Page 26 - CV_197

Basic HTML Version

26
NUMERO 197 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2010
IL COMMERCIALISTA VENETO
I principi contabili per
le PMI negli Stati Uniti
NORMATIVA INTERNAZIONALE
INTRODUZIONE
In questo articolo viene presa in breve esame la vigente normativa contabile statu-
nitense, al fine di valutare se esista un elenco esaustivo di principi contabili per le
piccole e medie imprese, alla stregua di quanto avviene nel territorio dell’Unione
europea con i cosiddetti IFRS light, oggetto di una recente rivisitazione da parte
della Commissione Europea
1
. Quest’ultima ha pubblicato il 9 luglio 2009 in un
unico documento “IFRS per le PMI”, i principi contabili internazionali applicabili
alle piccole e medie imprese. (SMEs, small and medium entities). In questo scritto
vengono affrontati temi cardine delle discussioni in seno al Financial Accounting
Standard Board per tentare di illustrarne i relativi benefici e le eventuali perplessità
concernenti lo sviluppo di un set di principi contabili per le imprese private,
separato e distinto da quello ordinario. Inoltre, viene approfondita la definizione di
piccola e media impresa statunitense, cercando di coglierne le peculiarità ed al
contempo illustrando quali siano le principali necessità degli utilizzatori del bilan-
cio delle PMI. Nelle conclusioni, infine, verrà svolta una breve trattazione sullo
stato dell’arte, cercando di illustrare le future prospettive di sviluppo rendendo
conto dei progetti di elaborazione contabile previsti dal FASB per le imprese
private. L’interesse di questa tematica è dato dalla crescente attenzione posta da
tutti i principali Stati mondiali alle piccole e medie imprese, quali importante forza
economica. Rendere appetibili all’esterno i bilanci delle PMI significa poter mirare
a nuovi finanziamenti, ad opportunità di crescita economica, all’acquisizione di
nuove competenze ed alla creazioni di sinergie di valore. Alla luce di queste consi-
derazioni nazioni come Giappone, Sud Africa, Brasile, Cina, India, Australia hanno
già sviluppato un set di principi contabili specifico per le PMI o si stanno impe-
gnando a farlo. Inoltre la convergenza contabile mondiale in corso renderà
ampliamente applicabile gli IFRS nella maggior parte delle economie estere; se
questo vale per i principi contabili completi, allora sarà altrettanto vero per gli
IFRS light per le PMI. Anche in Italia cresce sempre più il dibattito sull’applicazio-
ne degli IFRS per le PMI. Ci si chiede se la normativa prevederà a breve l’adozione
degli IFRS per le PMI, così come è avvenuto per gli IFRS completi con l’emanazio-
ne del Decreto Legislativo n.38 del 28/02/2005
2
.
GLI IFRS PER LE PMI IN USA IN PASSATO
La possibilità di sviluppare un set di principi contabili generalmente accettati
(GAAP) per le imprese private, indipendentemente dalla loro dimensione, è stata
presa in considerazione dagli esperti contabili statunitensi già dagli anni Ottanta.
Al Professor Rashad Abdel-Khalik nel 1983 fu commissionato dal Financial
Accounting Standard Board (FASB) uno studio che doveva focalizzarsi sui bisogni
informativi e sui costi e benefici richiesti dagli utilizzatori del bilancio delle PMI.
La sua conclusione principale fu che “a difference in perception brings questions
about financial reporting by private companies into the political sphere, which is
common when conflict of interest, not theory or rationality, dominates the issues”
3
.
In sostanza, il Professore sosteneva che i conflitti di interesse che stavano sotto la
creazione di nuovi report di bilancio per le aziende private, avrebbero fatto nascere
molte discussioni.
Di conseguenza, il FASB, considerando politicamente importante salvaguardare i
bisogni informativi delle banche, decise di non sviluppare principi contabili speci-
fici per le piccole e medie imprese. La letteratura fino ad oggi esistente non fornisce
ulteriori informazioni sulle motivazioni di questa scelta.
PERCHE’UN SET SEPARATODI PRINCIPI CONTABILI PERLE PMI?
Da allora molte cose sono cambiate.
Nonostante il mercato principale delle PMI sia quello locale, la recente crisi econo-
mico-finanziaria ha mostrato quanto esse siano le prime a risentire delle difficoltà
economiche globale. Anche grazie a questo scenario, già da due anni la Private
Company Financial Reporting Committee sta valutando attentamente i pro e i
contro di una possibile adozione di standard contabili specifici per le piccole e
GIORGIA FAVARO
Praticante Ordine di Vicenza
medie imprese. I motivi di questo rinnovato interesse, come dichiarato dal presi-
dente del PCFRC
4
sono:
-
l’emissione degli International Financial Reporting Standards per le PMI;
-
gli sforzi intrapresi in altri paesi quali Canada, Australia, Regno Unito e
Sud Africa per lo sviluppo di standard contabili per le imprese private;
-
i risultati di sondaggi recenti tenuti da professionisti finanziari, che dimo-
strano la preferenza per standard contabili a parte per le imprese private;
-
il numero crescente di principi contabili complessi, utili ad analisti e inve-
stitori pubblici, ma spesso costosi da implementare per le imprese private senza
fornire un reale beneficio effettivo ai loro utenti.
