il mondo bancario ha
avuto nella genesi della crisi e nel suo
impatto sul modello imprenditoriale del
nostro Paese, ed in particolare su quello
del nostro territorio Triveneto: lascio
volentieri queste valutazioni a qualche
altro professore universitario, certamen-
te più competente del sottoscritto, che
al massimo potrebbe augurarsi che nel
prossimo futuro le banche tornassero a
fare le
Banche
, investendo di più sulle
imprese e sui loro progetti, con uno
sguardomaggiormente orientato alle loro
prospettive e meno ancorato ai dati del-
l’ultimo bilancio.
Quel che è certo è che negli ultimi quin-
dici anni proprio le piccole e medie im-
prese si sono ritrovate spesso nella si-
tuazione di dover valutare
ad esempio
– proposte di investimento
in prodotti
finanziari derivati finalizzati alla coper-
tura di rischi inesistenti, provenienti
dalle loro
banche di fiducia
, che fortu-
natamente nella maggior parte dei casi
(purtroppo non sempre) non sono state
accettate, anche grazie – guarda caso –
all’opportuno e paziente intervento dei
loro commercialisti.
Q
uegli stessi commercialisti
che hanno accompagnato il si-
stema delle piccole e medie im-
prese del Triveneto nella sua
crescita quasi miracolosa, indirizzando-
ne e supportandone le principali deci-
sioni strategiche, interpretandone le esi-
genze ed assecondandone le dinamiche.
Q
uegli stessi commercialisti
che ben prima dell’inizio della
crisi, prefigurandosi gli scenari
che oggi stiamo vivendo, ave-
vano iniziato a studiare e proporre a
quelle che un tempo erano piccole im-
prese familiari, cresciute e sviluppate
attorno alla figura del loro fondatore,
nuovi strumenti e modelli di gestione
d’impresa, che in molti casi hanno con-
sentito loro di non farsi trovare
impreparate nei momenti di difficoltà
poi sopraggiunti, e talvolta di cogliere
anche opportunità inaspettate.
Q
uegli stessi commercialisti
che tuttora continuano a met-
tere al servizio degli imprendi-
tori più attenti la loro capacità
di essere presenti, di guardare avanti, di
ascoltare e di sintetizzare, proponendo
soluzioni all’avanguardia derivate sia da
esperienze maturate sul campo, sia dal-
l’introduzione
innovativa
di schemi svi-
luppati in contesti differenti, nell’ambi-
to della Pianificazione Strategica, delle
Ristrutturazioni e dei Risanamenti
Aziendali, dei Riposizionamenti e delle
iniziative di Re-Startup, delle
Aggregazioni e delle Reti, delle attività
finalizzate al RicambioGenerazionale ed
allo SviluppoManageriale, delle iniziati-
ve finalizzate alla Tutela ed alla Prote-
zione dei Patrimoni.
U
n ruolo che è un po’
una mis-
sione, e che tuttavia proprio per
questo richiederebbe oggi un
salto di qualità da parte della nostra ca-
tegoria, che dovrebbe farsi portatrice
delle istanze delle imprese, prendendo
posizione nel loro interesse, che è poi
l’interesse di tutto il Paese, di fronte
alle Istituzioni.
Un esempio per tutti è il progetto “De-
stinazione Italia”, presentato nello scor-
so mese di settembre dal Governo: una
dichiarazione d’intenti assolutamente
condivisibile nel suo obiettivo di fondo,
vale a dire quello del miglioramento del
business environment
. Giustamente vie-
ne detto che non ci si deve far prendere
dalla tentazione di alzare muri a difesa
di quel che abbiamo: le condizioni e le
misure necessarie per attrarre investi-
menti esteri sono le stesse che servono
per trattenere quelli che già ci sono. Ed
altrettanto opportunamente si punta ad
un “pacchetto di certezze”: Regole, Tem-
pi e Fisco devono essere conoscibili,
valutabili e certi, al fine di poter consen-
tire adeguate programmazioni. Ma poi,
se andiamo ad analizzare nel concreto
le varie misure previste, ci accorgia-
mo che quelle in campo fiscale sono
tutte rinviate al medio periodo, e sem-
brano nel loro complesso largamente
insufficienti!
Un tanto dovrebbe spingere la nostra
categoria ad intervenire con richieste
concrete, per riforme da attuare in
tempi rapidi, se non immediati, in gra-
do di dare un messaggio nuovo e di-
verso al sistema delle imprese, attrat-
te sempre più dalle sirene dei Paesi
nostri confinanti.
Serve un fisco non ostile, ma equo.
Serve uno Statuto del Contribuente
elevato a rango di norma costituzio-
nale. Servono sanzioni realmente
proporzionate all’entità della viola-
z ione . Servono int erpre t az ioni
normative condivise con le catego-
rie professionali di riferimento. Ser-
ve che investimenti pluriennali pia-
nificati sulla base di determinati con-
testi, anche tributari, non vengano
stravolti da modifiche successive.
Servono giudici tributari preparati,
in grado di garantire il giusto pro-
cesso, così come delineato e defini-
to dall’Unione Europea.
Ci sono moltissime misure che non solo
potrebbero, ma dovrebbero essere at-
tuate in tempi brevissimi, in quanto le
nostre imprese (prima di quelle che do-
vrebbero arrivare dall’estero…) chiedo-
no un messaggio chiaro ed immediato,
per continuare a credere nel nostro Si-
stema. Ed in questo senso i commercia-
listi potrebbero e dovrebbero essere i
principali suggeritori di chi queste mi-
sure è chiamato a pensarle, prima che
ad approvarle.
Dalla parte delle imprese, per il bene
del Paese.
BORSE DI STUDIO 2014 / Il bando a pagina 34