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NUMERO 201 - MAGGIO / GIUGNO 2011
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CE: pericolo d'insolvenza
di Stato membro / Un'ipotesi Italia
DEBITO PUBBLICO
MAURIZIO SETTI
Ordine di Trento
IL COMMERCIALISTA VENETO
SEGUE A PAGINA 6
Illustrazione intuitiva delle implicazioni economiche delle strategie di contrasto
al pericolo d'insolvenza di uno Stato della Comunità Economica Europea
Inquadramento introduttivo
Il problema dell’indebitamento [eccessivo] di molti paesi partners costituenti l’area
valutaria CEE [a titolo esemplificativo, per le note vicende, Grecia, Portogallo,
Spagna] aveva interessato e continua ad interessare gli operatori economici post
creazione della unificazione monetaria. Il “peso” del debito pubblico ragguagliato al
prodotto nazionale lordo costituisce in verità l’indicatore più importante al fine
dell’espressione del giudizio circa il raggiungimento [o meno] degli obbiettivi posti-
si dalla Comunità Economica Europea.
1
Lo spirito che ha condotto chi scrive alla stesura del presente (modestissimo)
intervento è quello di rispondere a degli interrogativi che il sottoscritto si è posto,
non con la logica (e gli strumenti) che impiega usualmente la professione economica
bensì con l’ausilio della logica e delle cornici di quadratura dei bilanci che impiega
usualmente la nostra professione (a livello previsionale, dati i vincoli di quadratura
istantanei e temporali – futuri).
Ne è nato uno schema di ragionamento-base (molto semplificato) che è servito per
inferire conclusioni che sono apparse ragionevoli.
Prima di affrontare il “core” della questione ci si è chiesti se i titoli di Stato (che
vengono emessi a copertura del deficit dello Stato) costituiscano o meno ricchezza
netta degli operatori economici: infatti nella presentazione del bilancio aggregato del
“sistema Italia” la questione è di non poco conto, se si pone mente al fatto che qualora
trattasi di attività i bonds pubblici figureranno tra le attività; viceversa tra le passività.
Sulla base di quanto rilevato a questo proposito nell’annoso dibattito esistente fra
studiosi, operatori e politici, si è optato per una soluzione intermedia: i bonds
pubblici (italiani) vengono collocati fra le attività degli operatori economici (italia-
ni) al loro valore di mercato mentre il valore nominale di rimborso fra le passività del
“sistema Italia”, in ciò confortati dall’importante contributo (ancorchè datato) di
R. J. Barro (1974).
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Più recentemente, sulla base di una ricerca mirata sul Web, si è riscontrato che,
nonostante la cosa venga definita come una “spiacevole aritmetica” [per noi com-
mercialisti significa, e lo si sottolinea con enfasi, “quadratura fra dare e avere”], che
sia l’illustre studioso Milton Friedman che alcuni dei suoi allievi (John Cochrane,
Bret Swanson per citarne solo alcuni) addivengono alla convinzione che il valore
reale del debito pubblico (deve, sic!) coincidere con il valore attuale dei deficit
primari (presenti e futuri) dello Stato.
3
Tutto questo, se amalgamato con la famosissima teoria della crescita sbilanciata fra
il settore privato e il settore pubblico (Baumol W.J. , 1967
4
), ha consentito allo
scrivente di redigere uno schema di ragionamento che si procede ad illustrare.
Sviluppo analitico/intuitivo
Uno degli argomenti certamente dibattuto oggigiorno riguarda le implicazioni del
fallimento di uno degli Stati appartenenti all’area CEE a livello di intera area geogra-
fica/economica che si sta considerando (nel senso che il paese non rispetta il rap-
porto fra deficit e PIL pari al 3% ed anzi il menzionato rapporto si colloca molto al
di fuori di tale soglia massima). Individueremo questo Stato nell’Italia solo per
comodità espositiva, fermo restando che è facilmente possibile effettuare una
generalizzazione in termini di “paese”.
Nell’ambito dell’angusto spazio di questo intervento sulla problematica, conside-
rato il taglio che si intende configurare alla questione (intuitivo e scarsamente
formalizzato), ci si propone di rappresentare l’avvenimento di un ipotetico falli -
Attività
Passività
Assets fisici [stock di capitale delle imprese]
Passività delle famiglie
(mutui)
Assets finanziari operatori privati e Banca d'Italia Passività delle imprese
(mutui)
Bond pubblici [Stato Italia] detenuti da famiglie
Bonds pubblici
Debito dello Stato
e imprese italiane
Moneta [euro]
(@)
Moneta [euro]
(@)
Assets detenuti dal sistema finanziario/pensionisticoTotale passività
Ricchezza netta
…………………
Totale Assets
…… Totale a pareggio
………
(@) compensazione fra moneta detenuta dal sistema e il debito fiduciario che essa rappresenta.
Situazione degli stocks aggregati del sistema "Italia"
[sottosistema dell'area CEE]
Bilancio Imprese, Famiglie, Banca d'Italia e Stato "sistema Italia"
1
Pasinetti L. L.,
The Myth (or Folly) of the 3% Deficit/GDP Maastricht Parameter
, in The Cambridge Journal of Economics, volume 22, 1998, pp. 103-116, disponibile sul Web.
2
Barro R.J.,
Are Governments Bonds Net Wealth
, in J.P.E., 1974, disponibile sul Web.
3
John Cochrane’s,
Unpleasant Fiscal Arithmetic – Bret Swanson – Maximum Entropy – Forbes
, sul Web, pagina intitolata “John Cochrane’s Unpleasant Fiscal Arithmetic”.
4
Baumol W.J.,
Macroeconomics of Unbalanced Growth: The Anatomy of Urban Crises
, American Economic Review, 57, 1967, pp. 415-426.