Attualmente l’American Institute of Certified Public Accountants (AICPA) rico-
nosce ufficialmente lo IASB come un setter standard, il che significa che le imprese
private possono utilizzare gli IFRS completi o gli IFRS per le PMI per redigere il
proprio bilancio, a condizione che la legge statale lo consenta (AICPA, appendice
A 2008). Particolare importanza riveste anche la decisione della SEC del 2008 di
non richiedere più la riconciliazione con gli US GAAP agli emittenti privati stranie-
ri che redigono i bilancio primario secondo gli IFRS.
LADEFINIZIONEDI PICCOLAEMEDIAIMPRESANEGLI STATI UNITI
Il mondo USA sta quindi aprendo grossi spazi agli standard contabili europei
completi e ridotti. Il PCFRC ha analizzato nel dettaglio le norme europee contabili
per le piccole e medie imprese e ritiene che siano un’alternativa molto attraente
rispetto ai GAAP completi in quanto insieme di norme autonomo, chiaro e general-
mente accettato.
Tuttavia esprime qualche perplessità sulla possibile
tout court
adozione degli
International Financial Reporting Standards per le PMI. Questo in primo luogo
perché la definizione di piccola e media impresa negli Stati Uniti è tutt’altro che
univoca e lineare. Senza considerare che presenta notevoli differenze rispetto alla
definizione schematica prescritta dalla Commissione Europea. Condizione neces-
saria, ma non sufficiente, è che siano “private company”, devono cioè essere pos-
sedute e gestite in modo indipendente. La definizione di piccola e media impresa è
stabilita da un ufficio amministrativo chiamato “The Small BusinessAdministration
(SBA) Size Standards Office. Lo SBA usa il termine “size standard” (grandezza
standard) per indicare i limiti massimi per definire una piccola e media impresa;
questi sono variabili a seconda del settore economico di riferimento. In ogni caso i
punti di partenza per definire una PMI secondo le regole degli USA sono
5
dati dalle
seguenti soglie massime :
- 7,0 milioni di dollari di ricavi annuali per le imprese di servizi, commercio al
dettaglio, costruzione, e altre; 28,5 milioni di dollari in termini di ricavi per le
imprese di costruzione pesante; 0,75 milioni di dollari per la maggior parte delle
industrie agricole;
- 100 dipendenti per le industrie che commerciano all’ingrosso, 500 addetti per
l’estrazione mineraria di produzione e manifatturiere.
Sulla base di tale definizione, le piccole e medie imprese negli Stati Uniti sono circa
27 milioni. Rappresentano più del 99.7% di tutti i datori di lavoro, impiegano poco
meno della metà di tutta la forza lavoro del settore privato e generano ogni anno il
65% netto dei nuovi posti di lavoro. Producono, infine, più del 50% del Prodotto
Interno Lordo escluso il settore agricolo
6
.
Considerando l’importanza di tale contesto, la Private Company Financial Reporting
Committee ha raccomandato a coro unanime alla Financial Accounting Foundation
di considerare il tema della contabilità aziendale privata come priorità nel contesto
della missione del FASB. La commissione ritiene che creare un insieme separato e
autonomo di principi contabili per le imprese private statunitensi cucite apposita-
mente sui bisogni degli utilizzatori di bilancio di questi piccoli business sia l’ap-
proccio migliore, ma resta aperta ad ulteriori modalità di adozione. Sottolinea
contestualmente che l’unico principio fondamentale indiscutibile nella definizione
di standard per il reporting aziendale finanziario privato, deve essere la copertura
delle esigenze degli utilizzatori del bilancio a fronte dei costi del rispetto delle
1
L’insieme degli IFRS per le PMI è stato pubblicato il 9 luglio 2009 ed è disponibile sul sito http://www.ifrs.org/IFRS+for+SMEs/IFRS+for+SMEs.htm
2
Il D.Lgs. prevede l’obbligo per le società quotate, gli istituti di credito e le assicurazioni di redigere il bilancio consolidato secondo gli IFRS dal 1 gennaio 2005; sola facoltà per
le altre società che redigono il consolidato. Per quanto riguarda il bilancio individuale tale obbligo inizia dall’esercizio economico 2006 per le società quotate, istituti di credito
e società di assicurazioni non quotate. La facoltà di applicazione degli IFRS vale per le società che redigono il consolidato, controllate e collegate incluse
nel consolidato e per tutte le altre società. Sono escluse da queste facoltà le società minori.
3
Abdel-Khalil, A.R. (1983), Financial Reporting by Private Companies: Analysis and Diagnosis, Stanford (Conn.), FASB
4
http://www.pcfr.org/downloads/PCFRC_FinalLettertoFAFonPrivCoStds_110209.pdf
5
http://www.sba.gov/size
6
http://www.sba.gov/advo/stats/sbfaq.pdf
SEGUE IN ULTIMA PAGINA